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A Hellerup, la cittadina patria della Tuborg, un esempio di riabilitazione ‘eccellente’, con tanto di ‘living lab’

di M.R.B.

30 OTT - La dimissione di una persona anziana da un reparto ospedaliero, dopo una patologia ‘acuta’ comporta una serie di problemi, soprattutto per quanto riguarda il livello di autosufficienza del paziente, che può essere compromesso anche dopo appena qualche giorno di ricovero. Nella struttura per riabilitazione ‘breve’ di Hellerup (una cittadina a 15 minuti di treno da Copenhagen, famosa per essere la sede della birra Tuborg) arrivano gli anziani dimessi dopo un episodio di disidratazione o dopo un’infezione, per riacquistare la capacità di prendersi cura di se stessi una volta tornati a casa. Il periodo di degenza per questo tipo di finalità è in genere di poco superiore alle due settimane ed è gratuito; il paziente deve al più contribuire alle spese di vitto o di lavanderia.
 
Il centro di Hellerup (nella foto la zona living della struttura) accoglie in regime di degenza 53 ospiti; la sistemazione è in stanza singola con bagno attrezzato, armadietto per i medicinali a vari scomparti (diviso per le ore del giorno), letto articolato, ma per tutto il resto assomiglia più ad una mini-suite di un albergo di buon livello, che ad una stanza di ospedale (armadio a muro con frigorifero incorporato all’ingresso della stanza, angolo living con salottino, tavolino e sedie, ampie finestre con balconcino privato).
 
Negli ampi e luminosi corridoi dei reparti di degenza sono ‘parcheggiati’ deambulatori di ultima generazione che consentono al paziente di spostarsi in sicurezza e di riposarsi quando le gambe cominciano a dare segni di cedimento. Nella sala riservata al personale del centro, le cartelle cliniche dei pazienti sono a portata di ‘tocco’ sul megaschermo di un computer fissato alla parete che riporta i nomi di tutti ospiti. Toccando sul nome del paziente si apre la sua documentazione clinica, il foglio del programma riabilitativo e delle terapie, che viene aggiornato più volte al giorno.
 
La palestra al primo piano è dotata di moderne attrezzature sulle quali i fisioterapisti fanno allenare gli ospiti della struttura, alternando alla fisioterapia propriamente detta, dei momenti ludici (ad esempio colpire con una palla un gruppo di birilli) che sono in realtà degli esercizi volti a migliorare l’equilibrio degli ospiti. Un’ampia sala è dedicata infine alle attività occupazionali (canto, lettura, ecc) ed è aperta anche a ospiti esterni.
 
Anche gli spazi comuni sono molto confortevoli, come il ‘soggiorno’ che si apre su un luminoso bovindo con affaccio sul porticciolo turistico di Hellerup e reso ancor più confortevole da un caminetto elettrico e da una serie di poltrone e sedie a dondolo progettate su misura per gli anziani ospiti. A disposizione degli ospiti in qualsiasi momento del girono c’è sempre un cesto di frutta fresca, latte e succhi di frutta in frigorifero.
 
Parte integrante di questa struttura è il ‘living lab’. Si tratta di un laboratorio ‘real life’, costruito come una casa, con tanto di camera da letto, soggiorno, bagno, cucina, nel quale vengono testate una serie di soluzioni a misura di anziano: dai ‘cuscini musicali’ (‘Inmu’) per blandire i pazienti con Alzheimer senza dover somministrare loro sedativi o anti-psicotici, alle poltrone che ‘abbracciano’ i pazienti con demenza, al ‘Raizer’, uno strumento componibile, a metà tra una lettiga e una sedia con cintura di sicurezza, per rialzare da terra un ospite dopo una caduta, senza pregiudicare né il paziente, né la schiena dell’operatore (costo circa 3.300 €, ne sono stati acquistati già 60 nella sola municipalità di Copenhagen). Ci sono poi sollevatori ancorati al soffitto dell’abitazione che possono agevolmente sollevare il paziente dal un divano e depositarlo su una sedie a rotelle o su una seggiola per il pranzo e che fanno pensare ad una seggiovia. Tra le altre soluzioni in fase di testatura al momento della nostra visita anche delle speciali colonne per asciugare con tanti piccoli getti d’aria a varie altezze il paziente dopo il bagno o la doccia, uno speciale cucchiaio collegato ad un braccio robotico per imboccare una persona con problemi di tremori o di motilità alle mani, un ‘dimmer’ collegato a lampade speciali, che riproducono la tonalità della luce naturale in varie ore del giorno (mattina, mezzogiorno, pomeriggio).
 
Insomma un universo parallelo, ma completamente integrato nella struttura di riabilitazione, dove start-up o aziende consolidate chiedono di poter testare i loro prototipi. In alcuni casi, la relazione tecnica degli esperti delliving lab apre le porte all’acquistodi un particolare device o oggetto studiato per le persone più avanti con gli anni, da parte della municipalità di riferimento; nel caso della municipalità di Copenhagen un oggetto ‘promosso’ dal living lab può essere introdotto in una delle 44 nursing home, in uno dei 5 centri di riabilitazione o può essere messo a disposizione per qualcuno dei 10 mila anziani seguiti in assistenza domiciliare.
 
Maria Rita Montebelli

30 ottobre 2018
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