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Malattie croniche cardiovascolari. Gruppo Servier con Elio e le Storie Tese per l’aderenza terapeutica


E’ partita la campagna del Gruppo Servier in Italia per l’aderenza terapeutica nelle malattie croniche cardiovascolari. Testimonial d’eccezione il gruppo Elio e le Storie Tese, che ha realizzato il jingle dell’iniziativa.

26 NOV - L’aderenza alle terapie, specialmente in quelle croniche cardiovascolari, è un tema ricorrente nella gestione delle patologie, come il ritornello in una canzone. E “Come un Ritornello” è il titolo della nuova campagna del Gruppo Servier in Italia finalizzata a promuovere l’aderenza terapeutica proprio nelle malattie croniche cardiovascolari.

Protagonista della campagna un gruppo cult della musica leggera italiana, Elio e Le Storie Tese, che ha realizzato un jingle dedicato ai pazienti per spiegare l’importanza di seguire correttamente le indicazioni del medico e garantire così l’efficacia della terapia.

“Partecipare a questa campagna è stata una bella esperienza – affermano Elio e le Storie Tese – siamo consapevoli dell’importanza del ruolo che ricopriamo, soprattutto perché la voce di personaggi noti viene più facilmente ascoltata dal pubblico. Mettere in musica messaggi importanti e complessi è stata una sfida che ci ha arricchito e, se aiuterà le persone affette da malattie cardiovascolari a vivere in modo più sereno la propria quotidianità, vorrà dire che avremo ottenuto un grande successo.”

In Italia solo il 50% degli over 65 segue correttamente le indicazioni del medico in merito alle cure. Le motivazioni possono essere diverse, come la dimenticanza, la complessità della terapia, la durata e gli eventuali effetti collaterali del trattamento e la mancata percezione sulle potenziali conseguenze della non aderenza. Inoltre le comorbidità, spesso presenti, fanno sì che il numero di farmaci da assumere aumenti e con esso la difficoltà ad aderire correttamente al piano terapeutico.

Il messaggio della campagna “Come un Ritornello” è dunque quello di condividere le motivazioni alla base delle scelte terapeutiche del medico e di seguirne le indicazioni, evitando di fare di testa propria interrompendo le cure senza motivo.

“La parola d’ordine per i medici deve essere condivisione – dichiara Giovambattista Desideri, Direttore UOC Geriatria, Lungodegenza Geriatrica e Scuola di Specializzazione in Geriatria Università degli Studi dell’Aquila – Il successo di ogni intervento terapeutico, infatti, presuppone necessariamente il coinvolgimento attivo e collaborativo del paziente che deve essere adeguatamente responsabilizzato nell’attuazione degli interventi terapeutici pianificati a tutela del proprio stato di salute. Un paziente che conosce i benefici del trattamento sarà più propenso ad aderire con scrupolo alle prescrizioni terapeutiche del medico. Questa “alleanza” medico-paziente è soprattutto importante nella gestione delle malattie croniche, particolarmente diffuse nella popolazione adulta-anziana, perché la frequente coesistenza di più patologie può richiedere a volte trattamenti piuttosto articolati.”

La scarsa aderenza determina una inevitabile inefficacia delle terapie e un aumento della morbilità e della mortalità. Questo si traduce non solo in un danno per il paziente, ma anche per la società e il Sistema Sanitario Nazionale, chiamati ad assorbire i costi diretti e indiretti generati dagli interventi sanitari e previdenziali necessari per gestire eventi maggiori e disabilità correlate.

“La soluzione al problema della scarsa aderenza va ricercata soprattutto nella semplificazione della terapia, cercando di evitare il più possibile la frammentazione delle assunzioni dei farmaci nell’arco della giornata e riducendo al massimo il numero delle compresse – continua Desideri – Efficacia, tollerabilità e semplicità del trattamento rappresentano, infatti, i requisiti indispensabili per raggiungere il successo terapeutico. L’attuale disponibilità di associazioni precostituite di farmaci di comune utilizzo in ambito cardiovascolare, quali antipertensivi ed ipocolesterolemizzanti, consente al medico di raggiungere i diversi obiettivi terapeutici di volta in volta richiesti utilizzando un numero ridotto di compresse".

La pandemia di Covid-19 ha rappresentato e, in parte, rappresenta ancora, un’ulteriore barriera posta tra medico e paziente. Visite mancate e impossibilità di un confronto in presenza sono un forte ostacolo all’instaurarsi di un rapporto forte tra medico e paziente, in particolare per gli over-65, che generalmente hanno meno dimestichezza con gli strumenti digitali.
 
“Servier crede fortemente nel contributo che può dare al Sistema Salute del nostro Paese, ancora di più in questo periodo di pandemia, in cui i più colpiti sono i pazienti ‘fragili’, anziani cronici e politrattati – osserva Marie-Georges Besse, Direttore Medical Affairs Gruppo Servier in Italia– Per questo motivo, da una parte ci impegniamo nella ricerca di farmaci innovativi e ‘patient friendly’, che sostengano il paziente nella corretta assunzione della terapia, come le combinazioni a dosi fisse e le polipillole, dall’altra mettiamo a disposizione strumenti educazionali e campagne di sensibilizzazione dirette a favorire la consapevolezza di quanto l’aderenza terapeutica sia cruciale per la salute del paziente, del Ssn e della società. ‘Come un Ritornello’ ora, ‘Impazienti Cronici’ e ‘Al Cuore dell’Aderenza’ negli anni scorsi, rappresentano solo alcuni esempi del nostro continuo sforzo per contrastare e controllare l’impatto delle patologie cardiovascolari a livello del singolo paziente e della collettività.”

26 novembre 2021
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