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Leucemia mieloide acuta con mutazione di Idh1: combo ivosidenib/azacitidina migliora la sopravvivenza


Novità nel campo delle terapie per la Leucemia Mieloide Acuta con mutazione di IDH1. Nello studio AGILE la combinazione di ivosidenib e azacitidina ha migliorato nei pazienti adulti la sopravvivenza libera da eventi e la sopravvivenza globale rispetto ad azacitidina più placebo.

13 DIC - Servier ha annunciato i dati di fase 3 dello studio globale AGILE, che mostrano come ivosidenib in combinazione con azacitidina migliora significativamente la sopravvivenza libera da eventi e la sopravvivenza globale rispetto ad azacitidina più placebo in pazienti adulti affetti da Leucemia Mieloide Acuta (LMA) con mutazione di IDH1 non trattata in precedenza, non candidabili alla chemioterapia intensiva.

Questi dati saranno presentati in una sessione orale oggi, 13 dicembre, nell’ambito del 63° Convegno della Società Americana di Ematologia in corso ad Atlanta (Abstract #697).

Le evidenze
Il trattamento con ivosidenib in combinazione con azacitidina ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza libera da eventi (event-free survival, EFS) (HR = 0,33 [CI al 95% 0,16, 0,69]; P unilaterale = 0,0011). Inoltre, la combinazione di ivosidenib con azacitidina ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza complessiva (overall survival, OS) (HR = 0,44 [IC al 95% 0,27, 0,73]; P unilaterale = 0,0005), con una OS mediana di 24 mesi nel braccio trattato con ivosidenib + azacitidina rispetto a 7,9 mesi nel braccio trattato con placebo + azacitidina.

“La leucemia mieloide acuta è un tipo di tumore in rapida progressione e la prognosi è spesso sfavorevole”, afferma Stephane De Botton, Principal Investigator and Head of Multidisciplinary Hematology Committee, Institut Gustave Roussy Villejuif, Francia. “Il nostro obiettivo con il trattamento è prolungare la sopravvivenza globale e l’impressionante beneficio clinico dopo il trattamento con ivosidenib in combinazione con azacitidina è incredibilmente promettente per questi pazienti affetti da leucemia mieloide acuta con mutazione di IDH1 non trattata in precedenza.”

Ulteriori risultati dello studio
Gli sperimentatori hanno riportato i risultati dei principali endpoint secondari dello studio AGILE, tra cui:
• Il tasso di remissione completa (complete remission, CR) è stato del 47,2% (n=34/72) per ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto al 14,9% (n=11/74) per placebo più azacitidina (p <0,0001).
• Il tasso di CR + CR con recupero ematologico parziale (CR + CRh) è stato del 52,8% (n=38/72) per ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto al 17,6% (n=13/74) per placebo più azacitidina (p <0,0001).
• Il tasso di risposta obiettiva (objective response rate, ORR) è stato del 62,5% (n=45/72) per ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto al 18,9% (n=14/74) per placebo più azacitidina (p <0,0001)

Gli eventi avversi (adverse event, AE) comuni di qualsiasi grado verificatisi in oltre il 20% dei pazienti trattati con ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto a placebo più azacitidina sono stati: nausea (42,3% vs. 38,4%), vomito (40,8% vs. 26,0%), diarrea (35,2% vs. 35,6%), piressia (33,8% vs. 39,7%), anemia (31,0% vs. 28,8%) neutropenia febbrile (28,2% vs. 34,2%), trombocitopenia (28,2% vs. 20,5%), neutropenia; (28,2% vs. 16,4%), costipazione (26,8% vs. 52,1%) e polmonite (23,9% vs. 31,5%).

“Questi risultati molto importanti dello studio AGILE rafforzano il crescente corpus di evidenze scientifiche a supporto di ivosidenib, e ci spingono a concentrarci sullo studio delle mutazioni di IDH1 nei tumori del sangue” – osserva Susan Pandya, Vice President Clinical Development & Head of Cancer Metabolism Global Development Oncology & Immuno-Oncology, Servier Pharmaceuticals. “Fino al 10% dei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta presenta mutazioni nell’enzima IDH1 e le attuali opzioni di trattamento sono limitate, specialmente per quelli con diagnosi recente e non idonei alla chemioterapia intensiva”.

Ivosidenib è attualmente approvato negli Stati Uniti come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta (LMA) recidivante o refrattaria con mutazione di IDH1 e per adulti affetti da LMA con mutazione di IDH1 di nuova diagnosi di età ≥75 anni o con comorbilità che precludono l’adozione di chemioterapia intensiva a induzione. Di recente, ivosidenib è stato approvato come prima e unica terapia mirata per i pazienti affetti da colangiocarcinoma con mutazione di IDH1 già trattato in precedenza. Servier sta dialogando con le autorità regolatorie in merito alle richieste di allargare le indicazioni attualmente approvate per ivosidenib.

“Siamo entusiasti della possibilità di offrire una nuova opzione terapeutica ai pazienti affetti da LMA con mutazione di IDH1 non trattata in precedenza. Ciò estende ulteriormente il significativo beneficio clinico per i pazienti affetti da leucemia mieloide acuta con mutazione di IDH1”, conclude Patrick Therasse, Vice President, Head of Late Stage and Life Cycle Management, and Acting Head Oncology and Immuno-Oncology Therapeutic Area, Servier Group.

13 dicembre 2021
© Riproduzione riservata

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