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Ricciardi: “Un nuovo Istituto per i nuovi bisogni di salute”


07 FEB - Al termine di un complesso processo di riorganizzazione, il riordino dell’Istituto Superiore di Sanità è finalmente giunto ai nastri di partenza e in perfetto orario. Tradizione e innovazione sono le parole chiave con cui abbiamo cercato di ridisegnare il volto dell’Ente, cercando di custodire storia e valori, ma guardando al futuro, ai nuovi contesti in cui si creano i nuovi bisogni sanitari e si costruisce nuova conoscenza e sviluppo.

Il più grande Istituto di Sanità Pubblica del nostro Paese si compone oggi di 16 Centri Nazionali 6 dipartimenti ed un Organismo Notificato che affiancano il Servizio sanitario Nazionale e tutte le Istituzioni nel tutelare la salute dei cittadini attraverso attività di ricerca, ma anche di controllo, consulenza e valutazione dei rischi, sorveglianza delle patologie, formazione ed orientamento delle politiche sanitarie su evidenze scientifiche per la migliore efficacia e efficienza dell’intero Sistema. Ed è anche grazie all’alta competenza del suo personale, coniugata a un forte spirito di servizio che, secondo gli ultimi dati, nel 2015 sono stati effettuati su mandato istituzionale oltre 12.000 interventi tra pareri, controlli e valutazioni a tutela della salute degli italiani.


E se l’evidenza scientifica sarà il filo conduttore, lo spirito da cui saranno guidate tutte le attività dell’Istituto, l’altra chiave strategica sarà l’”internazionalizzazione”.

Abbiamo pensato un Istituto in rete, la stessa sulle quali cammina oggi la crescita della conoscenza, impensabile se non in termini di scambio e di condivisione. Ed è in questa rete, che è anche sfida e competizione, che abbiamo pensato di far correre il nuovo Istituto, che oggi ha un ufficio a Bruxelles, dove rafforza e moltiplica presenza e autorevolezza.

Ma è in prima istanza ai bisogni sanitari del Paese che l’Istituto è chiamato a rispondere, un Paese dove raddoppieranno nei prossimi venti anni i malati di Alzheimer e dove i tumori e le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte, ed è chiamato a farlo attraverso una ricerca che si traduce in diagnosi e cura, ma anche attraverso l’elaborazione di sistemi che ottimizzino l’assistenza e rendano più efficiente il Sistema Sanitario. E così accanto ai Dipartimenti tradizionali come neuroscienze, malattie infettive, sicurezza alimentare, oncologia, ambiente o quello dedicato alle malattie cardiovascolari sono stati creati un Centro di Valutazione delle tecnologie sanitarie, uno per quelle innovative in Sanità Pubblica e un Centro Nazionale per l’eccellenza clinica la qualità e la sicurezza delle cure in modo da fornire indicazioni per supportare le scelte di ciò che è realmente efficace evitando sprechi e dispersioni di energie umane e finanziarie.

Se ricerca e controllo sono il cuore dell’attività dell’Istituto non mancano però alcuni canali diretti con i cittadini che negli ultimi anni si sono rafforzati. I telefoni verdi, aperti tutti i giorni, rispondono a tutti coloro che hanno bisogno di un orientamento, si pensi al fumo e alle malattie a trasmissione sessuale che nell’ultimo anno hanno evaso circa mille chiamate al mese per indirizzare i cittadini su queste tematiche.

E i cittadini sono i destinatari principali e diretti anche della ricerca dell’Istituto che in questo suo nuovo assetto sottolinea ancora di più la sua vocazione a quella traslazionale, quella da trasferire al letto del paziente. È una ricerca, quella dell’Istituto, indipendente che gode di un finanziamento che rimane prevalentemente istituzionale. Nel 2017, infatti, il Ministero della Salute, attraverso la ricerca finalizzata, i progetti CCM e i progetti vincolati contribuirà da solo per circa la metà del finanziamento con circa 18.000.000 di euro, altri 9.000.000 di euro provengono da progetti europei, mentre la partnership pubblico-privato, sempre nell’anno in corso, prevede che giunga un contributo crescente, un’apertura che è possibile nell’ambito di obiettivi in cui ci sia un’alleanza per la salute pubblica e di regole di trasparenza previste dal nuovo Codice etico di cui si è dotato l’Istituto.

Alla crescita della conoscenza deve corrispondere però la sua diffusione, poiché alla costruzione della salute oggi più che mai siamo chiamati a contribuire tutti. La lotta alle malattie non si può fare solo con i farmaci perché è inutile, costosa e non riesce a elevare il livello di qualità della vita. Si fa anche e prima di tutto con la prevenzione e la promozione della salute a cui abbiamo dedicato un Centro. Ma la difesa della salute è anche cultura e uno dei nostri impegni, nel futuro dovrà necessariamente essere quello di fare in modo che le acquisizioni della conoscenza non siano un cumulo di pietre ma, in un sistema complesso che coinvolge i cittadini, diventino delle vere e proprie case in cui abitare una vita sana. 
 
Walter Ricciardi
Presidente ISS 
 
Fonte: Newletter dell'Iss

07 febbraio 2017
© Riproduzione riservata
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