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Lazio: eccellenza delle produzione con un export da record


04 APR - Prima regione farmaceutica per export, seconda per numero di occupati e investimenti, 50 imprese sul territorio. È la fotografia dell’industria farmaceutica del Lazio che, con 15 mila addetti diretti (di cui 1.075 in R&S) e quasi 20 mila con l’indotto, è nella top ten delle regioni farmaceutiche d’Europa. L’occasione per presentare i dati dell’industria farmaceutica del Lazio è stato l’incontro promosso da Farmindustria a Latina, presso lo stabilimento della Janssen, nell’ambito del tour itinerante per l’Italia dal titolo “Produzione di Valore. L'industria del farmaco: un patrimonio che l'Italia non può perdere” e che ha già toccato Sesto Fiorentino, Bologna, Parma e Monza.

Il Lazio, ha commentato Farmindustria in una nota in cui ha diffuso i dati della realtà nazionale e laziale delle imprese del farmaco, è “una punta di diamante per l’Italia, che può diventare un hub della farmaceutica europea con politiche che migliorino l’attrattività del Paese per gli investimenti”.

Numeri di rilievo, concretizzatisi a partire dagli anni ’70 e con un trend di crescita della presenza industriale nella Regione. All’inizio degli anni ’60 a Latina gli addetti erano 300, oggi sono 5.000. A Roma da poco più di 4.000 nel 1961 si è passati a 8.000; Frosinone e Rieti, prima assenti dalla geografia dell’occupazione farmaceutica, contano rispettivamente 2.000 e 250 addetti. E Roma e Latina sono la seconda e terza provincia d’Italia, dopo Milano.

L’industria farmaceutica vale il 10% dell’occupazione manifatturiera regionale, circa il 20% degli investimenti, il 32% degli addetti laureati. A Latina è il primo settore per numero di addetti (20% del totale), laureati (54%), presenza femminile (30%) e investimenti (34%). A Roma tra i primi tre, a Frosinone tra i primi cinque.

Il valore dell’export nel 2013 ha superato 7 miliardi (venti milioni di euro al giorno) degli 8 totali della farmaceutica nella regione. Rispetto al totale delle esportazioni dell’industria manifatturiera, la farmaceutica pesa per il 76% a Latina, il 58% a Frosinone, il 16% a Roma, il 53% a Rieti (42% è la media del Lazio).

L’export della regione è cresciuto nel 2013 del 15% e dal 2008 del 18% medio annuo, mentre gli altri settori hanno registrato un -1%. La farmaceutica rappresenta inoltre l’82% dell’export hi-tech e, secondo i dati del centro studi di Intesa SanPaolo, il Lazio è il primo polo tecnologico d’Italia per vendite all’estero.

Le aziende complessivamente investono 600 milioni ogni anno in produzione e ricerca (più del 10% del totale dell’industria nella Regione) distribuendo sul territorio insieme con l’indotto oltre 1 miliardo di spese per il personale, che si trasformano in consumi delle famiglie. Rispetto alla media manifatturiera, investimenti e valore aggiunto per addetto raggiungono poi livelli più che doppi.

E “il Lazio rappresenta un esempio virtuoso anche nella ricerca”, sottolinea Farmindustria spiegando che “i traguardi raggiunti sono frutto di un network pubblico-privato necessario per offrire cure sempre più efficaci e rimanere competitivi a livello internazionale nello studio di nuovi medicinali”.

Network orientato oggi soprattutto verso i farmaci biotech, che costituiscono la parte più significativa delle terapie innovative e in sviluppo.

Ma anche nelle biotecnologie il Lazio eccelle. È al secondo posto, dopo la Lombardia, per numero di imprese (20). E non solo. È la seconda Regione per presenza industriale nell’ambito dei medicinali biotech, rappresentando il 20% del fatturato e dell’attività di R&S (oltre 200 milioni).

“Senza dimenticare – conclude Farmindustria - le produzioni Conto Terzi, che in Italia raggiungono 1.200 milioni di euro. Anche queste testimoniano la qualità dell’attività industriale e delle Risorse Umane presenti sul territorio, che ha permesso a diversi impianti industriali, pure nel Lazio, di continuare ad essere operativi, dopo le trasformazioni imposte da cambiamenti societari avvenuti a livello internazionale”.

04 aprile 2014
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