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Lombardia. Pazienti cronici assistiti a casa con la telemedicina


Nella regione è stato attivato il tele monitoraggio a domicilio per i malati cronici. “La piattaforma 2net, spiega in questa intervista Renato Botti, AD di Telbios, azienda che fornisce questo servizio, rende finalmente sostenibile sotto il profilo economico la diffusione della telemedicina”.

28 FEB - Un accordo tra Telbios, azienda italiana impegnata nei servizi di telemedicina, e Qualcomm Life Inc, multinazionale del settore, potrebbe portare finalmente alla concreta realizzazione di servizi sanitari che sfruttino le potenzialità tecniche offerte dalla telemedicina, rivolti in particolare a pazienti affetti da malattie croniche come diabete, ipertensione, bronco pneumopatia o scompenso cardiaco.
Il segreto è nella piattaforma 2net™ che consente il trasferimento dei dati, in condizioni di sicurezza, tra il paziente a domicilio e i caregiver, senza dover impiantare macchine e sistemi più costosi.
 
Da alcuni giorni il sistema è attivo in Lombardia, nell’ambito del progetto “Buongiorno CReG”, fondato sull’accordo stipulato dalla Regione che prevede una “budgettizzazione” annua del costo di assistenza dei malati cronici.
A illustrarci le potenzialità del sistema è Roberto Botti, già DG della sanità lombarda e dell’Ospedale San Raffaele, e oggi amministratore delegato di Telbios.
 
Dottor Botti, come funziona il vostro servizio di telemedicina?
Il progetto di presa in carico del paziente cronico ha diverse componenti, mirate sulle esigenze del paziente: aderenza al piano di cura, telemonitoraggio, teleconsulto, educazione ed empowerment, compliance farmacologica, Centro Servizi proattivo. È chiaro che il nostro sistema fa da facilitatore, da provider tenologico, ma tutto resta comunque centrato sul ruolo del medico di medicina generale.
 
Presentando il vostro lavoro avete sottolineato la sua sostenibilità economica. Cosa c’è di nuovo rispetto ai servizi di telemedicina già disponibili?
 
Quella che abbiamo presentato in particolare è il telemonitoraggio domiciliare, che ruota intorno ad un Hub, che riceve i segnali delle attrezzature per fare le misurazioni e le trasferisce automaticamente al nostro centro servizi.
Questa piattaforma, realizzata attraverso l’accordo con Qualcomm, consente effettivamente di rendere sostenibili i servizi di telemedicina, che erano già tecnicamente disponibili ma che avevano costi molto rilevanti. L’Hub, che è una scatolina posizionata al domicilio del paziente, fa da collettore di informazioni e le diffonde attraverso la rete cloud, quindi il dato è cerificato e sicuro, con costi accettabili.
 
Questa realizzazione nasce in Lombardia, legata alla formula dei Creg. Crede che sia possibile esportare il sistema anche in Regioni che non hanno questo modello organizzativo?
I Creg sono indubbiamente un modello interessante per la gestione della cronicità, che sta suscitando interesse anche a livello europeo, come ho potuto riscontrare anche in un recente incontro con realtà sanitarie regionali della Catalogna, della Regione Basca, dell’Inghilterra. Ma al di là di questo, il nostro sistema può essere utilizzato anche con modelli organizzativi diversi e infatti lo abbiamo presentato anche in altre Regioni italiane.
 
Quanto costa un paziente, ad esempio un paziente diabetico, seguito in questo modo?
Per il momento, in Lombardia, il costo rientra nella tariffa annuale prevista dai Creg ed è quindi difficilmente scorporabile. Ma un servizio simile, comprendente tutta la presa in carico e non solo il tele monitoraggio, in Irlanda, al netto dei costi professionali, è valutato in circa 150 sterline al mese per paziente.

28 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

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