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Lanusei. Poco personale, polemiche sull'inadeguatezza dell’assistenza ai pazienti oncologici

di Elisabetta Caredda

Il territorio reclama la necessità di una struttura idonea a garantire una assistenza sanitaria efficiente, dedicata a seguire le delicate esigenze dei pazienti oncologici della zona interna della Sardegna. Corrias: “Chiedemmo già lo scorso dicembre, con una interrogazione, di rafforzare il personale specialistico. La situazione è peggiorata, serve un intervento urgente”. Assl Lanusei: “È negli intendimenti di questa direzione procedere al reclutamento di altri specialisti oncologi”.

18 FEB - Si accende la polemica nel territorio ogliastrino contro l’inadeguatezza dell’assistenza i malati oncologici. La questione era già stata sollevata in una interrogazione depositata il 9 dicembre dello scorso anno da Gruppo PD in Consiglio regionale, che aveva evidenziato al Governatore Christian Solinas e all’Assessore della Sanità, Mario Nieddu, il problema della carenza di medici specialistici oncologi e, oltre ciò, aveva chiesto in merito alla possibilità di valutare l’istituzione di una struttura semplice di oncologia presso il presidio ospedaliero Nostra Signora della Mercede di Lanusei, con un minimo di posti letto, per garantire un’assistenza sanitaria specifica ai pazienti oncologici della zona che avrebbero potuto così avvalersi anche della vicinanza delle famiglie.  

Salvatore Corrias, primo firmatario dell’interrogazione, è tornato a rimarcare le difficoltà del servizio oncologico, segnalate dai pazienti stessi e acuite, a distanza di due mesi dall’atto presentato in consiglio: “Solo due medici oncologi ambulatoriali e un presidio day hospital con otto postazioni, non erano sufficienti a garantire un servizio adeguato per un territorio molto esteso, con quasi 60.000 residenti, numerosi pazienti da curare e assistere e una oggettiva difficoltà, dato il sistema viario, negli spostamenti presso altri presidi ospedalieri. Da allora non è giunta nessuna risposta e la situazione non solo non è migliorata ma, al contrario, è drammaticamente precipitata”.

Uno dei due medici, riferisce infatti Corrias, non è più in servizio presso la struttura e il peso dell’intero reparto grava sull’unico specialista presente. "Chiediamo dunque all’assessore, con una nuova Interrogazione, quali iniziative intenda intraprendere per fronteggiare la grave situazione e se abbia provveduto ad attivare procedure per il conferimento di ore di specialistica ambulatoriale per oncologi, considerato che l’Avviso pubblicato a dicembre dalla ASSL di Lanusei per il completamento delle ore è stato sospeso per ordine del commissario straordinario Temussi. Non è pensabile che gli ogliastrini debbano continuare a subire le umiliazioni e i soprusi di un servizio sanitario che continua a rimanere sordo al grido d’allarme lanciato dal territorio, un servizio che non è in grado, con le sue inefficienze, di garantire la tutela della salute e le prestazioni essenziali che, invece, oggi più che mai è tenuto a garantire”.

Immediata la replica della Direzione aziendale ATS/ARES/ASSL Lanusei, che anche in merito alla presunta sospensione dell'attività dell’Oncologia, dichiara: “Anche nel periodo emergenziale determinato dal Covid 19 – dichiara la Direzione ATS/ARES/ASSL Lanusei - le attività di oncologia non si sono mai interrotte cercando di ottimizzare l’assistenza dei pazienti fragili. L'Oncologia dell'Ospedale Nostra Signora della Mercede è un servizio “ospedale/territorio”, dislocato nel presidio ospedaliero di Lanusei per assicurare ulteriori garanzie ai pazienti che vi si recano per le terapie. All'interno del servizio hanno operato, fino ad oggi, due oncologi specialisti ambulatoriali convenzionati interni, appartenenti al Servizio Cure Primarie specialistiche e ambulatoriali, diretto dal Dottor Luigi Ferrai”.

“Sebbene in un contesto generalizzato – puntualizza la Direzione -, riferibile alla risaputa carenza di medici specialisti a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale, l'Oncologia di Lanusei è sempre riuscita ad assicurare le terapie ai propri pazienti, anche in pieno periodo pandemico, grazie all'abnegazione dei suoi operatori che hanno contribuito a farne un fiore all'occhiello della sanità pubblica ogliastrina. Tra l'altro, onde ridurre al minimo i disagi ai pazienti, è stata fatta preventivamente un'operazione di calendarizzazione degli appuntamenti. Nessun paziente ha visto sospendere, tanto meno, la terapia oncologica”.

“È comunque negli intendimenti di questa direzione aziendale – conclude la Direzione - procedere al reclutamento di altri specialisti oncologi. Siamo prossimi alla pubblicazione delle ore di specialistica ambulatoriale che già in precedenza erano state richieste ad ATS, chiedendo ulteriori 38 ore di oncologia. Nel frattempo l'Oncologia di Lanusei non ha mai interrotto una sola terapia e continua ad assicurare il proprio servizio alla popolazione dell'Ogliastra”.

Sentito da Quotidiano Sanità, il Consigliere Corrias tiene a precisare: “Nessuno afferma che il servizio sia stato sospeso. Sono a conoscenza, anche personalmente, di tante situazioni di pazienti oncologici trovatisi nelle difficoltà di ricevere il servizio richiesto, che allo stato attuale una dottoressa non è più in servizio presso la struttura e, chiaramente, se l'assistenza era carente prima con soli due oncologici specialisti ambulatoriali che si trovavano a ruotare tra le sedi di Tortolì e Ierzu, oltre che Lanusei, a maggior ragione non si può pensare di contare sempre sull’abnegazione e sulla buona volontà, per le quali non saremo mai troppo grati, dell’operatore rimasto a prestare il servizio”.

“Il mio non è un voler puntare un dito contro qualcuno, perché non è nelle mie corde, né nelle mie intenzioni, non sarebbe certamente questo il sistema di affrontare quello che si comprende essere un problema molto più grande, dovuto alla carenza di specialisti e alla difficoltà di reperire personale che dice di non essere disponibile a prestare servizio nelle nostre zone interne della Sardegna. Il problema c’è, dunque, ed è un grande problema. La domanda di pazienti oncologici che sentono l’esigenza di un servizio di oncologia strutturato è significativamente crescente; non si può pensare di devolvere delle prestazioni così delicate essenzialmente a singoli specialisti e là dove si necessiti di assistenza più accurata, ci si debba rivolgere alle strutture delle province distanti da questi territori. Distanza che crea non poco disagio, se non impossibilità, per i pazienti più fragili di raggiungere altre sedi ospedaliere”.

“Ed il mio intento, da rappresentante istituzionale, è quello di non perdere di vista questi disagi sull’assistenza sanitaria che deve essere garantita in modo efficiente anche sul territorio ogliastrino, già penalizzato dai collegamenti per raggiungere altri presidi sanitari, e di dare voce ai cittadini più fragili. Quando pensiamo a chi ha queste patologie tumorali, ci dobbiamo mettere nei loro panni, “siamo tutti pazienti oncologici”.

Elisabetta Caredda

18 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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