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Ospedale da campo di Nuoro. Medici e infermieri delle Forze Armate seguiranno l’assistenza dei pazienti Covid

di Elisabetta Caredda

Per il sottosegretario alla difesa Calvisi: “L’impiego dei nostri medici militari contribuirà ad alleggerire la pressione sull’ospedale San Francesco. La Difesa fornisce inoltre, anche in Sardegna, il supporto nell’ambito dell’operazione Igea per incrementare le potenzialità di tracciamento del virus e ridurre i tempi di attesa dei cittadini interessati alle analisi”. Apprezzamenti Luigi Arru, rimasto positivo al virus dopo aver lavorato volontario nel reparto Covid dell’ospedale nuorese

23 NOV - L’ospedale da campo allestito nell'area antistante all'ospedale San Francesco di Nuoro avrà il suo personale sanitario. Sarà seguito da medici e infermieri della Sanità Militare.

Sentito da Quotidiano Sanità, il Sottosegretario al Ministero della Difesa con delega alla Sanità Militare, Giulio Calvisi, rende noto: “Accogliendo la richiesta dell’Assessorato alla Sanità della Regione Sardegna e del Sindaco di Nuoro, la Difesa ha inviato nei giorni scorsi il nucleo iniziale del team sanitario delle Forze Armate, oltre al personale in supporto logistico della Brigata Sassari, nell’ospedale da campo recentemente allestito dalla Croce Rossa e dalla Protezione Civile nella città di Nuoro”.

“Il personale sanitario militare - prosegue il Sottosegretario -, svolgerà la propria attività all’interno dell’ospedale da campo, una struttura sanitaria che ospiterà un reparto Covid semi-intensivo con 20 posti letto e relativi servizi. L’impiego dei nostri medici militari contribuirà ad alleggerire la pressione sull’ospedale San Francesco di Nuoro. Al tempo stesso, auspichiamo che possa arrivare quanto prima il concorso di personale sanitario della Croce Rossa e del Servizio Sanitario Nazionale sufficiente a garantire il funzionamento dell’ospedale da campo. Ringrazio il Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze, Generale Luciano Portolano e il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, per aver messo in campo, in tempi molto brevi, tutto il supporto e le risorse necessarie per contribuire a soddisfare le esigenze dei cittadini nuoresi”.

“La Difesa continua, inoltre - aggiunge Calvisi -, a fornire anche in Sardegna un importante supporto nell’ambito dell’operazione Igea, dove sono già disponibili almeno 70 persone, tra medici, infermieri, operatori sanitari militari e personale in supporto logistico. Dal 17 novembre è operativo a Sassari il Drive-through della Difesa (DTD) mobile, dove i medici militari, per i prossimi 60 giorni, contribuiranno ad incrementare la capacità giornaliera del Servizio Sanitario Nazionale di effettuare tamponi per la ricerca del virus nel capoluogo turritano. Questa importante iniziativa è partita anche a Cagliari il 20 novembre, in Viale Diaz presso il quartiere fieristico della Fiera della Sardegna. Il Drive-through della Difesa (DTD) sarà attivo anche a Nuoro dal 24 novembre presso l’Ospedale San Francesco mentre ad Oristano i nostri medici militari inizieranno l’attività il 26 novembre, nello spazio SMART del quartiere Torangius”.

“Ai Drive through della Difesa - precisa evidenziando il Sottosegretario - potranno rivolgersi solo i cittadini precedentemente indicati dai medici di medicina generale o dai pediatri di libera scelta attraverso i canali istituzionali già concordati, che vengono contattati dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica o dalle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA). L’Operazione Igea ha quindi una duplice valenza. Dal punto di vista sanitario contribuirà ad incrementare le potenzialità di tracciamento del virus e, da un punto di vista sociale, consentirà di ridurre i tempi di attesa dei cittadini interessati alle analisi, riducendo quindi i giorni di assenza dal lavoro. La Difesa continua a garantire il suo incessante e importante contributo per contrastare la diffusione del COVID 19” - conclude Calvisi.

L’arrivo del personale della Sanità Militare dedito a seguire l’ospedale da campo nuorese ha suscitato, come si apprende dalla stampa locale, commenti critici di alcuni sindacati per il fatto di ritenere, tra le varie motivazioni, prioritario il potenziamento della sanità locale e quindi anche dell’ospedale San Francesco, con risorse umane che possano andare a coprire i buchi in organico e permanere anche dopo l’emergenza.
 
Elisabetta Caredda

23 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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