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Influenza. Più vicino il vaccino universale per i tipi A e B. Il segreto in un anticorpo


La sigla che lo contraddistingue, CR9114, non è particolarmente facile da ricordare. Ma quest’immunoglobulina è capace di tutelare i topi da dosi altrimenti letali sia di ceppi di influenza A che da quelli di influenza B. Lo studio pubblicato su Science Express.

10 AGO - Potrebbe essere un passo più vicino il vaccino influenzale universale, funzionante per tutti i ceppi di influenza A e B. I più recenti sviluppi sono raccontati sulle pagine di Science Express, dove ricercatori dello Scripps Research Institute e del Crucell Vaccine Institute hanno pubblicato i risultati di uno studio su tre particolari anticorpi umani, capaci di fornire ampia protezione per l’influenza B. Lo stesso team aveva precedentemente pubblicato risultati interessanti anche riguardo l’influenza A. Insieme, tutti questi risultati potrebbero presto portare allo sviluppo di un vaccino universale, con azione a lungo termine.
 
Nonostante una buona porzione dei mali stagionali derivi proprio dai virus di tipo B, fino ad oggi i vaccini per questa influenza sono stati studiati relativamente poco, essendo di solito meno pericolosa della A. tuttavia, sembrerebbe che il vero punto di svolta verso un vaccino universale derivi proprio da questo studio sui ceppi B: uno dei tre anticorpi studiati infatti, sembrerebbe essere capace di proteggere da quasi tutti i ceppi di influenza A e B. “Per sviluppare un vaccino veramente universale dobbiamo essere capaci di proteggere l’organismo da tutti i tipi di virus”, ha spiegato Ian Wilson dello Scripps. “Il ceppo trovato è l’unico capace di una copertura così ampia”.
Per scovare anticorpi contro l’influenza B, il team ha generato un largo campione di immunoglobuline a partire dalle cellule del sistema immunitario di volontari ai quali era stato efficacemente somministrato un vaccino stagionale. In seguito li hanno studiati con microscopi elettronici e tecniche di cristallografia a raggi X. In questa maniera hanno trovato le tre molecole (CR8033, CR8071, and CR9114) capaci di proteggere i topi da dosi altrimenti letali di virus B. In particolare, l’anticorpo siglato CR9114 era capace di proteggerli anche da ceppi di influenza A, compresa l’H1N1 protagonista della pandemia del 2009.
In particolare l’efficacia di questa immunoglobulina risiede nel modo in cui questa si lega al virus: l’anticorpo CR9114 si collega infatti a un particolare sito sull’emoagglutina, glicoproteina antigenica presente proprio sulla superficie del virus, diverso da quello degli altri anticorpi. In questo modo la sua efficacia è ancora maggiore. “Questo si è rivelato il vero punto debole del virus: la particolare piccola porzione superficiale (epitopo) in cui il virus può collegarsi agli anticorpi è infatti altamente conservato, sia nei virus A che nei B”, ha spiegato Cyrille Dreyfus, co-autore dello studio. “Così l’anticorpo previene la trasformazione della proteina che permetterebbe al virus di fondersi con la membrana superficiale della cellula ospite”.
 
Ma trovare questo anticorpo è stato difficile, visto che inizialmente in laboratorio non sembrava avere le proprietà che sono poi state dimostrate sui topi nello studio. “Per riuscire finalmente a sintetizzare un vaccino universale dobbiamo riuscire a trovare metodi di screening di anticorpi più efficaci, in modo da non rischiare di non riconoscere le potenzialità di immunoglobuline come CR9114”, ha concluso Jaap Goudsmit, ricercatore del Crucell. “Alcuni di questi anticorpi sono molto difficili da rilevare, perché i correnti metodi di sviluppo di vaccini potrebbero non sono in grado di rivelare meccanismi di neutralizzazione dei virus ‘nuovi’ come quello di CR9114”.
 
Laura Berardi

10 agosto 2012
© Riproduzione riservata

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