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Gli italiani e i vaccini. L'analisi completa della ricerca


13 OTT - “Il problema nasce lontano nel tempo: tanto più i vaccini sono efficaci e le malattie spariscono o diminuiscono, tanto più diventa significativo il movimento di opinione contrario alla vaccinazione”. Così si legge proprio all'inizio dell'analisi dei dati raccolti da Eikon, sulla percezione della vaccinazione in grandi e piccini in Italia. “Tra tutte le scoperte scientifiche e gli strumenti offerti dalla medicina per la salute e la cura, i vaccini rappresentano l’area forse più caratterizzata da vissuti problematici, dati discordanti, rappresentazioni sociali antagoniste. La mancanza di un’esperienza diretta e diffusa della patologia associata al vaccino fa prevalere scelte e vissuti “a priori”, guidati da stili di vita, emozioni, rappresentazioni della salute che poco hanno a che vedere con valutazioni di opportunità ed efficacia del singolo vaccino”.

Secondo quanto fanno sapere Eikon e Pfizer – che ha commissionato la ricerca – l'inchiesta ha proprio l’obiettivo di offrire una mappatura delle componenti simboliche e socio-antropologiche che costruiscono la diffidenza sociale verso i vaccini. “La forte componente emotiva associata ai vaccini rende spesso difficile la verbalizzazione dell’intervistato nelle ricerche quali-quantitative tradizionali”, dicono.
E vista l’importanza crescente che è stata assunta da internet e soprattutto dai social network nel discorso sulla salute, il metodo scelto per osservare questa componente sociale è stato proprio quello di analizzare le conversazioni spontanee online, in modo da ottenere un punto di osservazione privilegiato su emozioni, rappresentazioni e miti associati ai vaccini. Il social web (forum, social network) ha infatti favorito un ampliamento della comunicazione sociale intorno alla salute e alla malattia. Secondo i dati di BUPA HEALTH PULSE, una survey internazionale in 12 paesi, in Italia quasi l’80% dei navigatori utilizza Internet per informazioni sui farmaci e il 40% pratica l’autodiagnosi a partire dalle informazioni reperite in rete. Le informazioni su Internet sono immediatamente accessibili, possono dare risposta in tempo reale a bisogni, paure e dubbi. Consentono ad ognuno di scegliere la fonte che più gli corrisponde e lo convince o rassicura.
Così, spiegano ancora, “la ricerca consiste nell’analisi lessicale e del contenuto delle conversazioni più significative presenti in rete, che abbiano contenuti anche recenti. In altre parole, sono state incluse nell’analisi anche conversazioni di anni passati che però continuano oggi, se molto seguite e visibili”.

Ma come, nello specifico? Sono state analizzate le conversazioni in lingua italiana pubblicate su forum e pagine Facebook selezionate tra le più rappresentative del discorso sociale sui vaccini (numero di visite, numero di messaggi, aggiornamento). Non sono stati analizzati siti medici, testate giornalistiche e portali, perché la ricerca ha mirato a ricostruire le rappresentazioni e i vissuti spontanei.
Così è stato scelto un campione di 1.751 messaggi pubblicati tra gennaio e agosto 2013, e si è scoperto che ogni mese in media in Italia la parola chiave vaccino viene ricercata 4.400 volte su Google. Se si considerano le varianti (vaccini, vaccinazioni, ecc.), si arriva a più di 11.000 ricerche medie mensili.
  
I protagonisti della conversazione sui vaccini
I forum sono il luogo privilegiato in cui i navigatori parlano di vaccini (76% dei post analizzati). A differenza di Facebook, che espone il nostro io socio-anagrafico, nei forum spesso si parla protetti da nickname. L’intimità anonima che caratterizza l’interazione nei forum facilita l’espressione spontanea di opinioni, paure, scelte e dubbi, che talvolta si esita ad esprimere offline, anche al proprio medico.
Nella metà delle conversazioni, il protagonista del discorso sociale online sui vaccini è la madre di un bambino. Il padre sembra essere inesistente o comunque non rivela in modo esplicito il suo ruolo. Assenti i familiari di anziani.
Il linea con la centralità delle madri, MPR ed ESAVALENTE sono i vaccini di cui si parla di più. Marginale il vaccino influenzale.
 
In generale, le ambivalenze, i dubbi e le paure sembrano concentrarsi tutte intorno al bambino. Emerge un’indifferenza al vaccino in età adulta, per gli anziani o per le categorie a rischio.
L’assenza di un discorso sociale online sui vaccini in età adulta sembra collegarsi ad almeno 3 fattori chiave:
1) una bassa percezione del rischio in relazione alle malattie che il vaccino può prevenire;
2) la varietà degli agenti causali connessi alla malattia e alle forme possibili di prevenzione: lo stile di vita, la dieta, i cosiddetti metodi “naturali”. Nelle rappresentazioni, la causa della malattia non è quasi mai solo medica e quindi casuale, ma si connette spesso ad agenti patogeni rintracciati nelle condizioni di vita e lavoro (dallo smog allo stress).
3) La centralità del ruolo del medico nel costruire consapevolezza intorno ai rischi della malattia e alla scelta del vaccino. Come mostrano i trend relativi al vaccino anti-influenzale, per l’adulto il medico ha un ruolo determinante nella decisione pro-vaccino.
  
Pro o contro i vaccini
Nel social web prevale chi è contrario alle vaccinazioni (52%). Chi è a favore rappresenta il 33%. Il 15% ha invece un’opinione più articolata, con giudizi positivi e negativi, e comunque esprime dubbi e perplessità.
Emerge una forte polarizzazione tra chi è pro e chi è contro, con accuse reciproche di disinformazione. Solo nel 15% dei messaggi le valutazioni sono più complesse e prevale un orientamento a giudicare caso per caso.
Chi è pro ritiene i vaccini fondamentali ed efficaci. Le emozioni prevalenti sono la tranquillità e il senso di protezione.
Chi è contro ritiene i vaccini poco sicuri e non così importanti per contrastare la malattia. Prevalgono diffidenza e paura. L’autismo è il rischio percepito più significativo (36% dei messaggi).
I giudizi si basano soprattutto sulla propria esperienza personale (29%). Il vaccino è una componente di una visione più globale della malattia e della cura. La scelta contro il vaccino talvolta si lega ad una critica alla medicina e ad un ricorso all’omeopatia. Il fondamento scientifico dell’efficacia dei vaccini è spesso messo in discussione. Nel 18% dei messaggi si fa riferimento a fonti scientifiche e il solo 14% cita fonti mediche.
 
Spesso l’orientamento contro i vaccini che prevale su Internet è interpretato con la tendenza del web ad alimentare paure, allarmismi e teorie del complotto, o comunque è associato ad una “mancanza” di informazioni, di razionalità, ecc. In realtà, le conversazioni spontanee mostrano un quadro più articolato.
Il fronte pro, anche se minoritario, è comunque significativo (33%) e il 15% presenta giudizi più articolati. Nello stesso tempo, le ragioni del pro rischiano di essere meno capaci di creare consenso. La malattia che il vaccino previene è spesso poco visibile. Il racconto personale di chi ritiene di aver subito i danni del vaccino produce invece un contagio emotivo immediato.
Chi è contro non ha meno informazioni, piuttosto filtra le informazioni a partire da un insieme di emozioni e rappresentazioni collettive e personali. Sembrano prevalere scelte e vissuti guidati da stili di vita, emozioni, rappresentazioni della salute e della scienza che sono sempre meno monolitiche e allineate sul modello biomedico prevalente. 

13 ottobre 2013
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