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Sclerosi multipla. Dalle cellule della pelle arriva una speranza di cura


A mettere a punto il metodo che promette una cura per la malattia due gruppi italiani, del San Raffaele e dell'Università di Milano: se si iniettano in un modello murino staminali del cervello create a partire da cellule della pelle sarebbe possibile ricostruire i danni provocati dalla sclerosi multipla. La ricerca su Nature Communication.

31 OTT - È stato coordinato da Gianvito Martino dell'Istituto di Neurologia sperimentale del San Raffaele ed ha visto la collaborazione del gruppo di Elena Cattaneo dell'Università di Milano, lo studio che ha messo in luce come le cellule della pelle – una volta trasformate in cellule staminali del cervello e trapiantate in un modello sperimentale di sclerosi multipla – siano in grado di ricostruire i danni alla mielina tipici della malattia. La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.
 
 
La sclerosi multipla (o sclerosi a placche) è una malattia a decorso cronico della sostanza bianca del sistema nervoso centrale: nella malattia si verificano un danno e una perdita di mielina in più aree (da cui il nome multipla) del sistema nervoso centrale. Queste aree di perdita di mielina sono di grandezza variabile e prendono il nome di placche. Alla base della SM dunque vi è un processo di “demielizzazione” che comporta la formazione di lesioni che possono evolvere da una fase infiammatoria iniziale a una fase cronica, in cui esse assumono caratteristiche simili a cicatrici, da cui il termine “sclerosi”. Secondo quanto emerge dallo studio, condotto su modelli murini le staminali neurali sono capaci di trasformarsi in neuroni e oligodendrociti (cellule che producono mielina) e dopo il trapianto sono state capaci di ridurre il danno mielinico e di sostenere la produzione di nuova guaina. Inoltre anche fattori solubili (quali il leukemia inhibitory factor, Lif) prodotti dalle cellule trapiantate aiutano il processo di recupero.
 
Il lavoro – finanziato principalmente dalla National Multiple Sclerosis Society (NMSS) e da AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) con la sua Fondazione (FISM) – rappresenta un ulteriore passo avanti nella speranza che un domani vi siano eventuali terapie a base di cellule staminali in grado di ricostruire quelle aree di mielina danneggiata responsabili dei gravi danni neurologici della sclerosi multipla. Questo resta tuttavia uno delle più grosse sfide della biologia e della medicina. 

31 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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