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Diabetes Italian Barometer. Il Rapporto 2013: "La malattia dilaga. Una nuova diagnosi al minuto. I malati sono ormai 3,3 milioni"


E ogni 3 minuti e mezzo un diabetico ha un attacco cardiaco, ogni dieci minuti un diabetico muore. In Italia 525mila nuove diagnosi all'anno. E cura e assistenza costano lo 0,29% del Pil: 2.600 euro per malato. Più del doppio di chi non ha il diabete. Ormai è una patologia sociale che coinvolge il 5,5% della popolazione italiana. IL RAPPORTO

20 NOV - Il diabete potrebbe divenire la peggiore pandemia del 21° secolo e non avremo scuse se l’attuale deriva non verrà opportunamente arginata. Ogni minuto, nel nostro Paese viene effettuata una nuova diagnosi di diabete, più di 525mila nuove diagnosi in un anno. Ogni 3 minuti e mezzo un diabetico ha un attacco cardiaco, ogni dieci minuti un diabetico muore. In Italia sono più di 3 milioni i pazienti diabetici diagnosticati, con una stima di 3,3 milioni(di cui oltre il 90% da diabete di tipo 2) e una prevalenza del 5,5%. A questi bisogna aggiungere un ulteriore 1 milione di persone che nel nostro Paese ha il diabete ancora non diagnosticato e 2,7 milioni con IGT.
Una malattia che impatta fortemente anche sulla spesa: in media ogni malato spende 2.600 euro l’anno per la sua salute, più del doppio rispetto ai concittadini senza diabete, incidendo per lo 0,29% sul Pil.
 
A fotografare lo stato dell’arte del diabete in Italia è l’Italian Barometer Diabetes Report 2013, documento redatto annualmente da Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, presentato questa mattina a Roma presso il Senato della Repubblica. Un Rapporto accuratissimo che, come ha spiegato Agostino Consoli, Professore di Endocrinologia dell’ Università Gabriele d’Annunzio di Chieti e curatore dell’edizione 2013: “Raccoglie i contributi di oltre 50 tra i maggiori esperti nazionali di diverse discipline e rappresenta una selezionata antologia di ricerche e riflessioni di colleghi che rappresentano le massime autorità scientifiche nel campo”.
 
Dal rapporto emerge con chiarezza come il diabete sia decisamente una patologia ‘sociale’, dal momento che, per la sua elevata diffusione, coinvolge di fatto gran parte della popolazione: nell’arco di 10 anni la percentuale di malati in Italia è passata dal 3,7% al 5,5% (dati Istat 2012).
 
Numeri importanti ai quali occorre dare una risposta forte. Una risposta, ha detto Renato Lauro, Presidente di Ibdo Foundation “che  impegna non solo i medici e gli operatori sanitari, ma anche le Istituzioni, la società e i cittadini, oltre ovviamente alle persone con diabete e alle loro famiglie, per definire le azioni da intraprendere ed individuare un preciso modello organizzativo nel quale queste azioni vengano collocate. E con i propri la pubblicazione del Rapporto annuale Ibdo Foundation si propone di contribuire a questo sforzo”.
 
Ma qual è il quadro del diabete in Italia? La rete diabetologica italiana è sicuramente tra le più evolute a livello mondiale, e in tal senso i risultati clinici, sociali ed economici, desumibili dalla letteratura internazionale, dimostrano un’eccellenza dell’Italia nella cura delle persone con diabete.
I ricoveri ospedalieri per diabete sono 96.700, con un trend in calo: rispetto al 2000 sono diminuiti del 20%. Scendono anche le complicanze acute: -51% nel periodo 2010 vs 2001, a conferma di un sistema assistenziale specialistico di sicura efficacia. Ma restano alti il numero di ricoveri da ipoglicemia come causa primaria nelle persone con diabete 8°%. Il 18% delle persone con diabete soffre di depressione, il 51% di stress associato al diabete, mentre il 19% si sente discriminate a causa della malattia.
 
Le criticità non mancano a partire dalle differenze regionali. Nell’arco di soli 10 anni, dal 2000 al 2010, la prevalenza del diabete in Italia è cresciuta dal 3,7% al 4,9 % con una prevalenza più alta nel Sud e nelle Isole (6,2%) seguite dal Centro con il 5,5% e dal Nord con il 4,9%. Un trend con delle eccezioni: in Lombardia, ad esempio, la prevalenza del diabete è cresciuta del 40% in soli 7 anni, passando dal 3.0% nel 2000 al 4.2% nel 2007. E in proiezione, è possibile stimare che nella regione la prevalenza di diabete nelle persone dai 30 anni in su raggiungerà l’11.1% nel 2030. D'altra parte in alcune regioni del Sud la prevalenza del diabete ha già ampiamente superato il 6% e il fenomeno di crescita nei prossimi anni sarà ancora più accentuato.
 
Una malattia con tali indici di prevalenza ha di conseguenza forti ricadute sulla spesa, tant’è che in media ogni malato spende 2.600 euro l’anno, più del doppio rispetto ai concittadini senza diabete, incidendo per lo 0,29% sul Pil. “È estremamente importante sottolineare che di questi 2.600 euro solo il 7% deriva dalla spesa per i farmaci – ha spiegato Consoli – mentre il 25% è legato ai costi delle complicanze cardiovascolari, renali, oculari e neuropatiche e si calcola che il costo per i pazienti che presentano complicanze sia addirittura quadruplo rispetto ai pazienti non complicati – ha concluso – e una fetta ancora più cospicua è relativa alle ospedalizzazioni per diabete, poiché circa il 20% delle persone in ricovero ospedaliero sono affette da questa patologia”.

20 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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