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Prematurità. I commenti di Bustreo (Oms), De Biasi (Pd), Mosca (Sin), Bruscagnin (Vivere Onlus)


22 NOV - La prematurità colpisce ogni anno 15 milioni di bambini al mondo, causando globalmente oltre un milione di decessi: una situazione, fotografata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che richiede attenzione da parte di tutte le componenti socio-sanitarie.
“La nascita prematura è diventata la principale causa di mortalità nel mondo per quanto concerne i bambini al di sotto dei cinque anni”, ha dichiarato la Dottoressa Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale, Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in un messaggio inviato in occasione del Tavolo Tecnico dedicato alla nascita prematura. “Durante la 67a Assemblea Mondiale della Sanità tenutasi a Ginevra nel Maggio di quest'anno i 194 Stati membri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno adottato un piano d'azione globale dal titolo “Ogni neonato: un piano d'azione per porre fine alle morti evitabili”.
 
Tra i temi emersi in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità c'è il problema della riorganizzazione della rete perinatale e del riordino dei punti nascita. Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato ha rimarcato con forza "la necessità di chiudere i piccoli punti nascita (quelli con volume di attività inferiore ai 500 parti l’anno), che ancora sopravvivono a macchia di leopardo nel nostro Paese, ma con una maggiore concentrazione nel meridione, nell’ottica di garantire sicurezza non solo alla diade mamma – neonato ma anche agli stessi operatori sanitari e di valorizzare i centri di eccellenza”, spiega De Biasi. “Ribadendo quanto affermato dal Ministro Lorenzin, sulla necessità di un impegno concreto da parte delle Regioni, sottolineo l’importanza di mettere al centro della nuova riorganizzazione i principi fondamentali dell’umanizzazione e della sicurezza, in uno spirito di impegno territoriale e di collaborazione nazionale”.
 
Un ruolo centrale nella cura del neonato pretermine, infatti, viene assunto dalla TIN (Terapia Intensiva Neonatale), come ha precedentemente sottolineato anche il Professor Fabio Mosca, Presidente Regione Lombardia S.I.N. e Direttore della Struttura complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva della Mangiagalli di Milano: oltre alla necessità di personale infermieristico altamente specializzato, “si deve creare una rete di assistenza domiciliare post-dimissione, per garantire la continuità assistenziale e il monitoraggio dello sviluppo motorio, cognitivo e comportamentale di questi bambini”, sottolinea il Professore, che ricorda che “la Regione Lombardia conta su una rete di 71 punti nascita e 19 Terapie Intensive Neonatali accreditate”.
 
Da non dimenticare, poi, l'importanza delle "Associazioni di genitori, motivate dal comune desiderio di condividere la propria dolorosa esperienza in seguito al ricovero in Unità di Terapia Intensiva Neonatale", sottolinea l'Avvocato Martina Bruscagnin, Presidente di Vivere Onlus, Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, che raggruppa 37 Associazioni nazionali. "L’esperienza dell’ospedalizzazione prolungata è molto faticosa – fisicamente e psicologicamente – ma ancor più difficile è il rientro a casa. Molte mamme di bambini prematuri escono dall’ospedale quando il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, conteggiato dalla data del parto, si è già esaurito. Sarebbe opportuno intervenire a livello legislativo, al fine garantire una tutela su misura per queste donne: per bimbi extraSmall, è necessario un congedo extraLarge”.

22 novembre 2014
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