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Le 5 categorie di farmaci più prescritte nel 2018


18 LUG - I farmaci per il sistema cardiovascolare: primi per consumo e secondi per spesa
Nel 2018 i medicinali per il sistema cardiovascolare si confermano la categoria maggiormente consumata dagli italiani (487,4 DDD/1000 abitanti die), mentre sono al terzo posto in termini di spesa a carico del Ssn (3.240 milioni di euro; 53,6 euro pro capite).
 
La spesa per i farmaci cardiovascolari erogati in regime di assistenza convenzionata è stata pari a 48,98 euro pro capite, con una riduzione del -8,7% rispetto all’anno precedente, dovuta principalmente alla riduzione dei prezzi (-10%), mentre rimangono pressoché stabili i consumi (+0,6%).
Nello specifico dell’assistenza convenzionata i farmaci più utilizzati continuano ad essere gli ACE-inibitori da soli o in associazione (117,2 DDD/1000 abitanti die), seguiti dai sartani come monocomposti o in associazione (97,6 DDD/1.000 abitanti die), dalle statine come monocomposti o in associazione (79,6 DDD/1.000 abitanti die), dai calcio-antagonisti diidropiridinici (49,7 DDD/1000 abitanti die) e dai beta-bloccanti selettivi (37,8 DDD/1000 abitanti die).
 
Le statine si confermano al primo posto in termini di spesa (7,89 euro pro capite, anche se con una riduzione del 25% rispetto all’anno precedente). Relativamente ai medicinali cardiovascolari acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, la spesa ha fatto registrare un decremento del -7% rispetto al 2017, che si associa a una riduzione dei consumi del -3,2%. Gli altri antipertensivi sono la classe a maggior incidenza sulla spesa (32,0% dell’intera categoria).
 
Al secondo posto per consumi e quarti per spesa i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo
I farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo rappresentano nel 2018 la seconda categoria sia in termini di consumi (181,8 DDD/1000 abitanti die) che di spesa farmaceutica pubblica (2.835 milioni di euro). La spesa pro capite Ssn è stata pari a 46,9 euro, in aumento del +3,2% rispetto all’anno precedente.
 
La spesa derivante dall’assistenza convenzionata per i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo è stata pari a 33,01 euro pro capite, mentre il contributo derivante dall’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche risulta di minore entità (13,9 euro pro capite).
Per quanto riguarda l’assistenza convenzionata, sia la spesa che i consumi sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto al 2017, nonostante un leggero spostamento delle prescrizioni verso specialità più costose (effetto mix: +0,2%).
 
Nello specifico dell’assistenza convenzionata, gli inibitori della pompa protonica si collocano al primo posto in termini di consumi (67,1 DDD/1000 abitanti die) e di spesa (12,5 euro pro capite).
 
Per i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche si è registrata, rispetto al 2017, una crescita della spesa pari al +10% e una riduzione dei consumi del -6%. Gli enzimi e le insuline ad azione lunga rappresentano le categorie a maggior spesa.
 
I farmaci del sangue e organi emopoietici al terzo posto per consumi
Nel 2018 i farmaci del sangue e organi emopoietici si sono collocati al terzo posto in termini di consumi (129,9 DDD/1000 abitanti die) e al quinto in termini di spesa farmaceutica pubblica (2.082 milioni di euro). La spesa pro capite Ssn è stata pari a 34,4 euro.
 
Per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica convenzionata, la spesa ha fatto registrare una riduzione del -2,4% rispetto al 2017, dovuta principalmente allo spostamento delle prescrizioni verso specialità meno costose (effetto mix: -2,9%), mentre rimangono stabili i consumi (+0,6%) e i prezzi (-0,1%).
 
Gli antiaggreganti piastrinici (esclusa l’eparina) costituiscono la categoria terapeutica più frequentemente utilizzata (60,8 DDD/1000 abitanti die) e a maggior spesa (2,99 euro pro capite) in regime di assistenza convenzionata.
 
Sul versante degli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche è stata registrata una lieve crescita sia della spesa (+0,5%), a fronte di un aumento sostanziale dei consumi (+9,2%). La categoria terapeutica maggiormente utilizzata è ancora quella degli antiaggreganti piastrinici esclusa l’eparina (9,5 DDD/1000 abitanti die). Invece, la categoria a maggiore incidenza sulla spesa delle strutture sanitarie pubbliche è rappresentata dai fattori della coagulazione del sangue (7,7 euro pro capite), seguita dagli inibitori del fattore Xa (5,4 euro pro capite).
 
I farmaci del sistema nervoso centrale al quarto posto per consumi. Antidepressivi SSRI i più utilizzati
Nel 2018 i farmaci del Sistema Nervoso Centrale si posizionano al quarto posto in termini di consumi (89,4 DDD/1000 abitanti die) e al sesto in termini di spesa farmaceutica a carico del Ssn (1.782 milioni di euro). La spesa pro capite Ssn è stata pari a 29,5 euro.
 
