Aneurisma cerebrale. Dall’Olanda il programma al computer che aiuta gli specialisti
Se comprendere il quadro clinico è il primo passo per la corretta terapia, prevedere i possibili risvolti di un aneurisma cerebrale non è semplice. Oggi arriva però un programma che potrebbe diventare preziosissimo per la diagnosi, capace di generare un’immagine dettagliata della situazione, in funzione dello spazio e del tempo.
04 NOV - Si stima che gli aneurismi cerebrali colpiscano circa il 6% della popolazione mondiale. Sono causati da una dilatazione di sezioni di vasi sanguigni che possono deteriorarsi nel tempo fino alla rottura, causando pericolose emorragie, con conseguenze gravissime e talvolta letali. Il problema di questo tipo di quadro clinico è che è quasi impossibile prevedere come e quando l’evento accadrà e dunque è difficile sviluppare una terapia sicura. O almeno lo era fino ad oggi: una scienziata dell’Università di Twente in Olanda,
Julia Mikhal avrebbe infatti trovato un
modello fluidodinamico per predire i flussi e le forze che entrano in gioco nella regione deteriorata, a partire da semplici scansioni cerebrali.
Il modello sviluppato al computer permetterebbe di ottenere un’immagine dettagliata della situazione specifica del singolo paziente, come funzione dello spazio e del tempo, riconoscendo quali parti delle pareti del vaso sanguigno sono a maggiore rischio di ulteriore deterioramento. Senza un’informazione di questo genere è infatti molto complicato prevedere come si svilupperà il quadro clinico del paziente.
Ad esempio, studiando gli aneurismi, Mikhal ha scoperto che più grande è l’aneurisma maggiori sono le fluttuazioni del flusso sanguigno e che questo parametro può dunque essere un indicatore affidabile del livello di rischio.
In questo modo, inoltre, il processo di analisi è interamente automatizzato, dalla registrazione dei dati medici all’analisi fluido meccanica delle forze e dei flussi coinvolti. “In questo modo – spiega la ricercatrice – il margine di errore è più basso, e dunque gli specialisti possono prendere le loro decisioni in maniera più semplice. Chiaramente, il compito del professionista è poi quello di valutare tutti i dati, la velocità con cui cambia il quadro clinico, e le alternative razionali che si presentano al paziente.”
04 novembre 2012
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