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Tutti i dati sulle polveri sottili: il disastro Italia


10 LUG - Non facciamo certo bella figura, come italiani, rispetto alla presenza di inquinanti nell’aria, nell’elenco dei siti presi in considerazione per lo studio ENCORE. L’Italia è in assoluto il paese la cui aria in città risulta più carica di elementi inquinanti, staccando di molto tutti gli altri paesi considerati tranne la Grecia, sia per quanto riguarda la presenza di diossido d’azoto, che per quella di particolato PM 10 e PM 2.5, ovvero le cosiddette polveri sottili.
 
A Torino, ad esempio, la presenza di PM10 – ovvero di particelle inquinanti microscopiche, il cui diametro è uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro – con i  suoi 46,6 microgrammi per metro cubo (ma alcuni centri arrivano anche a riportare 48,1) è la più alta in assoluto in Europa e quasi 3 volte e mezzo quella della città che ne presenta meno, ovvero Oslo, in Norvegia, dove la concentrazione di PM10 arriva appena a 15,5 microgrammi per metro cubo.
Non molto migliore la situazione di Roma, dove la concentrazione di queste polveri arriva ai 36,5 per metro cubo, che tolta Torino in Europa è seconda solo ai 45,2 microgrammi al metro cubo di Atene.
Nel resto del nostro continente i dati oscillano tra i più bassi della già nominata Oslo e di Stoccolma (13,6), e quelli registrati in Olanda (dove non c’è una città di riferimento per le osservazioni, ma un dato medio, pari a 25,3 microgrammi per metro cubo).
Se non si considerano le due nazioni più inquinate (Italia e Grecia), la media europea è di circa 18 µm al metro cubo, che sale a 26,3 se si considerano tutti i dati disponibili.
 
Forse ancor più preoccupanti sono i dati che riguardano la presenza di PM2,5, visto che questo particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro), è una polvere toracica, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specialmente quando si respira con la bocca.
Di nuovo, l’Italia è il paese che presenta la maggiore concentrazione in assoluto di queste molecole nell’aria, che a Torino arrivano addirittura a 30-31 microgrammi al metro cubo (a seconda del centro di ricerca in cui viene effettuata la misura). Di nuovo solo Atene si avvicina a questo valore, con il suo 20,4 seguito a ruota dai 19,4 microgrammi al metro cubo di Roma. Valori impensabili nel resto d’Europa, dove tolta l’Olanda che presenta un dato minore ma comunque confrontabile (16,8), i valori oscillano tra gli addirittura 6,6 µm al metro cubo di Stoccolma ai 13,6 di Vorarlberg in Austria.
Di nuovo la media europea considerati anche i paesi più inquinati è decisamente più bassa del dato italiano (15,3 µm al metro cubo), che diminuisce drasticamente se non si considerano Italia e Grecia, scendendo addirittura a 11,3 µm al metro cubo.
 
Simile la situazione che riguarda il diossido di azoto, prodotto in particolare dai motori diesel e forte irritante delle vie polmonari, già a moderate concentrazioni nell'aria. Di nuovo a Torino il record negativo, con 53-59,8 µm al metro cubo, che arriva ad essere addirittura 10 volte superiore alla concentrazione di diossido di azoto a Umeå in Svezia, che detiene invece il record positivo (5,2 µm al metro cubo). Vicini alla città piemontese ancora una volta solo Atene (38) e Roma (39,1), ma anche Varese (43,8), di cui invece non sono disponibili dati sui particolati PM10 e PM2,5.
Media europea senza Italia e Grecia:  18,5 µm al metro cubo
Media europea con Italia e Grecia: 27,1 µm al metro cubo

10 luglio 2013
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