Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 29 MARZO 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Cancro alla prostata. Abiraterone acetato arriva sul mercato italiano


Agisce su un enzima particolarmente espresso nelle cellule tumorali allo stadio avanzato della malattia. Ridotto il rischio di morte di un quarto e dimezzato il dolore in quasi la metà dei casi. Approvato dall’Ema e dalla Fda già nel 2011 ad aprile è arrivato in Italia.

17 APR - Il carcinoma alla prostata è il principale tumore nella popolazione maschile nei paesi occidentali, dove è anche la seconda causa di morte per cancro. Da questo mese, per il trattamento di questo big killer, in Italia c’è una nuova opzione terapeutica rivolta ai pazienti con tumore in fase avanzata metastatica. È abiraterone acetato, molecola che si è dimostrata capace di prolungare la vita di questi pazienti, nonché di migliorarne la qualità di vita, capostipite di una nuova classe di farmaci non chemioterapici con azione mirata, in grado di agire direttamente sul processo di autoalimentazione del tumore.
 
In Italia, secondo la pubblicazione dell'AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e di AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) – I numeri del cancro 2012– si stima che siano diagnosticati oltre 36.000 nuovi casi all'anno: il primo tipo di tumore nell'uomo, pari a circa il 20 per cento del totale dei tumori nella popolazione maschile. Tale numero è destinato a crescere con il progressivo aumento dell'età media della popolazione: AIOM e AIRTUM stimano nel 2020 quasi 44.000 nuovi casi all'anno e oltre 51.000 nel 2030. "Sebbene sia una patologia molto diffusa - commenta Ettore Fumagalli, Presidente di Europa Uomo Italia - si tratta ancora di un argomento tabù per il maschio italiano. Per la nostra cultura latina, "machista", il tumore alla prostata rimane qualcosa che crea imbarazzo e, inevitabilmente isolamento di chi ne soffre, malgrado il fatto che coloro che lo hanno sperimentato o stanno sperimentando sappiano quanto una diagnosi di cancro alla prostata possa segnare l’esistenza. Dovremmo creare, come hanno saputo fare le donne con il tumore al seno, una cultura molto più aperta di questa patologia per prevenire, ma anche per dare supporto a chi ne soffre."
 
In questo tipo di tumore gioca un ruolo fondamentale il testosterone, che agisce come fattore di crescita delle cellule tumorali. Infatti, nelle prime fasi della patologia, che possono durare dai due ai dieci anni, il carcinoma prostatico viene trattato con la chirurgia - la rimozione della prostata - con la radioterapia e, dal punto di vista farmacologico con l’ormonoterapia classica, finalizzata a ridurre i livelli di testosterone.
La terapia ormonale classica è inizialmente molto efficace, perché riduce i livelli di testosterone circolante. In seguito però le cellule tumorali ricominciano a crescere. E questo avviene quando le cellule "malate" si adattano e reagiscono anche a minime quantità di testosterone in circolo per proseguire nella proliferazione. Nelle fasi più avanzate della patologia, infatti, si passa alla chemioterapia perché il tumore è considerato "resistente" alla terapia ormonale classica.
Per spiegare il fenomeno della "resistenza", è stato recentemente riscontrato un ulteriore adattamento delle cellule del carcinoma prostatico in fase avanzata: esse sono in grado di sintetizzare autonomamente il testosterone a partire dal colesterolo, provvedendo da sole ad alimentare la propria crescita e lo sviluppo.
Come bloccare la sintesi del testosterone autoprodotto dal tumore stesso? La risposta sta in un enzima, il CYP17, elemento chiave della sintesi degli androgeni e, in particolare del testosterone. Questo enzima è particolarmente presente, "iperespresso", nelle cellule tumorali nello stadio avanzato della malattia, quando non risponde più alla terapia ormonale classica.
I risultati di alcuni studi mostrano l’esistenza di una relazione diretta tra i livelli di espressione di CYP17 sia con gli stadi di progressione della malattia, sia con il grado di aggressività. E bloccare il CYP17 è la modalità d'azione di abiraterone acetato.
"Abiraterone - spiega Giario Conti primario di Urologia all’Ospedale S. Anna di Como, presidente della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) - è un potente inibitore dell’enzima CYP17 e quindi un farmaco in grado di inibire profondamente la produzione di testosterone e di altri ormoni androgeni agendo a livello del surrene, del testicolo e soprattutto del microambiente tumorale".
 
Su abiraterone è stato condotto il più grande studio di fase III sul carcinoma della prostata: sono stati arruolati 1195 pazienti con carcinoma prostatico avanzato in fase di progressione documentata, già trattati con chemioterapico (docetaxel) e sottoposti a terapia ormonale classica. I dati, pubblicati nel maggio 2011 sul New England Journal of Medicine, e su Lancet Oncology nel settembre 2012 hanno dimostrato che: il trattamento con abiraterone acetato ha prodotto una riduzione di più del 25 percento del rischio di morte rispetto al gruppo "controllo"; il vantaggio di sopravvivenza tra abiraterone e controllo è stato del 40 percento, con una mediana di sopravvivenza globale rispettivamente di 15,8 mesi nel gruppo con abiraterone e 11,2 mesi in quello "controllo"; la superiorità di abiraterone acetato rispetto al gruppo di controllo in termini di sopravvivenza è apparsa costante e omogenea in tutti i gruppi esaminati.
Si tratta di un risultato sorprendente in pazienti in una fase così avanzata della patologia.
Oltre al vantaggio in termini di sopravvivenza e tollerabilità, abiraterone ha mostrato anche un effetto importante per la qualità di vita dei pazienti: è emerso un effetto palliativo del dolore nel 45 percento dei casi, contro il 28 percento del gruppo "controllo". Inoltre i pazienti con abiraterone hanno ritardato rispetto al gruppo "controllo" l'impiego di antidolorifici, con una differenza mediana di 8 mesi.
"Abiraterone rappresenta un avanzamento molto importante nella terapia dei pazienti con carcinoma metastatico alla prostata” ha illustrato Sergio Bracarda, Direttore della Unità di Oncologia Medica, Ospedale S. Donato di Arezzo. “Ha dimostrato un vantaggio importante nell'incremento di sopravvivenza, ma anche di avere un ottimo profilo di tollerabilità. Incremento di sopravvivenza accoppiato a tollerabilità rende abiraterone un farmaco più facilmente applicabile, rispetto a terapie più aggressive, ai pazienti con carcinoma metastatico alla prostata. La tollerabilità rimane una priorità fondamentale in quanto si riferisce a una popolazione spesso fragile per età avanzata o per presenza di patologie concomitanti, a livello cardiaco, renale o epatico".
 
Abiraterone si somministra per via orale tramite compresse. Il farmaco è stato approvato nel settembre 2011 dall'European Medicines Agency (EMA) per il trattamento del carcinoma prostatico resistente alla terapia ormonale classica in pazienti che hanno già ricevuto un trattamento chemioterapico a base di docetaxel. Nell'aprile 2011 era già stato approvato dalla Food and Drug Administration. "Abiraterone - conclude Massimo Scaccabarozzi, Amministratore Delegato di Janssen Italia che produce il farmaco - costituisce un contributo importante per la lotta a uno dei tumori più diffusi. Un esempio di come l'innovazione possa tradursi in benefici concreti per i pazienti. È tuttavia fondamentale che tale innovazione sia realmente accessibile a tutti i pazienti. Auspico quindi che in quanto farmaco innovativo, abiraterone sia rapidamente messo a disposizione in tutte le Regioni".

17 aprile 2013
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy