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Aou di Sassari. Approvato progetto sperimentale, un team dedicato ai “letti in appoggio”

di Elisabetta Caredda

Critici i sindacati medici e del comparto, per i quali la proposta potrebbe risultare peggiorativa sia per i pazienti, sia per gli operatori sanitari. Ma Bandiera precisa: “Il progetto punta a una gestione organizzata dei ‘letti in appoggio’ con un Team appoggi (TA) di 6 dirigenti medici, che puntiamo ad incrementare”. Ganau: “Con la proposta attuale si garantisce l'assistenza con un équipe specificamente dedicata. Il rischio è quello di non affrontare il vero problema, cioè la carenza di posti letto e la riorganizzazione del sistema territoriale”. LA DELIBERA

06 OTT - Il progressivo taglio dei posti letto nell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari e l’aumento di dimissioni difficili di pazienti con fragilità socio-sanitaria, che nonostante le dimissioni hanno necessità di continuare alcune terapie e/o che non hanno una rete familiare in grado di seguirli, ha portato, soprattutto nei mesi invernali ed in particolar modo nell’area medica, ad una indisponibilità dei posti letto con conseguente ricorso da parte del Pronto soccorso (PS) al ricovero “fuori reparto”.

Da una stima dell’AOU Sassari, il PS nel 2019 ha effettuato 11.020 ricoveri di cui l’82.3% in area medica: il 68.5% nei reparti internistici, il 10.6% in area chirurgica, il 6.2% in area traumatologica e lo 0.9% in terapia intensiva. La media giornaliera è stata di 30.2 ricoveri, con oscillazioni mensili comprese tra 32.1 e 27.7. E’ stato successivamente riscontrato che i dati del 2020, al di fuori del lockdown, non si sono discostati da quelli del 2019. Ed a fronte di un fabbisogno di circa 30 ricoveri giornalieri, il servizio bed management mette a disposizione del PS 596 posti letto.

I “fuori reparto” sono però spesso causa di continue conflittualità tra gli operatori dei reparti coinvolti. Per ottimizzare dunque le risorse umane e rendere più efficace e sicura la gestione dei pazienti ricoverati nei cosiddetti “letti appoggio”, la cui assistenza clinica rimane in capo al Reparto di competenza nosologico (RCN) e l’assistenza infermieristica e di supporto al reparto cosiddetto “di Assistenza” (RA), il Direttore di Dipartimento medico e di medicina interna, Franco Bandiera, ha predisposto con delibera un apposito progetto organizzativo, con l’avvio di una fase sperimentale di tre mesi (da ottobre a dicembre 2020).

La proposta prevede la sistemazione dei pazienti nei posti letto delle singole Unità operative internistiche (Plesso SSA e Cliniche Universitarie), ed a saturazione, della successiva centralizzazione dei pazienti “in appoggio” nei reparti di degenza ubicati nella “Stecca Bianca”. Obiettivo questo che potrà essere raggiunto con un’équipe di 6 dirigenti medici, denominata Team Appoggi (TA).

Il progetto non ha avuto però il gradimento delle sigle sindacali della dirigenza medica e del comparto, informate dalla stessa AOU SS. Secondo le stesse la soluzione proposta per compensare l’insufficienza dei posti letto nei reparti internistici potrebbe risultare peggiorativa sia per i pazienti, sia per i medici e operatori sanitari che dovranno seguirne l’organizzazione gestionale. Per i sindacati è auspicabile una riforma strutturale, attraverso i dovuti passaggi istituzionali.

A dare precisazioni sulla scelta del progetto, anche per tranquillizzare le sigle sindacali, è lo stesso Bandiera: “La necessità di utilizzare  letti in appoggio è la risposta che in tutta Italia viene data al fenomeno del persistente sovraffollamento dei reparti ospedalieri. Il fenomeno qui da noi si è accentuato con la centralizzazione dei pazienti negli ospedali dell’Aou di Sassari. Come i sindacati sanno bene si tratta di una condizione che, nata come emergenziale, è diventata routinaria e necessita di una risposta tempestiva perché tenderà ad aggravarsi nella stagione invernale”.

Il Direttore fa notare come le criticità sollevate dai sindacalisti si riferiscano a evidenze scientifiche e situazioni di pazienti in appoggio che non sono assistiti da medici specificamente dedicati al ruolo medesimo. Puntualizza: “Il progetto dell’Aou di Sassari punta proprio a questo: a una gestione organizzata dei “letti in appoggio”. Riforme strutturali sono auspicabili e indispensabili ma non potranno dare una soluzione nel breve-medio termine. Per questo non possiamo farci trovare impreparati. La natura sperimentale del progetto – prosegue Bandiera – consentirà di monitorare l'andamento della nostra azione e apportare le necessarie correzioni migliorative, e di puntare anche a un eventuale incremento del numero dei medici che compongono il Team Appoggi”.

“Per una migliore gestione dei posti letto, inoltre – conclude Bandiera -, l’Aou di Sassari, attraverso la struttura di bed management, ha avviato una manifestazione di interesse riservata agli infermieri dipendenti a tempo indeterminato da inserire nella stessa struttura, con l'obiettivo di estendere la funzione del bed management h24 e garantire il monitoraggio della risorsa posto letto per le necessità di ricovero”.

Sentito da Quotidiano Sanità, Gianfranco Ganau (PD), medico sassarese e componente della Commissione consiliare regionale Sanità, osserva: “La proposta punta a dare una migliore assistenza ai pazienti ricoverati in letti di appoggio in reparti non pertinenti alla patologia di ingresso. Si tratta di un fenomeno purtroppo diffuso legato alla cronica carenza di posti letto, in particolare nei reparti di medicina, e alla mancata riorganizzazione del sistema territoriale di diagnosi e cura. La proposta non mi pare uno scandalo. È quanto accade ora senza che ci sia un'equipe dedicata: i pazienti vengono ricoverati nei reparti dove ci sono posti letto liberi e sono seguiti da medici del reparto di pertinenza per patologia. Con la proposta attuale si garantisce l'assistenza con un équipe specificamente dedicata. Il rischio è quello di non affrontare il vero problema, cioè la carenza di posti letto e la riorganizzazione del sistema territoriale”.

Elisabetta Caredda

06 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

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