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Chemioterapia e infertilità. Online la mappa dei centri italiani che crioconservano gameti


Il censimento è stato effettuato dalla Società di Conservazione della Fertilità ProFert, prima in Italia a offrire online l’elenco completo dei siti cui rivolgersi. Il presidente Andrea Borini: “Era quello che mancava per aiutare medici e pazienti, con questo strumento il procedimento è semplificato e più rapido”.

19 LUG - La scienza lo permette ormai da tanto: crioconservare cellule uovo o embrioni prima di sottoporsi ad un trattamento di chemioterapia, cosicché quando il male è stato sconfitto e se si ha voglia si possa ancora decidere di avere una gravidanza. Nonostante questo, per molte donne questa possibilità rimane ancora un sogno, spesso perché non sono a conoscenza della possibilità. Ma oggi c’è a disposizione un nuovo strumento per tutti pazienti malati di tumore in età fertile: per la prima volta una Società Scientifica ha censito l’elenco dei centri italiani che effettuano la crioconservazione dei gameti  e del tessuto ovarico. Si tratta della Società di Conservazione della Fertilità ProFert, che ha pubblicato online la mappa online, rendendola accessibile al sito www.profert.org.
 
Il problema nasce dal fatto che quando ci si sottopone a radiazioni o chemioterapiai farmaci che curano dal tumore possono causare menopausa precoce o l’infertilità indotta. Ecco perché queste condizioni sono proprio tra i problemi principali che si presentano ai pazienti che hanno sconfitto un cancro in età giovanile. “Gli ultimi risultati provenienti dalla Banca dati Tumori mostrano come, in donne italiane di età compresa tra i 15 e i 44 anni, affette da qualsiasi patologia tumorale maligna,  ci sia stata, dal 1970 fino al 2009, una riduzione della mortalità dal 27,81 % al 14%”, ha spiegato Andrea Borini, Presidente di ProFert. “Ma le terapie utilizzate per curare i tumori portano ad uno stato di sterilità irreversibile. Le ovaie sottoposte a radioterapia e a chemioterapia perdono il loro patrimonio follicolare facendo entrare la paziente in menopausa forzata. È quindi importante poter conservare a bassissime temperature seme, oociti o porzioni  di tessuto ovarico prelevati prima delle cure, in modo da poterli utilizzare dopo la guarigione dal tumore per cercare di avere una gravidanza”.
Per questo, nei malati oncologici il prelievo di ovociti o di tessuto ovarico deve essere fatto prima dell’inizio delle cure: ciò significa che l’oncologo che ha in cura la paziente deve informarla di questa possibilità nel più breve tempo possibile e agire in stretta e immediata collaborazione con un esperto di procreazione assistita.
Grazie a questa sinergia, ad oggi nel mondo sono nati più di mille bambini da ovociti congelati e ventuno da tessuto ovarico. Un buon risultato, data la specificità del trattamento, che però può sicuramente essere migliorato. “Ecco perché era necessario creare prima di tutto una rete di informazione che coinvolgesse i medici  e le pazienti così da agire sul campo con rapidità”, ha continuato Borini. “Il tessuto ovarico può essere prelevato dal chirurgo direttamente nell’ospedale in cui è in cura la donna, congelato e poi spedito in un Centro specializzato per la conservazione. Ora, grazie alla mappa che abbiamo messo online trovare il centro più vicino è più semplice. La mia, la nostra vittoria sarà sapere che questo lavoro serve. A far nascere bimbi. Perché le buone notizie si moltiplichino”.
 

19 luglio 2012
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