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Diabete: un nuovo farmaco all’orizzonte


Nuovi risultati relativi a studi di Fase III confermano l’efficacia e la sicurezza del farmaco sperimentale linagliptin: può essere impiegato nei pazienti per i quali la metformina è inadeguata e in associazione a una sulfonilurea.

23 SET - Sono stati presentati in occasione del 46esimo Congresso Annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) i risultati di due studi clinici di Fase III su linagliptin, un inibitore della dipeptidil peptidasi 4 (DPP-4) sviluppato da Boehringer Ingelheim.
In particolare uno ha indagato il farmaco in monoterapia in pazienti con diabete di tipo 2 per i quali la terapia con metformina risulta inadeguata, l’altro ha studiato linagliptin in associazione a una sulfonilurea in pazienti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato.
Il primo studio ha evidenziato come il farmaco possa essere un valido candidato al trattamento del diabete in quei pazienti per i quali metformina è inadeguata a causa delle sue controindicazioni o perché non tollerata. Fra essi anche i pazienti con insufficienza renale. Il candidato farmaco, infatti, si differenzia dagli altri inibitori della dipeptidil peptidasi 4 per il fatto di essere eliminato prevalentemente per via non renale.
Linagliptin ha inoltre evidenziato nel secondo studio il potenziale per potere essere impiegato in maniera sicura come terapia aggiuntiva in soggetti con diabete di tipo 2 nei quali la sulfonilurea da sola non consente un sufficiente controllo glicemico.
“La terapia del diabete di tipo 2, se vogliamo aiutare i pazienti non solo a raggiungere ma anche a mantenere i corretti livelli di glicemia, richiede un approccio olistico”, ha commentato Anthony Barnett, professore di Medicina e Direttore del Dipartimento di Diabetologia ed Endocrinologia dell’Heart of England NHS Foundation Trust di Birmingham. “Nella scelta del farmaco anti-diabetico la funzionalità renale è un aspetto importante. Molti soggetti con diabete di tipo 2 hanno già sviluppato o presentano un rischio significativo di sviluppare insufficienza renale. Gli inibitori della DPP-4 attualmente disponibili - ha aggiunto - vengono eliminati prevalentemente per via renale e, pertanto, in molti Paesi non sono consigliati ai pazienti nefropatici. Altri inibitori di DPP-4 richiedono aggiustamenti di dosaggio o sono addirittura controindicati in pazienti con insufficienza renale. I dati clinici di cui disponiamo a oggi su linagliptin indicano il vantaggio di questo farmaco rispetto ad altri, dal momento che viene eliminato prevalentemente per via non renale. La comodità di un farmaco che non richiede ulteriore monitoraggio della funzionalità renale, né aggiustamenti di dosaggio con il diminuire della stessa potrebbe migliorare l’aderenza dei pazienti alla terapia e facilitare il compito agli operatori sanitari nella gestione della patologia complessa e cronica come il diabete mellito di tipo 2”, ha concluso.
Anche alla luce di questi ultimi risultati, la casa farmaceutica tedesca sta ora presentando il dossier per ottenere l’autorizzazione alla commercializzazione di linagliptin nei principali Paesi del mondo. 

23 settembre 2010
© Riproduzione riservata

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