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Roma. Policlinico Gemelli. Il “chirurgo” robot in grado di fare 500 interventi l’anno


Nella squadra dei chirurghi dellUniversità Cattolica c’è anche un robot che contribuisce al buon esito di interventi complessi e all’avanguardia. La “macchina” lavora già da qualche mese con un’equipe multidisciplinare, ha effettuato più di 50 interventi e tutti con ottimi risultati.

26 GEN - Si chiama da Vinci ed è il robot che già da qualche mese collabora con un team di chirurghi del Gemelli di diverse specialità: chirurghi digestivi, chirurghi endocrini, urologi, ginecologi, chirurghi toraci e chirurghi epatobiliari. Il suo lavoro è affiancare la squadra dei chirurghi per contribuire al buon esito di interventi complessi e all’avanguardia. Per il momento il robot lavora quotidianamente in sala operatoria, ha già fatto circa 50 interventi e tutti con ottimi risultati, ma al Policlinico Gemelli l’obiettivo è di fargli fare 450-500 interventi chirurgici l’anno.
 
La maggioranza degli interventi finora effettuati sono stati isterectomie e prostatectomie radicali, surrenectomie, resezioni del retto, colposacropressie, colecistectomie, emicolectomie, pancreasectomie, bypass gastrico, timectomie. Farlo lavorare a pieno regime – spiegano dal Gemelli – significa garantire il massimo utilizzo di una “risorsa” altamente tecnologica, ma molto costosa.
 
 “Il robot è una tecnologia d’avanguardia, che consente di effettuare interventi chirurgici ad alta complessità con tecnica mininvasiva – spiega Giovanni Battista Doglietto, Ordinario di Chirurgia Generale all’Università Cattolica di Roma e Direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche del Policlinico Gemelli -. L’acquisizione del robot-chirurgo, costato oltre 3 milioni di euro, è un ulteriore passo avanti che la Direzione generale del Policlinico Gemelli, di concerto con i clinici, ha deciso di fare per rafforzare e incrementare ulteriormente l’offerta assistenziale a beneficio dei pazienti che si rivolgono al nostro ospedale”.
 
In Italia sono circa 60 i centri (6 nel Lazio) che oggi dispongono del robot chirurgo: in molte di queste strutture, tuttavia, non viene utilizzato quotidianamente, soprattutto per motivi di budget.
Infatti il valore del rimborso del DRG per gli interventi chirurgici in cui il robot è impiegato non è attualmente adeguato ai costi della nuova tecnologia. “Il problema – fa sapere Doglietto – è che l’alta complessità di questo tipo di interventi non è riconosciuta dalla vigente normativa che regola la remunerazione delle prestazioni sanitarie”.
Ciò fa sì che la differenza tra la cifra rimborsata dalla Regione attraverso i DRG e la reale spesa sostenuta per l’uso del robot chirurgo, rimanga a carico dell’ospedale.
Le spese elevate di acquisto e manutenzione degli strumenti robotici aumentano di circa 2-3 volte il costo complessivo dell’intervento rispetto alla tecnica laparoscopica classica. In chirurgia robotica è anche per questo comunque importantissima la selezione dei pazienti e delle patologie da trattare con tale tecnica.
 
La chirurgia robotica, nonostante i costi maggiori, garantisce un ritorno molto alto in termini di outcome. “I vantaggi per il paziente sono per alcuni aspetti sovrapponibili a quelli della laparoscopia: cicatrici più piccole, degenze più brevi, migliore tempo di ripresa. In alcuni casi selezionati l’intervento con il robot offre un migliore risultato funzionale, in considerazione della maggiore accuratezza e precisione del gesto chirurgico - sottolinea Sergio Alfieri, Professore associato di Chirurgia generale all’Università Cattolica e responsabile dell’UOS Laparoscopia in Chirurgia Digestiva del Gemelli, nonché coordinatore del meeting -. Questo perché il robot offre al chirurgo una visione tridimensionale del campo operatorio, una maggiore accuratezza nella visione delle strutture più piccole e delicate, permettendo inoltre movimenti molti precisi e dando la possibilità di raggiungere sedi del corpo ‘scomode’ per la mano del chirurgo, perché si trovano in profondità. Nell’ambito della chirurgia digestiva, da quando abbiamo cominciato a utilizzare il robot, abbiamo eseguito alcuni interventi per i tumori del pancreas, per i tumori del colon-retto e per patologia gastrica”.

26 gennaio 2013
© Riproduzione riservata

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