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Ridotti gli eventi tromboembolici a seguito di intervento ad anca o ginocchio. Merito di rivaroxaban


I risultati del maggior studio di coorte in aperto, non interventista, condotto su un anticoagulante orale innovativo. Dimostrato il profilo rischio/beneficio favorevole per rivaroxaban, nella prevenzione di trombi potenzialmente letali negli adulti sottoposti a intervento chirurgico maggiore all’anca o al ginocchio.

05 NOV - Nella prassi clinica quotidiana, non è rara la formazione di trombi potenzialmente letali negli adulti sottoposti a intervento chirurgico maggiore all’anca o al ginocchio. Per evitare questa complicazione, uno studio pubblicato su Thrombosis and Haemostasis ha confermato l'efficacia dell'anticoagulante orale rivaroxaban. Gli esiti dei 17.000 pazienti, oggetto dello studio XAMOS, indicano infatti che rivaroxaban ha un profilo rischio/beneficio favorevole, in quanto i pazienti trattati con questo farmaco hanno avuto minori eventi tromboembolici rispetto a regimi standard di profilassi antitrombotica, con basse percentuali simili di eventi emorragici importanti.
 
XAMOS è il maggior studio di coorte in aperto, non interventista, condotto su un anticoagulante orale innovativo, che ha valutato gli esiti osservati nella prassi clinica quotidiana su 17.413 pazienti sottoposti a intervento chirurgico maggiore all’anca o al ginocchio in 37 paesi a cui è stato somministrato rivaroxaban 10mg una volta/die, oppure la terapia standard (prevalentemente eparina a basso peso molecolare, quale ad esempio enoxaparina). I risultati mostrano che l’incidenza di eventi tromboembolici sintomatici è stata inferiore nei pazienti che hanno ricevuto rivaroxaban, rispetto a quelli che hanno ricevuto la terapia standard (0,9% contro 1,4%). Inoltre, in ambedue i gruppi, si sono riscontrate basse percentuali simili di emorragia maggiore (emorragia maggiore così come definita nel programma RECORD: 0,4% contro 0,3%).
 
“Lo studio XAMOS indica che l’impiego di rivaroxaban in 1.000 pazienti dopo intervento chirurgico maggiore all’anca o al ginocchio potrebbe comportare riduzione di cinque eventi tromboembolici sintomatici, con un aumento inferiore a 1 evento emoraggico importante rispetto alla terapia standard, e, aspetto rilevante, senza la scomodità di dover ricorrere a iniezioni come avviene invece con la terapia standard” ha commentato A.G.G. Turpie, Professore di Medicina della McMaster University, Canada, e Presidente del Comitato Esecutivo Direttivo di XAMOS. “Questi risultati mostrano che gli importanti risultati riscontrati nei trial di Fase III RECORD sono confermati nella prassi clinica quotidiana, e consentono a medici e pazienti di essere tranquilli nell’impiego e nell’assunzione di rivaroxaban in quanto il farmaco protegge dal pericolo di formazione di trombi”.
“Questi dati relativi all’impiego del farmaco in un contesto real life confermano i risultati dello studio cardine di Fase III, che hanno dimostrato che rivaroxaban può superare le limitazioni tipicamente associate alle terapie tradizionali, determinando una maggiore soddisfazione di pazienti e medici in termini di tollerabilità e maneggevolezza della terapia” ha commentato Kemal Malik, Membro del Comitato Esecutivo e Responsabile Sviluppo Mondiale di Bayer HealthCare, che produce il farmaco. “Con cinque anni d’esperienza, questi risultati rassicurano ulteriormente sull’impiego clinico di ravaroxaban”.
Rivaroxaban è approvato per cinque indicazioni in sette diversi ambiti d’impiego, e protegge i pazienti per un numero maggiore di eventi tromboembolici venosi e arteriosi più di ogni altro nuovo anticoagulante orale.

05 novembre 2013
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