Nello specifico dell’assistenza convenzionata, rispetto al 2017, si assiste a un moderato incremento dei consumi del +2,6%, in linea con il trend costruito sulla base dei consumi degli ultimi 3 anni, mentre la spesa risulta stabile (+0,2%).
Tra i farmaci attivi sul sistema nervoso centrale erogati in regime di assistenza convenzionata si confermano al primo posto per consumi gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), con 28,4 DDD ogni 1000 abitanti die. Gli antiepilettici (4,1 euro pro capite) e gli SSRI (3,3 euro pro capite) sono le prime categorie in termini di spesa.
 
Per quanto riguarda gli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche, si evidenzia un moderato incremento dei consumi (+5,2%) e un lieve aumento della spesa pro capite (+1,1%). La categoria degli altri antipsicotici rappresenta la categoria a maggior spesa con 2,6 euro pro capite.
 
Quinti per consumi i farmaci dell’apparato respiratorio
Nel 2018 i farmaci dell’apparato respiratorio si collocano al quinto posto in termini di consumi (43,6 DDD/1.000 abitanti die) e al settimo posto in termini di spesa farmaceutica pubblica (1.166 milioni di euro). La spesa pro capite a carico del Ssn è stata pari a 19,28 euro, in aumento del 4,4% rispetto all’anno precedente.
 
Nell’ambito dell’assistenza convenzionata, la spesa registra un calo (-1%) rispetto al 2017, a fronte di una sostanziale stabilità dei consumi (-0,4%) e di una riduzione dei prezzi (-1,9%).
I farmaci adrenergici e altri antiasmatici rappresentano la prima categoria terapeutica in termini di consumi (12,0 DDD/1000 abitanti die) e di spesa (7,9 euro pro capite).
 
Relativamente ai farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, rispetto al 2017 è stato registrato un incremento significativo della spesa (+44,9%), associato a una lieve incremento dei consumi (+1,8%). Altri preparati per il sistema respiratorio sono quelli che incidono maggiormente sulla spesa (45,5%), seguiti dagli altri antiasmatici per uso sistemico (43,3%).
 
I farmaci antineoplastici e immunomodulatori: primi per spesa farmaceutica complessiva
I farmaci antineoplastici e immunomodulatori rappresentano la categoria terapeutica a maggior impatto sulla spesa farmaceutica pubblica del 2018 (5.659 milioni di euro), mentre si collocano all’undicesimo posto per consumi (15,6 DDD/1000 abitanti die). La spesa pro capite a carico del Ssn è stata pari a 93,6 euro e in aumento del rispetto all’anno precedente (+9,5%).
 
Per quanto riguarda l’assistenza convenzionata, la spesa per i farmaci antineoplastici e immunomodulatori risulta in aumento +4,2% rispetto al 2017; tale andamento è determinato da un lieve calo dei prezzi (-0,7%) e da uno spostamento della prescrizione verso specialità più costose (effetto mix: +1,1%) e da un aumento dei consumi (+3,7%).

Nell’ambito del regime di assistenza convenzionata, gli inibitori enzimatici sono la prima categoria sia in termini di spesa (1,9 euro pro capite) che di consumi (2,6 DDD/1.000 abitanti die), seguita da altre sostanze ad azione immunosoppressiva e dagli inibitori della calcineurina (appartenenti alla classe degli immunosoppressori) con una spesa pro capite di 0,7 e un consumo, rispettivamente, di 1,5 e 0,2 DDD ogni 1000 abitanti die.
 
Sul versante degli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche, rispetto all’anno precedente, è stato registrato un aumento sia della spesa (+9,7%) che dei consumi (+4,1%). Gli anticorpi monoclonali sono la prima categoria in termini di spesa pro capite (24,1 euro), seguita dagli inibitori della protein-chinasi (15,3 euro pro capite) e dagli inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa) (10,5 euro pro capite).
 
La categoria che ha fatto registrare il maggior aumento di spesa nel 2018 rispetto all’anno precedente è rappresentata dagli antiandrogeni (+36,8%), seppure associata a una moderata riduzione dei consumi (-9,0%), seguita dagli inibitori dell’interleuchina (+28,6%), categoria che fa registrare anche l’aumento più consistente dei consumi (+33,3%). Al contrario la categoria terapeutica che invece registra la riduzione più consistente dei consumi nel 2018 è rappresentata dagli interferoni (-10,9%). Gli analoghi dell’acido folico sono la categoria che ha fatto registrare una riduzione consistente sia della spesa (-17,1%) che dei consumi (-8,3%).

18 luglio 2019
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