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Malattie renali. The Lancet individua la priorità: diminuire il divario tra ricchi e poveri 


Le malattie renali acute e croniche non trovano cure adeguate nei paesi più poveri, mentre sono prevenibili o curabili in quelli più ricchi. L’allarme arriva dalla rivista inglese proprio contemporaneamente al Congresso Mondiale di Nefrologia 2013, in corso a Hong Kong.

01 GIU - L’allarme è lanciato dalle pagine di The Lancet, proprio in concomitanza con lavori Congresso Mondiale di Nefrologia 2013 in corso in questi giorni a Hong Kong: se le malattie renali acute e croniche nei Paesi ricchi sono prevenibili o curabili, in quelli in via di sviluppo non trovano cure adeguate, con implicazioni importanti sulla salute pubblica mondiale. La prestigiosa rivista inglese ha infatti pubblicato un numero speciale interamente dedicato al tema.
 
 
Le priorità per i prossimi dieci anni consistono proprio nel ridurre le cause del danno renale acuto nei Paesi a basso reddito, evitando così di dover ricorrere a trattamenti costosi e nel promuovere terapie sostitutive sostenibili in grado di salvare la vita dei pazienti con insufficienza renale. "La comunità dei nefrologi deve impegnarsi per ridurre il divario tra queste regioni", affermano gli autori dello speciale di Lancet tra cui Giuseppe Remuzzi, Direttore del Dipartimento di Dialisi e Trapianto dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII e Coordinatore delle Ricerche dell’Istituto Mario Negri di Bergamo.
A questo scopo è necessario sostenere su scala nazionale e regionale e con l’appoggio di tutta la comunità biomedica l’accesso a terapie renali sostitutive e attuare programmi per il trattamento delle malattie renali croniche. "Nel prossimo decennio nuovi ed entusiasmanti sviluppi nei campi della farmacologia, della genetica o della bioingegneria potranno aprire la strada a una nuova era per la diagnosi e la terapia delle malattie renali, ma questi passi avanti devono arrivare al maggior numero possibile di pazienti", ha aggiunto lo scienziato. È fondamentale perciò promuovere iniziative come ad esempio  i centri di telemedicina che, utilizzando reti mobili, permettano ai pazienti che risiedono in zone rurali di essere seguiti a distanza da centri specializzati.
 
A livello globale sono inoltre essenziali programmi di screening per combattere l'impatto delle malattie renali croniche, azioni di promozione della salute materno-infantile e di prevenzione e trattamento delle malattie curabili. "Abbiamo bisogno di sviluppare nuovi farmaci per le malattie renali e di trovare nuove metodologie di diagnosi e trattamento per quelle  di carattere ereditario", concludono gli autori. Anche l’utilizzo di metodiche di bioingegneria per la riparazione dei tessuti danneggiati e per la generazione di nuovi organi è importante, ma ci vorrà ancora un decennio o poco più perché queste tecniche siano utilizzabili.

01 giugno 2013
© Riproduzione riservata

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