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Primo intervento. Un bambino ogni dieci giorni muore in Italia per soffocamento 


Un nuovo corso Consulcesi per colmare la mancanza di formazione dei professionisti sanitari. Squicciarini (docente Consulcesi): “In oltre la metà dei casi è presente un adulto non preparato ad intervenire con manovre di disostruzione”

24 MAR -

“Un’importante mancanza nella formazione universitaria del professionista della salute che sceglie di laurearsi in Italia”.

È con queste parole che Marco Squicciarini, che tra le varie cariche, riveste il ruolo di medico coordinatore dell’attività di formazione BLSD del Ministero della Salute, ribadisce ancora una volta l’inspiegabile assenza di formazione BLSD certificata in materia di disostruzione e rianimazione cardio-polmonare adulto e pediatrico (con abilitazione uso defibrillatore) nei percorsi universitari delle facoltà mediche italiane.

“Ai giovani medici neo-laureati che cercano di inserirsi nel settore lavorativo viene fin da subito richiesto il certificato BLSD come primo documento per iniziare a lavorare. Eppure, sono gli stessi che escono da un Sistema che al momento non prevede questi corsi di formazione neanche nella maggior parte dei casi nei piani extracurriculari e spesso non riconosce i crediti esterni di chi ha conseguito la certificazione attraverso il 118 nazionale”, prosegue l’esperto che da anni si occupa di colmare questo gap anche con corsi ECM come quello da poco lanciato con Consulcesi “BLSD e disostruzione: prevenzione e primo soccorso dal neonato all’anziano fragile”.

Un corso strutturato in 34 ore che offre ben 5’ crediti, utili per mettersi in regola con l’eventuale debito formativo.

“Ogni anno in Italia circa 65mila persone muoiono per mancanza o ritardi nel primo intervento. Solo per soffocamento, in Europa muoiono 500 bambini ogni anno. In Italia parliamo di 1 ogni 10 giorni, con 1000 ospedalizzazioni annuali legati a questi incidenti”, aggiunge l’esperto.

Dati confermati anche dalle stime internazionali che parlano di circa il 30% di morti improvvise (causate di arresto cardiaco o traumi non preceduti da alcun sintomo) che potrebbero essere evitate semplicemente intervenendo in tempo, con soccorsi appropriati.

“Dai caregivers degli anziani ai genitori fino al professionista della salute, si sta diffondendo sempre di più la consapevolezza di dover sapere agire prontamente in situazioni emergenziali come l’arresto cardiaco o eventi di soffocamento”, aggiunge l’esperto, fondatore anche dell’International Training Center dell’American Heart Association “Squicciarini Rescue s.r.l.”, che nella formazione multimediale come in quella in presenza si occupa di fornire tutte le competenze necessarie, dalla prevenzione alle manovre di disostruzione, fino alla rianimazione cardiopolmonare e all’utilizzo del defibrillatore, anche con rilascio di certificazione internazionale.

Guardando in particolar modo all’anziano e al bambino poi l’esperto ribadisce l’importanza della buona conoscenza del BLSD per ogni tipo di assistenza attraverso il personale deputato all’alimentazione, che si trova ogni giorno di fronte a patologie neurologiche, alla gestione ed al trattamento di disturbi della deglutizione come la disfagia, che di certo sono soggetti più esposti ad episodi di ostruzione delle vie aeree.

Un importante passo avanti in Italia in materia di pronto intervento in caso di arresto cardiaco improvviso è rappresentato dalla legge 116 del 2021, spiega Squicciarini. “Il Governo ha iniziato una importante distribuzione di defibrillatori ed entro il 2025 tutto il “ comparto pubblico” dovrebbe essere dotato di questi e di personale formato, mentre dal 2025 l’obbligo sarà esteso anche ai privati, come avviene in molti paesi in Europa”.

“Ma è fondamentale lavorare per colmare la mancanza di queste conoscenze partendo in primis da medici e operatori sanitari, che a loro volta possono contribuire a preparare genitori e caregivers alla gestione dell’emergenza”, conclude l’istruttore e formatore in Rianimazione Cardiopolmonare.



24 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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