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Vaccini. Come sfruttare i virus da veicolo per l’immunizzazione


Con la terapia genica è stato dimostrato possibile usare una versione indebolita, o "attenuata", di alcuni virus come vettore per il trattamento. Oggi la prima ricerca del CER che ha base in Croazia cerca di fare la stessa cosa con il citomegalovirus (CMV) come nuovo meccanismo di consegna per i vaccini.

07 AGO - Negli ultimi tempi come non mai la ricerca ha mostrato le potenzialità dei virus come vettori di terapie geniche. Ma i virus potrebbero avere le stesse potenzialità anche nello sviluppo di vaccini: ne è convinto Stipan Jonjic, ricercatore croato che farà affidamento sui fondi del CER proprio per la sua ricerca sull’immunizzazione. Jonjic è il primo assegnatario croato del CER a basare il proprio progetto in Croazia.
 
Così come il nostro sistema immunitario innato, anche il nostro corpo ha la possibilità di acquisire l'immunità a patogeni specifici, e questo è ciò che i vaccini dovrebbero fare. Se la vaccinazione ha ottenuto enormi successi nel controllo di molte malattie infettive devastanti, tuttavia, è anche vero che esistono ancora molte malattie o "agenti patogeni" contro i quali non siamo ancora in grado di generare un'immunità protettiva per tutta la vita. Jonjic e il suo team di ricerca stanno studiando la possibilità di una versione indebolita, o "attenuata", del citomegalovirus (CMV) come nuovo meccanismo di consegna, o di "vettore", per i vaccini.
Il progetto si chiama STADVINN ed è stato lanciato dopo aver vinto una sovvenzione Advanced Grant del CER nel 2012, intende ingegnerizzare il virus in modo che possa ancora replicarsi nel suo ospite e indurre una forte risposta immunitaria contro infezioni specifiche - che il sistema immunitario si ricorderà - benché sia sufficientemente indebolito da essere innocuo e "non patogeno".
"L'idea è basata sul mio interesse duraturo nella risposta immunitaria agli agenti patogeni virali - ovvero il CMV - e in particolare nei meccanismi utilizzati da tali virus "immuno-sovversivi" per evitare il controllo immunitario e persistere nel loro ospite, nonostante una risposta immunitaria completamente approntata", ha spiegato Jonjic, che lavora presso la Facoltà di medicina dell'Università di Rijeka in Croazia.
 
Il progetto gira intorno a un recettore chiamato NKG2D espresso dalle cellule cosiddette "natural killer" (NK) - parte del sistema immunitario innato del corpo - e anche dai linfociti T CD8+, un altro tipo di leucociti che fanno parte della risposta immunitaria acquisita. Queste cellule T possono memorizzare il contatto con gli "antigeni" estranei da un'infezione, in modo che ogni successiva reinfezione con lo stesso agente patogeno è rapidamente messa sotto controllo. "L'induzione di linfociti T CD8+ è stata ampiamente riconosciuta come un possibile metodo di scelta per lo sviluppo di vaccini, particolarmente per quei patogeni per i quali i vaccini a base di anticorpi non sono sufficientemente protettivi. Gli herpes virus attenuati, che comprendono i CMV, sono quindi candidati interessanti da usare come vettori di vaccini contro una serie di infezioni clinicamente rilevanti", ha spiega il ricercatore. "Abbiamo caratterizzato numerosi geni CMV coinvolti nel sovvertimento della risposta immunitaria NKG2D-dipendente, indicando l'importanza di questo recettore nel controllo immunitario. L'idea principale alla base di questo progetto nasce quindi dai nostri dati, i quali suggeriscono che un vettore CMV che esprime NKG2D, ma allo stesso tempo privo dei suoi inibitori virali, ha un enorme potenziale di aumentare l'efficienza della risposta dei linfociti T CD8+".
 
Uno dei pericoli connessi all'uso di virus attenuati vivi come vettori, è che il sistema immunitario li controlla in modo così efficace che i vaccini non possono indurre una sufficiente immunità contro le infezioni future. "Tuttavia, il vettore di vaccino sviluppato dal mio gruppo, pur essendo efficacemente controllato, riesce ancora a innescare una risposta immunitaria molto efficiente e a conferisce una protezione contro le infezioni dai virus non-attenuati che si trovano in natura", ha continuato. "Intendiamo ora testare questo approccio vaccino-vettore contro vari microbi e antigeni tumorali e stiamo già lavorando al trasferimento di dati ottenuti dal sistema murino del CMV a un vettore basato su CMV umano".

07 agosto 2013
© Riproduzione riservata

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