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Asma. Arriva lo spray ad azione rapida che unisce praticità ed efficacia prolungata


È ora disponibile anche in Italia, Flutiformo, il nuovo spray per il trattamento dell’asma che agisce in 1-3 minuti, con una veloce broncodilatazione e una potente attività antinfiammatoria, garantendo un sollievo dai sintomi in tempi brevi. Sono oltre 3,5 milioni gli italiani con il “respiro corto”.

02 OTT - Efficacia rapida e prolungata, sollievo dai sintomi in tempi brevi, migliore gestione della malattia e aderenza alla terapia. Sono i vantaggi offerti dalla nuova combinazione fissa fluticasone/formoterolo (Fluriformo) per il trattamento dell’asma, che unisce per la prima volta uno dei più potenti corticosteroidi al broncodilatatore con la più rapida insorgenza d’azione (ICS + LABA) in un moderno aerosol dotato di un pratico conta-dosi a prova di errore. Agisce in 1-3 minuti, con una veloce broncodilatazione e una potente attività antinfiammatoria.

Sono oltre 3,5 milioni gli italiani con il “respiro corto”. Ma secondo una recente indagine online, condotta da Incite per conto di Mundipharma International, su 1.014 asmatici italiani, di età compresa tra i 18 e i 50 anni, gli asmatici hanno poco cura della propria condizione. L'87% rifiuta l'etichetta di “malato”, 4 su 5 si ritengono in buona salute, al pari o meglio dei coetanei, anche se oltre la metà ammette di sentirsi senza fiato dopo un minimo esercizio fisico.

Il 94% del campione reputa la propria asma sotto controllo e l'88% non la giudica un problema serio; in realtà, il 44% accusa sintomi almeno 3-5 giorni a settimana e, secondo la classificazione stabilita dalle Linee Guida GINA, soltanto un 17% risulta effettivamente controllato. Gli intervistati utilizzano soprattutto inalatori al bisogno; tra coloro che seguono una terapia di mantenimento, 3 su 5 ammettono di non assumerla tutti i giorni, perché - in assenza di sintomi -  credono erroneamente di non averne bisogno (53%). Succede così che la malattia si aggravi, con ricadute sulla qualità di vita e i costi sociosanitari: nell'ultimo anno, 3 pazienti su 10 si sono dovuti recare in Pronto Soccorso e il 16% è stato ricoverato.

“Il controllo della malattia – spiega Stefano Centanni, Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio all’Università degli Studi di Milano, Direttore UOC Pneumologia, Ospedale San Paolo (MI) e Past President SIMeR - è un obiettivo ancora lontano dall’essere raggiunto e questo perché l’asma è certamente sottodiagnosticata. Solo una minoranza di pazienti viene valutata dallo specialista e soltanto una ristretta minoranza è sottoposta a indagini diagnostiche di primo livello, come la spirometria. La diffusione delle Linee Guida Internazionali dev'essere ancora implementata e, soprattutto, va aumentato il loro grado di adattabilità alle diverse realtà sanitarie locali. Tuttavia, gli aspetti di maggior criticità relativamente al mancato controllo dell’asma sembrano oggi derivare dalla difficoltà di verifica del controllo medesimo e dalla necessità di migliorare il rapporto medico-paziente, nella gestione comune della malattia”.

Tra le diverse figure sanitarie cui si rivolge il malato, la survey evidenzia che il medico di famiglia è il primo riferimento per il 60% del campione, seguito dallo specialista in malattie respiratorie (35%). “Non è facile far capire al paziente con asma diagnosticata che la patologia si basa su uno stato infiammatorio delle vie aeree e sul broncospasmo (non necessariamente persistente), che necessitano quindi di un trattamento di base cortisonico, protratto nel tempo e continuativo, e broncodilatatorio”, spiega Bruno Franco Novelletto, Area Pneumologica Simg e vice Presidente Simg Veneto. “E’ necessario dedicare del tempo al counselling e alla programmazione del follow-up. La realtà ci dice che, dopo un primo periodo di aderenza alla terapia proposta, molti pazienti attuano un self-treatment al bisogno. Molta attenzione è rivolta dall'asmatico alla sicurezza dei farmaci che deve assumere, all’assenza di effetti collaterali e a una pronta risposta per la risoluzione dei sintomi”.

Le cose, però, ora potrebbero migliorare con il nuovo trattamento, i cui benefici sono stati confermati da 18 studi clinici condotti su 5.000 asmatici, di cui 2.500 trattati con il nuovo farmaco. L’aerosol, peraltro, emette un’elevata percentuale (40%) di particelle fini, con una dimensione inferiore ai 5 micron, che sono quelle associate al più alto potenziale di deposizione polmonare.

“La rapida insorgenza d’azione del farmaco e, quindi, della risoluzione della sintomatologia è una delle principali richieste dei pazienti”, ribadisce Alberto Papi, Ordinario di Malattie dell'Apparato Respiratorio, Direttore Clinica Pneumologica all’Università degli Studi di Ferrara. “Diversi studi condotti su soggetti asmatici hanno dimostrato che percepire immediatamente l’efficacia della terapia può incoraggiarne l'assunzione regolare. L’associazione fissa fluticasone/formoterolo unisce uno steroide inalatorio con elevata attività antinfiammatoria e un beta2-agonista a lunga durata d’azione, che ha maggiore rapidità nell’effetto broncodilatatore. Sono le caratteristiche richieste per rispondere efficacemente ai bisogni del paziente asmatico. I 3 diversi dosaggi disponibili di questa associazione, inoltre, garantiscono al medico una maggiore flessibilità, agevolando l'incremento o la riduzione del farmaco, secondo il grado di severità della patologia”.

Grazie alle sue peculiarità, fluticasone/formoterolo incontra anche le esigenze espresse dai clinici per una migliore gestione dell’asma. Un gruppo internazionale di esperti ha identificato le caratteristiche ritenute più importanti per un’associazione ICS/LABA. I 5 requisiti più importanti - poi sostanzialmente confermati da un’indagine svolta su 1.007 specialisti e medici di famiglia di tutta Europa (Italia compresa) - sono stati: la potenza del corticosteroide inalatorio, la rapida broncodilatazione, l’efficacia clinica, la sicurezza a lungo termine e l’ampia disponibilità di dosaggi.

“In prospettiva – conclude Papi - la presenza del formoterolo come broncodilatore a rapida insorgenza d’azione rende questa combinazione disponibile per uno sviluppo con strategie che prevedano l’uso della stessa associazione come farmaco di mantenimento (da usare regolarmente) e anche al bisogno (in caso di sintomi), con lo stesso inalatore”.
 

02 ottobre 2013
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