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Il prezzo del successo: le star vivono meno a lungo degli altri


Personalità del mondo del rock o del cinema, o ancora grandi atleti, hanno una vita in media più breve di cinque anni rispetto ai professori e di sei anni rispetto a politici o imprenditori. A dirlo uno studio australiano che mette in guardia sui rischi di una carriera nel mondo dello spettacolo.

18 APR - Tutto sommato, forse una vita passata lontano dai fasti delle feste da rockstar o da divo del cinema potrebbe non essere una cattiva scelta. Almeno secondo quanto suggerisce uno studio della University of New South Wales, pubblicato su QJM: An International Journal of Medicine: personalità del mondo dello spettacolo e dello sport muoiono più giovani che le persone che hanno successo in carriere di altro tipo.
 
Per dirlo, gli scienziati hanno analizzato 1000 annunci mortuari pubblicati sul New York Times tra il 2009 e il 2011. Tra questi hanno osservato che i musicisti, i cantanti, gli attori e gli sportivi muoiono ad un’età media di 77 anni; al contrario, gli scrittori, i compositori e gli artisti muoiono più tardi, a 79 anni in media; ancor più longevi sono gli accademici – come storici o economisti – che arrivavano in media agli 82 anni; infine, gli imprenditori e i politici sono le personalità che vivono più a lungo, fino ad 83 anni in media.
Anche le cause di morte sono risultate nello studio fortemente sbilanciate: in generale le morti per cancro sembrerebbero più frequenti per gli showman (27%) e per gli artisti (29%) e meno per gli accademici (24%), i militari (20,4%) e per gli sportivi (18%); in particolare le morti per tumore ai polmoni sono addirittura il 7,2% delle cause totali per i personaggi la cui carriera si basa su una performance di qualche tipo (musica o recitazione), mentre crolla all’1,4% negli altri professionisti e negli accademici.
 
Gli scienziati non sanno spiegare perché questo possa verificarsi. Tuttavia secondo Honey Langcaster-James, psicologa specializzata nel comportamento delle persone che hanno una carriera nel mondo dello spettacolo intervistata sull’argomento dalla Bbc, le motivazioni potrebbero essere molteplici: “Da una parte una carriera di questo tipo ha degli elementi di stress unici, come per l’appunto il dover controllare continuamente la propria immagine pubblica, e ciò può portare a comportamenti pericolosi. D’altra parte c’è anche il fatto che esistono caratteristiche personali che possono predisporre alcuni individui a intraprendere questo tipo di carriera, e questi tratti caratteriali talvolta possono coincidere con comportamenti e stili di vita che non fanno bene alla salute”. In ogni caso – spiega ancora l’esperta – “è difficile dare un’interpretazione univoca a questi dati, anche perché in realtà le persone che diventano famose nel mondo dello spettacolo sono poche. Tuttavia, in questo caso si può sicuramente dire che non è tutto oro quel che luccica”.
                                                                           
Uno studio sicuramente particolare,che per come è strutturato “non può provare nulla”, per stessa ammissione dei ricercatori che l’hanno condotto. Eppure – spiega Richard Epstein, uno degli autori – “può portare alla luce domande interessanti, come ad esempio: se è vero che showman e sportivi vivono meno a lungo, ciò implica che la fama in gioventù predispone a comportamenti peggiori nella vita successiva, magari anche dopo che il successo è svanito? O ancora: la pressione psicologica e familiare favorita dai risultati pubblici ottenuti può portare a tendenze autodistruttive? E infine: è possibile che delle persone con caratteri più predisposti al rischio – e quindi anche in qualche modo più propensi alle dipendenze – abbiano maggiore facilità ad intraprendere una carriera da attore o cantante?”. In ogni caso, spiegano gli scienziati, “qualunque sia la ragione, i risultati dovrebbero essere assunti come un avvertimento da dare a chi vuole intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo”.
 
Laura Berardi

18 aprile 2013
© Riproduzione riservata

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