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Broncopneumopatia. I medici: “Per fermare la BPCO, no alle sigarette. Anche alle elettroniche” 


Un italiano su 10 ha broncopneumopatia cronica, almeno 1 su 15 soffre di asma. E il miglior modo di non essere uno di questi è smettere di fumare, anche le sigarette elettroniche. A dirlo l’European Respiratory Society, in un summit a Dublino che si è svolto la scorsa settimana.

12 GIU - Non solo stop alle sigarette tradizionali, ma anche a quelle elettroniche. Un no netto, che non arriva dal Ministero della Salute o dall’Istituto superiore di sanità, ma che è una raccomandazione degli esperti che si sono riuniti a Dublino la scorsa settimana per il summit dell’European Respiratory Society (ERS): che si tratti delle prime o delle seconde, smettere di fumare è il primo modo per prevenire le malattie respiratorie, e in particolare la BPCO, ovvero broncopneumopatia cronica ostruttiva, terza causa di morte al mondo, dopo tumori e infarto.
 
Questa malattia colpisce il 10% della popolazione italiana e 3-4 fumatori su dieci raggiungeranno nella propria vita la malattia conclamata. Ma altra temibile malattia respiratoria è l'asma, che ha una prevalenza di circa il 7% nella popolazione generale italiana e condiziona pesantemente l’attività lavorativa, il rendimento scolastico e lo stile di vita di chi ne è affetto. L’asma è una patologia in continua crescita: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i nuovi casi aumentano del 50% ogni dieci anni. Per entrambe queste patologie il miglior metodo di prevenzione è smettere di fumare.
E siccome proprio le sigarette elettroniche sono state al centro del dibattito scientifico negli ultimi mesi, di esse si è parlato anche durante il summit a Dublino. “Innanzitutto mancano i dati sull’efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica”, ha infatti commentato Francesco Blasi, presidente dell’European Respiratory Society. “In più le analisi condotte riportano dati contrastanti: tra le sigarette elettroniche contenenti nicotina, le percentuali di questa sostanza sono molto variabili tra sigarette della stessa marca; inoltre si è evidenziata una presenza di nicotina anche tra le sigarette di molte marche che dichiarano l’assenza della sostanza dal loro prodotto”.
Come presidente dell’ERS, Francesco Blasi si è anche recato recentemente a Bruxelles per illustrare al Parlamento Europeo la posizione degli pneoumologi riguardo la sigaretta elettronica, ribadendo la mancanza di studi indipendenti a medio e a lungo termine nonché la necessità di una regolazione a livello europeo, anche alla luce delle recenti disposizioni adottate in Francia,  dove la sigaretta elettronica sarà vietata nei luoghi pubblici.
 
Nella stessa occasione del summit anche Claudio F. Donner, amministratore della Fondazione Italiana Salute Ambiente e Respiro (FISAR), esprime diversi dubbi riguardo la sigaretta elettronica. “La sigaretta elettronica dovrebbe venire utilizzata soltanto per smettere di fumare, quindi al massimo per alcuni mesi, mentre invece si sta consolidando la sostituzione della sigaretta normale con quella elettronica, pensando sia meno tossica. Utilizzando la sigaretta elettronica per un lungo periodo si può andare incontro a problemi respiratori seri, mentre il suo utilizzo dovrebbe essere limitato nel tempo, unicamente allo scopo di smettere di fumare. Inoltre, importanti riviste mediche internazionali stanno pubblicando studi riguardanti le sostanze contenute nelle sigarette elettroniche, con conclusioni non positive. Anzi, le sigarette elettroniche potrebbero essere addirittura più dannose delle normali sigarette. La maggior parte dei prodotti contiene nicotina, con la conseguenza che permane la dipendenza alla sostanza. Alcune marche addirittura non dichiarano la presenza di nicotina, e in questo modo possono indurre dipendenza anche in chi non ha mai fumato le sigarette normali. Sono poi introdotte, spesso senza essere dichiarate e certificate, diverse sostanze aromatiche delle quali non si conosce la trasformazione chimica una volta che vengono vaporizzate durante l’utilizzo della sigaretta elettronica. In conclusione, le sigarette elettroniche dovrebbero seguire un iter di approvazione almeno come un parafarmaco, indicando le sostanze contenute e i prodotti che si generano con la vaporizzazione”. Sigaretta elettronica o tradizionale, nonostante le continue raccomandazioni a non fumare, gli pneumologi sono preoccupati per il numero ancora alto di fumatori. Da qui la raccomandazione: meglio smettere di fumare, se si vogliono evitare le malattie respiratorie più comuni. E non basta passare alla sigaretta elettronica.

12 giugno 2013
© Riproduzione riservata

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