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Neonati. Lorenzin: “Migliorare l’assistenza prima, durante e dopo il parto” 


L’impegno del ministro nel messaggio inviato alla Società Italiana di Neonatologia. Il presidente della Sin propone un’intesa con i pediatri e le famiglie per sorvegliare la salute del neonato dopo le dimissioni. "I tempi di ricovero dopo il parto sono troppo brevi per escludere eventuali problemi".

31 OTT - "È necessario far sì che ad ogni parto venga garantito un livello essenziale ed appropriato di assistenza ostetrica e pediatrico/neonatologica, che venga implementata l’appropriatezza e la sicurezza nell’erogazione delle cure, garantita la presa in carico e la continuità assistenziale per la puerpera ed il neonato, con particolare responsabilità in caso di dimissioni di neonati che necessitano di cure più impegnative. Il nostro impegno è dunque rendere pienamente operativo il Programma Nazionale con specifiche misure di politiche sanitarie e di azioni per migliorare la qualità e l’appropriatezza dell’assistenza neonatale”. Questo il messaggio e l’impegno che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha rivolto agli esperti riuniti a Firenze per il XIX Congresso della Sin, la Società Italiana di Neonatologia.

Nel messaggio Lorenzin ha espresso anche un “grazie” ai professionisti impegnati nell’assistenza e nella cura del neonato “perché attraverso la loro opera quotidiana il nostro Paese si colloca tra i primi al mondo per i progressi compiuti in questo settore. I successi ottenuti, tuttavia, non possono farci dimenticare la presenza di eventi sanitari negativi e la permanenza di differenze strutturali e tecnologiche tra le diverse aree regionali”.

Proprio la necessità di continuare sulla strada di una maggiore attenzione e appropriatezza delle cure che ha spinto la Sin a promuovere un codice cromatico per identificare i principali rischi di patologie neonatali articolato in quattro colori differenti, che saranno sempre più caratterizzanti il linguaggio degli screening neonatali: blu, bianco, grigio e giallo (vedi la notizia già pubblicata). 
 
In Italia nascono oltre 500.000 neonati all’anno e grazie ai grandi progressi della neonatologia, spiega la Sin, la mortalità neonatale è a livelli minimi, tra le migliori in Europa, 2,72 per 1000 nati (Rapporto Cedap Ministero della Salute 2013). Ma, mette in guarda la Sin, il 60% di neonati definiti sani spesso il giudizio di normalità espresso alla nascita può essere ingannevole: il neonato può essere “bugiardo”. La nuova sfida, secondo i neonatologi italiani, è la prevenzione delle malattie neonatali più diffuse: cardiopatie congenite, encefalopatie, la sepsi e l’ittero.
Questo perché, spiegano gli esperti della Sin, gli eventi legati alla transizione dalla vita intrauterina a quella extrauterina, se considerati nella loro globalità, si realizzano in un esteso arco temporale. Ne deriva che eventuali disordini dell’adattamento hanno diversificati periodi di latenza prima di raggiungere l’espressività clinica. Il giudizio clinico di normalità che è possibile formulare alla nascita è, pertanto,necessariamente provvisorio e va confermato da successive osservazioni. In altri termini il neonato “apparentemente” sano alla nascita presenta, almeno teoricamente, tutta una serie di rischi potenziali di turbative del processo di adattamento alla vita extrauterina, che vanno sistematicamente escluse mediante una procedura di follow-up clinico ben definita.

“L’idea prevalente di non medicalizzare il parto e di mandare a casa presto i neonati e non dopo quattro o cinque giorni come si faceva in passato fa sì che non si possano identificare in modo adeguato anche le più comuni patologie”, ha spiegato il Costantino Romagnoli, presidente della SIN Società Italiana di Neonatologia. Secondo il quale “per questo è necessario promuovere d’intesa con i pediatri e le famiglie un programma di sorveglianza dello stato di salute del nuovo nato”.

31 ottobre 2013
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