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Il Rapporto Iss sulle Amr: “In crescita le percentuali di resistenza”


18 NOV - Dall’Iss arrivano i nuovi aggiornati sulle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza nel 2019. Percentuali che si mantengono elevate e talvolta in aumento rispetto agli anni precedenti.

La percentuale di resistenza alle cefalosporine di terza generazione in Escherichia coli si conferma stabile (intorno al 30%), mentre un trend in calo negli ultimi cinque anni (2015-2019) si osserva per i fluorochinoloni (da 44,4% nel 2015 a 40,7% nel 2019).
Dopo aver osservato un calo nel 2018 rispetto al 2017, si è osservato un nuovo aumento nel 2019 nella percentuale di isolati di Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi, che sono passati dal 26,8% nel 2018 al 28,5% nel 2019; tuttavia considerando solo i laboratori che hanno partecipato alla sorveglianza sia nel 2018 che nel 2019 si riscontra una riduzione dal 26,4% a 22,7%.
La resistenza ai carbapenemi si è confermata molto bassa per E. coli (0,4%) ed è risultata in diminuzione nelle specie Pseudomonas aeruginosa (13,7%) e stabile in Acinetobacter (79,2%), rispettivamente.
 
Tra i batteri Gram-negativi, nel 2019 il 36,2% degli isolati di K. pneumoniae sono risultati multi-resistenti (resistenti a cefalosporine di III generazione, aminoglicosidi e fluorochinoloni), valore che si riduce a 11,7% per E. coli; per P. aeruginosa la percentuale di resistenza a tre o più antibiotici tra piperacillina-tazobactam, ceftazidime, carbapenemi, aminoglicosidi e fluorochinoloni è risultata pari a 13,1%, in diminuzione rispetto agli anni precedenti, mentre si è osservata una percentuale di multi-resistenza (fluorochinoloni, aminoglicosidi e carbapenemi) particolarmente alta (77,3%) ed in ulteriore aumento per Acinetobacter.
Per Staphylococcus aureus, la percentuale di isolati resistenti alla meticillina (MRSA) è risultata in leggero aumento (35,6%) rispetto all’anno precedente (33,9%), ma stabile (intorno al 33%) se si considerano solo i laboratori che hanno partecipato alla sorveglianza sia nel 2018 che nel 2019, mentre incrementi significativi si sono riscontrati nella percentuale di isolati di Enterococcus faecium resistenti alla vancomicina, che nel 2019 è risultata pari a 21,3%.
Per Streptococcus pneumoniae si è osservato un lieve aumento sia per la percentuale di isolati resistenti alla penicillina (11,9%) che per quelli resistenti all’eritromicina (22,4%).
 
I dati per il 2019
Nel 2019 hanno partecipato alla sorveglianza nazionale Ar-Iss 130 laboratori distribuiti su tutto il territorio Italiano (erano 98 nel 2018). Rispetto all’anno precedente è aumentata la copertura nazionale (dal 36% al 41%), espressa come proporzione dei giorni di ospedalizzazione in un anno ottenuti dalle Sdo per gli ospedali partecipanti alla sorveglianza rispetto al totale delle strutture in Italia.
L’aumento di copertura ha riguardato 13 Regioni/PA, in particolare un consistente aumento (>25%) rispetto al 2018 è stato registrato per Sicilia, Basilicata, Liguria e Umbria. La Sicilia è passata da 8,5% a 51,7%; la Basilicata da 26,5% a 61,6%; la Liguria da 18,4% a 48,7%; l’Umbria da 51,0% a 76,6%.
Pertanto, l’aumento di alcune resistenze che non si osserva confrontando gli 86 laboratori che hanno partecipato sia nel 2018 che nel 2019 potrebbe essere spiegato dall’aumento consistente di copertura per alcune regioni che presentano dati di resistenza elevati ad alcuni antibiotici, come ad esempio le cefalosporine di terza generazione e i carbapenemi per Klebsiella pneumoniae e MRSA per Staphylococcus aureus.
È stata poi fotografata la distribuzione del numero di isolati per patogeno (in totale 51.138). Il 99% è stato ottenuto da sangue e l’1% da liquor. Nella maggiore parte dei casi è stato isolato E. coli (36,9%), seguito da S. aureus (19,6%), K. pneumoniae (15,2%), E. faecalis (9,2%), P. aeruginosa (7,6%), E. faecium (5,6%), Acinetobacter spp. (3,2%) e S. pneumoniae (2,7%
La maggior parte dei pazienti con infezione invasiva da patogeni sotto sorveglianza è risultata di sesso maschile (56,4%) e con più di 65 anni di età (70,2%) (Tabella 2). Dal punto di vista dell’area di ricovero, il maggior numero di isolati appartiene all’area specialità medica (46,5%), seguita dal reparto di emergenza (19,7%) e dalla terapia intensiva (13,9%). Non si sono evidenziate differenze rilevanti fra i diversi patogeni nella distribuzione per sesso, età e area di ricovero.

I trend 2015-2019
Negli ultimi 5 anni (2015-2019) la percentuale di MRSA (S. aureus resistente alla meticillina) si è mantenuta piuttosto stabile nel tempo intorno al 34%, con un leggero aumento nell’ultimo anno (35,6%), mentre incrementi significativi sono stati riscontrati nella percentuale dei ceppi di E. faecium resistenti alla vancomicina (da 11,1% nel 2015 a 21,3% nel 2019). La percentuale di isolati di E. coli resistenti alle cefalosporine di terza generazione si è mantenuta piuttosto stabile (intorno al 30%), mentre va evidenziato un trend in calo fino al 2018 nella percentuale di isolati di K. pneumoniae resistenti ai carbapenemi (dal 33,2% nel 2015 al 26,8% nel 2018) ma con un lieve aumento nel 2019 (28,5%). Applicando un modello di analisi multivariata, in cui si è tenuto conto delle caratteristiche demografiche dei pazienti, del reparto ospedaliero di ricovero, dell’area geografica e della variabilità tra i laboratori partecipanti, è emerso un trend stabile per MRSA e CREC (E. coli resistente alle cefalosporine di terza generazione), un trend in aumento per VRE-faecium (E. faecium resistente alla vancomicina) e un trend in calo per CRKP (K. pneumoniae resistente ai carbapenemi).
 

18 novembre 2020
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