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Lorenzin: “Siamo soddisfatti, ma la battaglia ancora non è vinta”


24 APR - “Abbiamo bisogno di una nuova alleanza tra politica e scienza come ha dimostrato il caso Stamina. Il decisore deve essere capace di ascoltare i dati della scienza e di prendersi la responsabilità delle proprie decisioni anche andando contro i consensi. Gestire la salute pubblica è un fatto primario e spero non ci siano passi indietro da parte delle nuove forze politiche. Auspico quindi che i dati sulle coperture vaccinali aiutino chi governerà a questa assunzione di responsabilità soprattutto alla luce dei decessi per morbillo che ancora continuano a verificarsi. Potremo dire infatti di essere usciti fuori dalle criticità solo quando non ci saranno più né morti né nuovi ricoveri”.
 
Questo il messaggio lanciato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin nel corso della presentazione dei dati sulle coperture vaccinali dopo il Decreto che ne ha introdotto l’obbligo e per il quale si è battuta con determinazione. “Siamo soddisfatti” ha sottolineato, perché “la legge sta raggiungendo l’obiettivo prefissato, ma il problema non è finito. Dobbiamo infatti far crescere la cultura vaccinale. Un paradosso che nel 2018 ancora se ne debba parlare”.
 
“I dati sono confortanti sulle fasce di età 0-6 dove è stata applicata la parte stringente della legge – ha spiegato – in pochi mesi abbiamo ottenuto risultati persino superiori a quelli della California dopo il caso Disneyland. E ora ci aspettiamo un incremento maggiore per raggiungere la copertura di massa. L’aspetto positivo è che la maggior parte delle Regioni ha incrementato le proprie coperture vaccinali. Invece la provincia autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Marche e Abbruzzo mostrano ancora con una forte resistenza alla vaccinazione, soprattutto rispetto al morbillo. Ma siamo confidenti che la situazione migliorerà, Abbiamo invece buchi vaccinali nelle fasce di età adolescenziali. Stiamo recuperando ma, per queste coorti, deve aumentare la consapevolezza da parte dei genitori sui rischi di una mancata vaccinazione. Registriamo infatti molti ricoveri tra i giovani adulti e il 40% vengono ricoverati con situazioni gravi. Consideriamo  poi – ha aggiunto – che molti casi di morbillo non sono stati dichiarati. L’arma principale rispetto al decesso o al trattamento in terapia intensiva è quindi la vaccinazione. Bisogna fare una grande lavoro di prevenzione”.
 
Quanto al rischio che un nuovo Governo possa essere sensibile a orientamenti no vax, non ha avuto dubbi: “Sono fiduciosa nella ‘realpolitik’, spero e credo che nessuno si voglia assumere la responsabilità di tornare indietro su una battaglia come quella delle vaccinazioni, soprattutto rispetto a dati epidemiologici così seri”.
 
Per il Lorenzin è poi necessario coinvolgere nell’ingaggio sulle vaccinazioni i Pediatri di libera scelta, i Mmg e in generale tutto il settore delle cure primarie. Anche perché, ha affermato, “laddove sono stati proattivi sono stati raggiunti grandi risultati”.
 
Sulle Regioni che ancora segnano il passo, ha commentato come non sia un problema di latitudine: tra le Regioni ancora indietro ci sono infatti tanto Bolzano quanto la Sicilia: “In alcuni casi ci può essere una visione anti-stato con una conseguente scarsa fiducia nelle istituzioni scientifiche, ma laddove è stata condotta un’azione proattiva a livello regionale i risultati ci sono stati. Per questo rivolgo i complimenti al Lazio che dopo i 2mila casi di morbillo ha recuperato e oggi è una regione virtuosa. Non vogliamo puntare l’indice sulle Regioni, ma aiutare in particolare in quei territori dove l’aderenza è stata minore e dove ci sono molte resistenze culturali e disinformazione. Vogliamo sostenere tutti nel promuovere azioni di sensibilizzazione come stiamo facendo con la Sicilia”.
 
Infine il Ministro ha ricordato l’importanza dell’Anagrafe vaccinale: “È fondamentale e permetterà a chi verrà dopo noi di fare un’analisi dettagliata”.

24 aprile 2018
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