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Chimici-farmaceutici. Contratto rinnovato in tempi record


L’accordo, siglato sabato scorso, riguarda oltre 180.000 lavoratori e circa 3.000 imprese. I temi particolarmente rilevanti del nuovo contratto sono: esigibilità, flessibilità, occupabilità e produttività.

24 SET - Raggiunto, a soli pochi giorni dall’apertura delle trattative, l’accordo sul rinnovo del contratto del settore chimico-farmaceutico. Un accordo che arriva “in tempi impensabili, ma con una preparazione avviata nel giugno 2011 con il Patto per la Competitività e l’Occupazione”, si legge in una nota congiunta Farmindustria e Federchimica, che insieme a tutte le componenti sindacali di settore – Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil le altre sigle sindacali settoriali – hanno posto la firma per il nuovo contratto che riguarda oltre 180 mila lavoratori e 3 mila imprese dell’industria chimica, chimico-farmaceutica, delle fibre chimiche e dei settori abrasivi, lubrificanti e GPL.

I temi particolarmente rilevanti del nuovo contratto sono, secondo Farmindustria e Federchimica, esigibilità, flessibilità, occupabilità e produttività.

“L’esigibilità, che crea condizioni di certezza delle regole e delle loro applicazioni e la coerenza di comportamenti che ne consegue, è stata considerata indispensabile in uno scenario generalmente instabile; in questo senso anche la tempestività degli accordi raggiunti rappresenta un valore per imprese e lavoratori”.

“La flessibilità è un aspetto trasversale importante, che parte dal riconoscimento della formazione come strumento essenziale per la qualità delle risorse umane: un alto livello di formazione può garantire un aggiornamento costante e una maggiore preparazione, che rendono il lavoratore più facilmente ricollocabile in differenti ambiti aziendali”.

“Sul fronte dell’occupabilità prende vita il Progetto Ponte, che ha l’obiettivo di aumentare e favorire l’occupazione giovanile, creando un vero e proprio ‘ponte’ generazionale: il lavoratore senior, che si avvia all’uscita dall’azienda, riducendo il proprio carico di lavoro, consente il subentro di una risorsa junior. In questo modo il lavoratore in uscita assume, per un tempo determinato e in part-time, il potenziale ruolo di tutor per la nuova risorsa, che ne risulta avvantaggiata. L’auspicio delle parti è che le istituzioni incentivino tale modalità con risorse adeguate”.

Per quanto riguarda la produttività sarà possibile, previo accordo delle parti in ambito aziendale, posticipare l’erogazione delle tranche di aumento dei minimi contrattuali prevista dal contratto collettivo nazionale fino a 6 mesi. “Ciò rappresenta una novità nel panorama delle Relazioni Industriali”, spiegano Farmindustria e Federchimica.

Inoltre, “sempre per stimolare la produttività del lavoro”, è consentito realizzare a livello aziendale, senza più passare dal livello nazionale, com’era previsto dal contratto precedente, specifiche intese temporanee modificative delle regolamentazioni contenute nel CCNL.

In questo ambito, è stata anche prevista la possibilità di agevolare l’ingresso dei giovani con normative, anche economiche, specifiche.

“In un momento in cui tanto si parla di produttività e di occupazione, la Chimica ha dato un segnale forte e concreto, consegnando da subito gli strumenti che servono alle nostre imprese e ai nostri lavoratori” ha dichiarato Cesare Puccioni, presidente di Federchimica. “E’ un segnale molto forte non solo per il nostro settore, ma anche per il Paese, per le imprese, per i lavoratori. Abbiamo dato una risposta tempestiva e reale agli stimoli che ci vengono dal Governo, ed è un’ulteriore dimostrazione della capacità delle nostre relazioni industriali di svolgere al meglio il proprio ruolo” ha concluso Puccioni.

“Farmindustria ha oggi siglato il contratto di settore con senso di responsabilità e consapevole della gravità della situazione economica del Paese. Questo – ha evidenziato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria – nonostante il quadro di estrema difficoltà dell'industria farmaceutica che rischia di portare in tempi brevi alla chiusura delle fabbriche e alla delocalizzazione degli investimenti per le continue decretazioni d' urgenza degli ultimi sei mesi. E malgrado sia stato portato un attacco al marchio, con la norma sulla prescrizione con principio attivo, che sposta il mercato dai medicinali branded verso quelli generici prodotti prevalentemente all' estero, senza che questo comporti un solo centesimo di risparmio per il Ssn. Una misura cui si aggiungono la revisione del prontuario terapeutico secondo criteri economicistici e l'estensione dell' uso off label dei farmaci”.

“L’industria farmaceutica ha fatto, insieme alle Organizzazioni sindacali, la propria parte, rispondendo così all’appello del Presidente del Consiglio di stipulare contratti che permettano un recupero effettivo di produttività”, ha proseguito Scaccabarozzi precisando che ora, però, l’industria farmaceutica “chiede che il Governo intervenga per ridare certezza e stabilità alle imprese farmaceutiche, abrogando la norma sulla prescrizione con principio attivo e modificando le altre, proprio per non porre a rischio l’occupazione e la produttività del settore e del Paese. Altrimenti l’Italia perderà presto un altro settore trainante per l’economia, un comparto che produce e che in queste condizioni non potrà competere ad armi pari. Puntare sull’industria farmaceutica può invece fermare il declino e dare slancio alla crescita”.

Luigi Mansi, vice presidente di Federchimica, ha sottolineato: “In considerazione del dibattito avviato a livello governativo sul tema della produttività e delle eventuali evoluzioni normative (Patto sulla produttività), il contratto prevede la possibilità di adeguamento. Un segnale di sensibilità in considerazione della situazione attuale”.

“E’ stata un’occasione importante per sostenere l’occupabilità del settore farmaceutico, che sta attraversando un periodo di profonde trasformazioni” ha concluso Antonio Messina, delegato per le Relazioni Industriali di Farmindustria.

 
 

24 settembre 2012
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