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Sicilia. Diabete. La Regione resta fanalino di coda per concedibilità strisce reattive


La Regione, infatti, concede solo 25 strisce reattive al mese per diabete di tipo 1 e 12 per il diabete di tipo 2 a fronte delle, rispettivamente, 150 e 100 raccomandate. Se ne è discusso oggi a Palermo con Istituzioni, Associazioni dei pazienti e Società scientifiche.

26 GIU - Un decreto dell’Assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, ha recepito ufficialmente lo scorso 10 giugno il primo Piano nazionale del diabete, facendo così un importante passo avanti nella cura di una malattia che in Sicilia ha tassi di crescita superiori all’andamento nazionale; rimangono però ancora problemi da risolvere, tra cui quello dell’autocontrollo della glicemia. In base all’Indagine Conoscitiva della Commissione Igiene e Sanità del Senato, conclusasi lo scorso 4 ottobre, tra il 2000 e il 2009 il tasso di mortalità per diabete in Sicilia è aumentato ed è uno dei peggiori dati in Italia. Nel 2011 in Sicilia si è consumata la quantità più alta di farmaci antidiabetici in tutta Italia - con un costo superiore alla media nazionale - ma a fronte di questa elevata spesa farmaceutica sorprende il forte ritardo nella concessione di materiale per l’autocontrollo.

La Regione Sicilia infatti, concede ogni mese solo 25 strisce reattive per il diabete di tipo 1 e 12 per il diabete di tipo 2 insulino-trattato, per il controllo della glicemia. In base alle recenti raccomandazioni delle Società Scientifiche della diabetologia (Sid-Amd-Siedp), sarebbero necessarie 150 strisce al mese per il diabete di tipo 1 e 100 strisce per il diabete di tipo 2 insulino-trattato. La Sicilia si posiziona nettamente all’ultimo posto tra le regioni italiane.

Come cogliere le opportunità del Piano Nazionale Diabete e tutelare la salute dei siciliani? Il Presidente della VI Commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giuseppe Digiacomo, con altri autorevoli rappresentanti di Istituzioni, Associazioni dei Pazienti e Società Scientifiche ha preso parte al Seminario “Il diabete in Sicilia: facciamo un passo avanti”, svoltosi oggi al Palazzo dei Normanni di Palermo con il supporto organizzativo di Roche Diabetes Care.

“Siamo molto lieti che la Regione Sicilia abbia recepito il Piano Nazionale del Diabete ma adesso dobbiamo passare dalla teoria alla pratica - ha spiegato Gianna Miceli, Presidente dell’Associazione dei Pazienti Aiad di Ragusa - La mancata concessione di un numero adeguato di strisce è particolarmente grave e se le associazioni dei pazienti avessero invece visto riconosciuto prima il proprio ruolo di coordinamento non avremmo accumulato questo ritardo. Siamo contenti che il Piano Nazionale Diabete finalmente ci attribuisca un ruolo non più meramente consultivo perché così potremo dare una maggiore collaborazione alle Istituzioni”.

“Per i giovani diabetici l’autocontrollo è uno strumento di libertà e di consapevolezza che li stimola ad adottare un corretto regime alimentare e uno di stile di vita attivo e non solo a vedere quanto hanno di glicemia - ha commentato Alfonso La Loggia, Responsabile della Unità Operativa Dipartimentale di Diabetologia dell’età evolutiva della Asp di Caltanissetta e Delegato per l’area Diabete in Sicilia della Siedp - La normativa sulle strisce è vecchia e deve essere adeguata, per dare la possibilità al diabetologo di ‘cucire su misura’ la migliore cura per il singolo paziente. L’autocontrollo domiciliare non deve però essere considerato come un qualcosa che spetta a tutti, ma occorre educazione e consapevolezza, anche per i diabetologi. Dovremmo spiegare loro come fare una corretta prescrizione perché adesso la fanno spesso in maniera generica o viene resa generica dal distretto sanitario e quindi alla fine è il farmacista che decide quale tipo di striscia dare al paziente mentre dovrebbe essere solo il diabetologo a fornire una prescrizione mirata sulle specifiche esigenze del paziente, in linea con un approccio personalizzato alla cura”.

Alla luce del Piano Nazionale Diabete, il seminario ha toccato tutte le questioni rilevanti per la migliore gestione di questa importante patologia: dall’accessibilità ai presidi all’importanza dell’autocontrollo glicemico.
“Il Piano Diabete è il frutto congiunto di un lungo lavoro che ci ha visto operare a fianco delle associazioni pazienti e delle società scientifiche. Vogliamo assicurare un’assistenza unitaria, integrata e continuativa in un nuovo sistema più orientato all’efficacia e all’efficienza per ridurre il peso della malattia sulla persona e sulla società", ha affermato Paola Pisanti, Dirigente del Ministero della Salute e Presidente della Commissione Nazionale Diabete.

“Riteniamo che questo incontro sia stato davvero importante - ha commentato Antonio Cabras, Presidente nazionale della Federazione diabete giovanile (Fdg) - perché l’autocontrollo della glicemia è una leva fondamentale per dare maggiore serenità ai pazienti e alle loro famiglie, uno strumento utile per gestire al meglio il diabete e armonizzare così terapia, alimentazione e attività fisica. Oggi in Italia 15mila bambini soffrono di diabete di tipo 1 e diventano 20mila se consideriamo la fascia fino ai 20 anni. In Sardegna si arriva addirittura a 40 casi su 100mila abitanti, il peggior dato a livello nazionale. Il nostro obiettivo è di creare un gruppo di lavoro che possa, da una parte, identificare i prodotti con una tecnologia più avanzata e più adatti ad una gestione corretta dell’autocontrollo glicemico e, dall’altra, contribuire ad una distribuzione più omogenea di questi prodotti su tutto il territorio nazionale”.

“Il Piano Nazionale è davvero innovativo perché per la prima volta si parla anche dei giovani diabetici con un capitolo dedicato alla parte pediatrica - ha commentato Giovanni Lamenza, Consigliere nazionale dell’Associazione giovani diabetici (Agd) - Il recente recepimento da parte della Regione Sicilia non è però sufficiente finché non avremo un piano attuativo che stabilisca le linee direttive comuni e le risorse economiche da destinare anche ai minori. La buona notizia è che Il bambino è al centro del Piano Nazionale del Diabete e quindi si riconosce il ruolo insostituibile della famiglia nella gestione e nella cura di questa malattia”.

“Questo seminario segna l’inizio di un nuovo percorso verso una maggiore condivisione tra le stesse Associazioni dei Pazienti - ha aggiunto Rita Stara, Presidente di Diabete Forum - perché occorre un cambiamento culturale e lavorare tutti insieme per applicare il Piano Nazionale”.

“Il Piano Nazionale sul Diabete è una ottima notizia - ha concluso Egidio Archero, Presidente nazionale della Associazione dei pazienti-Fand - ma oltre al recepimento occorrerà fornire degli strumenti concreti perché, se realizzassimo anche solo la metà di quello che prevede il Piano, diventeremmo un paese all’avanguardia nella gestione di questa malattia. Una giornata in ospedale di un diabetico costa circa mille euro mentre se migliorasse l’efficacia della terapia, di cui l’autocontrollo è parte determinante, si potrebbero risparmiare molte risorse”.

26 giugno 2013
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