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Cancro al seno. Ecco come la dieta mediterranea può migliorare la qualità della vita


Non solo le terapie hanno reso migliore la qualità della vita delle donne affette da tumore alla mammella, ma anche alcuni “alleati” dei trattamenti nell’alimentazione, cibi che contrastano i radicali liberi, limitano gli effetti collaterali delle terapie e di riducono il rischio di ricadute nelle pazienti operate.

12 MAR - Grazie alla diagnosi precoce e alle terapie innovative, per il cancro al seno negli ultimi sei anni sono aumentati i casi di guarigione e le prospettive di sopravvivenza, che a 5 anni può arrivare fino al 98%, nonché è migliorata la qualità della vita sempre migliore. I miglioramenti, spiegano gli esperti che portano avanti la Campagna Assapora la Vita,  promossa da professionisti e Associazioni pazienti che operano sul territorio nazionale, sono dovuti anche alle terapie di ultima generazione come quelle che si basano su sofisticatissime piattaforme tecnologiche e sfruttano innovativi meccanismi d’azione. Ma non solo: il miglioramento della qualità della vita, ad esempio, passa anche per l’alimentazione.
 
Coniugare efficacia delle terapie e qualità di vita è infatti la nuova sfida in questa fase della lotta al tumore al seno, specie per le donne che si trovano in una fase avanzata della malattia e alle quali le terapie puntano a offrire non solo “anni per vivere” ma “anni da vivere”. E la qualità di vita può essere ulteriormente migliorata attraverso la dieta, con la scelta di alimenti considerati veri e propri alleati delle terapie. Frutti rossi, cavoli, broccoli, verza, rucola, ravanello, sedano, rapa e pomodori sono alcuni degli alimenti maggiormente raccomandati, grazie alla loro capacità di contrastare i radicali liberi, di limitare gli effetti collaterali delle terapie e di ridurre il rischio di ricadute nelle pazienti operate. Il regime alimentare di tipo mediterraneo è senz’altro quello da privilegiare associato ad un’attività fisica costante e regolare. Come spiega Giuseppe Ferraro, Professore Ordinario di Fisiologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione dell’Università degli Studi di Palermo “la tradizionale dieta mediterranea, a base di cereali e legumi, frutta fresca e verdure di stagione, pesce e olio d’oliva, rappresenta il migliore nutrimento perché ricca degli elementi essenziali quali proteine, lipidi e carboidrati oltre agli acidi grassi monoinsaturi con elevate proprietà antiossidanti”.
 
Su queste premesse si consolida la “buona” alleanza tra oncologia e tradizione gastronomica italiana: nutrizionisti, oncologi e chef hanno messo a punto un modello alimentare che applica proprio i principi della dieta mediterranea alle esigenze delle pazienti in terapia, le cui basi saranno illustrate alle pazienti attraverso Corsi di cucina promossi nell’ambito di Assapora la Vita, Campagna nazionale itinerante che ha come obiettivo aiutare le donne colpite da tumore al seno che affrontano le terapie, invitandole a riscoprire l’importanza di prendersi cura di se stesse, anche attraverso la buona cucina. Una star dei fornelli, lo chef Alessandro Circiello, uno dei più apprezzati cuochi italiani dell’ultima generazione, presenterà le ricette e ne illustrerà la preparazione, mentre oncologi e nutrizionisti spiegheranno i principi di una sana alimentazione, suggerendo gli alimenti raccomandati per le donne in terapia e ritenuti efficaci nella prevenzione dei tumori. Assapora la Vita è anche il titolo del ricettario messo a punto dallo chef, con 30 ricette pensate per aiutare le donne con tumore al seno e approvate dagli specialisti.
 
La Campagna Assapora la Vita è promossa dalle Associazioni pazienti che operano sul territorio nazionale: Il Seno di Poi Onlus di Bologna, IncontraDonna onlus di Roma, La Melagrana Onlus di Reggio Emilia, Salute Donna Onlus di Milano, Associazione Oncologica Bergamasca e Associazione Italiana Prevenzione Oncologica di Bergamo, ALTS di Napoli, ANDOS di Ancona e Arlenika onlus, con la quale la Campagna tocca oggi la città di Palermo. “Gli effetti della chemioterapia causano un senso di perdita del sé, che la donna prova attraverso la perdita dei capelli, del gusto, dell’energia – afferma Anna Barbera, Presidente Arlenika onlus – in particolare il gusto viene profondamente modificato fino a non riconoscere più i cibi e le bevande abituali. Che fare? C’è da attrezzarsi come in un lungo viaggio a partire dal cibo: una stimolante e corretta alimentazione assicura la qualità di vita sia come alleata delle terapie, sia nella fase di riappropriazione da parte della donna delle sue funzioni quotidiane. Se il cibo viene ancora una volta coniugato col “piacere” può influenzare la voglia di lottare e il percorso di guarigione”.
Per le donne che affrontano la fase più difficile della loro battaglia contro le neoplasie mammarie, l’attenzione alla qualità di vita è un principio fondamentale: una buona alimentazione, l’aggiustamento personalizzato della dose, tempi brevi d’infusione ed effetti collaterali mitigati sono vantaggi significativi per una paziente con tumore in stato avanzato, spesso costretta a fronteggiare non solo la patologia, ma anche la pesantezza delle terapie e i loro eventuali effetti avversi.
 
Tra le terapie innovative che hanno fatto la differenza negli ultimi anni, invece, c’è nab paclitaxel, la prima nano-chemioterapia target per le pazienti con carcinoma mammario avanzato: essa utilizza l’albumina come carrier naturale, trasporta il principio attivo direttamente all'interno delle cellule tumorali e aumenta la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia classica, diminuendo sensibilmente gli effetti collaterali. “Nab paclitaxel è riconosciuto come la prima vera e propria nanoparticella, sviluppata con la nanotecnologia che sfrutta le proprietà peculiari dell’albumina come trasportatore naturale di molecole idrofobiche e sostanze nutritive attraverso un processo di trasporto attivo denominato “transcitosi” mediato da un recettore specifico per l’albumina”, ha spiegato Livio Blasi, Direttore di Oncologia Medica all’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione Civico-Di Cristina-Benfratelli di Palermo. “Questo meccanismo biologicamente fisiologico e altamente innovativo per la somministrazione di farmaci, permette che elevate concentrazioni di paclitaxel vengano veicolate nel sito tumorale senza necessità di utilizzare solventi sintetici tossici”.
 
 “Innovazione oggi significa nuove tecnologie ma soprattutto nuove alternative terapeutiche per i pazienti ai quali ci rivolgiamo con farmaci dotati di un’efficacia terapeutica importante, con un impatto apprezzabile su patologie che sono purtroppo gravi”, ha concluso Pasquale Frega, Amministratore Delegato di Celgene Italia, che produce la terapia. Con un impatto contenuto degli effetti collaterali, durante la chemioterapia la paziente ha la possibilità di mantenere e riscoprire come “assaporare la vita”, disponendo di tempo da dedicare ai piccoli piaceri quotidiani, allentando così lo stress psicologico causato dalla malattia stessa.

12 marzo 2013
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