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Oncologia. Cnao e Cro di Aviano stringono accordo collaborazione sulla protonterapia


Il Cro è il primo istituto oncologico pubblico ad aver optato per la protonterapia, forma avanzata di radioterapia che, al posto dei raggi X, utilizza fasci di protoni in grado di colpire il bersaglio tumorale con precisione ancora più accurata e con un maggiore risparmio dei tessuti sani. Gli esperti di Cnao lavoreranno ad Aviano all’installazione dell’acceleratore di protoni e alla protezione degli ambienti dalle radiazioni

26 MAG -

Il Cnao, Centro nazionale di adroterapia oncologica e l’Irccs Cro di Aviano (Pn), Centro di riferimento oncologico lavoreranno insieme allo sviluppo dell’impianto di protonterapia che sarà realizzato all’interno del Centro di Aviano e che consentirà l’impiego di fasci di protoni per il trattamento dei tumori.  Gli esperti del Cnao collaboreranno con il Cro per fornire indicazioni e consulenza sugli aspetti legati alla “radioprotezione”, ovvero alla schermatura dalle radiazioni delle aree adiacenti all’impianto che produrrà i protoni e che saranno frequentate dagli addetti ai lavori e dai pazienti.

La protonterapia è una forma avanzata di radioterapia che al posto dei raggi X utilizza fasci di protoni, particelle pesanti che colpiscono il bersaglio tumorale con precisione ancora più accurata e un maggiore risparmio dei tessuti sani. Una metodica che non sostituisce la radioterapia, ma è indicata nei casi in cui quest’ultima non risulta pienamente efficace e non si può procedere con la rimozione chirurgica vista la stretta vicinanza del tumore ai tessuti sani. Generalmente questo accade per i melanomi oculari, i tumori cerebrali, spinali e della base cranica e per il trattamento di neoplasie pediatriche. Sono inoltre in corso studi sul ruolo della protonterapia in tumori più comuni quali quelli di testa e collo, fegato, mammella e prostata. Le terapie con protoni e ioni carbonio rientrano già nelle cure coperte dal Ssn e sono attualmente in corso di rivalutazione per quanto concerne le sedi tumorali raccomandate.


La collaborazione nasce quindi dall’esperienza maturata dal Cnao, che ha trattato oltre 4mila pazienti con tumori non operabili e resistenti alla radioterapia tradizionale utilizzando fasci di protoni e ioni carbonio, particelle pesanti, che a differenza dei raggi X utilizzati in radioterapia, sono in grado di colpire le cellule tumorali con precisione ancora maggiore e minore impatto sui tessuti sani circostanti. Cnao è uno dei tre centri italiani, insieme a quelli di Trento e Catania, in grado di effettuare trattamenti con protoni, ed è l’unica struttura in Italia e tra le sole sei al mondo a potere utilizzare anche gli ioni carbonio, particelle ancora più pesanti e potenti, utilizzate per patologie tumorali complesse.

Il Cro è il primo istituto oncologico pubblico ad aver optato per la protonterapia: l’iter di realizzazione è iniziato nel 2020 ed è in fase di progettazione esecutiva. L’Irccs avianese è da decenni tra i centri più avanzati in Italia per la radioterapia con fotoni ed elettroni, disponendo di tecnologie innovative come Intensity Modulated Radiation Therapy (IMRT), Volumetric Modulated Arc Therapy (V-Mat), Tomoterapia, stereotassi cerebreale e corporea, nonché di Radioterapia intraoperatoria e Radioterapia metabolica.


“L’accordo – ha detto Sandro Rossi, Dg del Cnao – vuole essere il primo passo verso una collaborazione ancora più ampia tra i due Centri che possa estendersi anche alla ricerca tecnologica e clinica legata all’utilizzo delle nuove particelle in ambito oncologico, come i protoni. Il Cnao intende avviare la creazione di una rete di collaborazioni tra i centri nazionali che utilizzano questa metodica e proseguire il suo percorso di ricerca e sviluppo che vedrà come prossimi passi l’introduzione di una nuova sala per la protonterapia tecnologicamente più evoluta per trattare con ancora più precisione i tumori situati in organi in movimento e l’introduzione di nuove particelle come elio, ossigeno, litio e ferro”.

“La protonterapia al CRO di Aviano è un’opportunità per il Paese, perché metterà a disposizione questa tecnologia all’avanguardia per un numero sempre maggiore di persone e non soltanto in Friuli Venezia Giulia – ha sottolineato Francesca Tosolini, Dg dell’Irccs Cro – la consideriamo anche un’opportunità per la formazione dei nostri professionisti e ricercatori, soprattutto i più giovani. In questo senso, lo scambio di esperienze con Cnap ci permetterà di accrescere il bagaglio di conoscenze che metteremo a disposizione dei pazienti entro il 2025”.

 



26 maggio 2022
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