Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 28 MARZO 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Ecco come è fatto e come funziona un cromosoma quando non è a forma di X e Y


Normalmente non “a bastoncini” come molti lo immaginano, ma sciolto in una matassa. Oggi il caos del groviglio cromosomico è stato “misurato” e gli scienziati ne hanno svelato il segreto: i geni sono in realtà organizzati in regioni, che potrebbero avere un ruolo funzionale. Ne parla una ricerca italiana della Sissa.

08 APR - Sebbene la forma più conosciuta dei cromosomi sia quella a forma di “X” o di “Y”, in realtà all’interno delle cellule – e più precisamente nel citoplasma all’interno del nucleo – il Dna la maggior parte del tempo è in forma “sciolta”, simile a un groviglio, ed è così anche quando avvengono i processi di trascrizione, ovvero quando secondo le istruzioni in esso contenute vengono prodotte delle proteine. A un occhio inesperto il filamento di genoma aggrovigliato potrebbe sembrare aggrovigliarsi in maniera casuale, ma i biologi dicono il contrario: anche se una componente di caos nella matassa c’è, le misurazioni sperimentali hanno identificato delle regioni che tendono a contenere geni specifici. Grazie a queste misurazioni – condotte alla Sissa di Trieste – si sono ottenute delle mappe del cromosoma nella sua forma sciolta.

 
Cristian Micheletti, fisico della Scuola Internazionale Superiori di Studi avanzati di Trieste, ha infatti coordinato un gruppo di ricerca internazionale - in cui spiccano Marco Di Stefano e Angelo Rosa - che ha escogitato un metodo ingegnoso: da un lato ha permesso di verificare le misure sperimentali note e dall’altro di trovare dati a supporto di una teoria che spiega perché la matassa del DNA è organizzata in regioni. “Usando la vasta mole di dati pubblici sull’espressione genica, abbiamo identificato delle famiglie di geni co-regolati all’interno di un cromosoma”, ha spiegato Micheletti. I geni co-regolati codificano “in concerto”, ma come questa sincronizzazione avvenga è misterioso, dato che spesso i geni si trovano molto lontani sul filamento di DNA. “Le ipotesi principali sono due: o esistono dei ‘messaggeri’ che fanno la spola da un gene all’altro e coordinano l’attività, oppure il filamento di DNA ripiegandosi nel groviglio porta i geni della stessa famiglia vicini fisicamente”.
 
Partendo dalla seconda ipotesi, Micheletti e colleghi hanno utilizzato il computer, forzando un modello numerico di DNA ad avvicinare i geni co-regolati. “I risultati della simulazione hanno fornito una mappa dell’organizzazione dei cromosomi molto simile a quella ottenuta sperimentalmente”, spiega Micheletti. “Inoltre il modello è riuscito a mettere vicini i geni della stessa famiglia, come gli chiedevamo di fare, nell’80% dei casi, cioè senza grande sforzo, il che supporta la validità dell’ipotesi e l’efficacia della simulazione”.

08 aprile 2013
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy