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Ricerca e riabilitazione. Inail e IIT svilupperanno dispositivi a costi sostenibili


Un esoscheletro motorizzato per la deambulazione di persone con disabilità motoria da mielolesione e un sistema protesico avanzato mano/polso. Questi i dispositivi al centro dell'accordo triennale che punta a valorizzare le specificità dei due istituti per realizzare dispositivi funzionali a costi sostenibili.

13 DIC - Firmato ieri a Roma un accordo di programma triennale tra il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, e il presidente dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT), Gabriele Galateri.

L’accordo è destinato ad avviare un’importante collaborazione scientifica per lo sviluppo di tecnologie robotiche nel campo della riabilitazione e per la loro futura industrializzazione e commercializzazione. In particolare, l’accordo, che consolida una collaborazione avviata nel 2011 con un progetto congiunto di ricerca e sviluppo di un sistema hi-tech per la fisioterapia post traumatica della caviglia, punta alla creazione di dispositivi da consegnare al mondo industriale e medico per essere fruiti a costi sostenibili da un maggior numero di persone.
 
“Uniamo le nostre forze per realizzare attività all’avanguardia in un ambito di ricerca di confine come la robotica”, ha commentato Massimo De Felice, presidente Inail. “Si tratta infatti di una collaborazione che sfrutta in modo molto appropriato le specificità dei due istituti: da una parte l’esperienza nel campo della ricerca protesica applicata maturata in tanti anni dall’Inail, con le attività svolte presso il Centro protesi di Vigorso di Budrio, dall’altra l’alta capacità di ricerca tecnologica dell’IIT”. Per il presidente dell’Inail, “questa esperienza sarà utile sia nella messa a punto dei prototipi sia nell’educazione all’utilizzo di questi manufatti ad alta tecnologia. È importante, infatti, avere a disposizione gli strumenti teorici, ma è altrettanto importante avere l’esperienza didattica necessaria per trasferire a chi dovrà farne uso le abilità e le conoscenze per un utilizzo efficace”.
 
Sono due, in particolare, i progetti di elevato livello tecnologico e ad alto impatto sociale al centro dell’intesa tra Inail e IIT. Uno è dedicato allo sviluppo di un esoscheletro motorizzato per la deambulazione di soggetti paraplegici, cioè una struttura esterna in grado di potenziare le capacità fisiche di chi la indossa, che può avere innovative applicazioni in campo medico e nelle terapie riabilitative. L’altro è rivolto allo studio di un sistema protesico avanzato per amputati, composto da una mano robotica poliarticolata e da un polso.
 
Come sottolineato da Gabriele Galateri, presidente dell’IIT, “per l’IIT questa partnership rappresenta un passo molto importante per il raggiungimento dell’obiettivo della sua missione, che consiste nell’eccellenza scientifica e nel trasferimento dei risultati della ricerca al nostro sistema industriale. La collaborazione con l’Inail è molto importante anche per le ricadute positive che ne deriveranno, che si possono valutare su tre piani”. Il primo, ha precisato il presidente dell’Istituto italiano di tecnologia, “è quello dei pazienti, che attraverso gli strumenti che saranno messi a punto saranno in grado di ritrovare una vita sociale piena. Il secondo è quello della collettività, perché questi dispositivi permetteranno di ridurre i costi dell’assistenza, migliorando la sostenibilità del welfare nazionale. E infine il piano del sistema industriale ed economico del Paese, perché con questo accordo puntiamo a raggiungere una leadership internazionale in un ambito specifico della robotica”.
 
L’accordo prevede un apporto di risorse da parte dei due istituti per un valore complessivo di 11,5 milioni di euro. Nello specifico, il valore del contributo di IIT, oltre agli investimenti effettuati nella ricerca della robotica umanoide negli ultimi tre anni, sarà relativo alle risorse umane dedicate, ai servizi connessi alla gestione della proprietà intellettuale e del trasferimento tecnologico, e all’allestimento delle infrastrutture e dei macchinari necessari a realizzare una struttura ad hoc per lo sviluppo dei dispositivi. L’Inail, invece, contribuirà alla realizzazione dei due progetti, che rientrano nel suo piano di ricerca, con un finanziamento e con il personale e le competenze scientifiche e cliniche maturate nei suoi centri protesi e riabilitazione.
 
 “La nostra interazione con un istituto come l’IIT – ha spiegato il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello – costituisce un passaggio fondamentale che esprime il nuovo ruolo della ricerca, che non può più vedere soggetti isolati, ma deve basarsi su sistemi a rete per mettere a disposizione del Paese strumenti che migliorino le condizioni di vita di tutti. Quello con l’IIT è il primo di una serie di accordi che a breve saranno raggiunti con altri importanti centri di ricerca e istituti, che consentiranno di coprire l’insieme delle nostre esigenze nel campo della riabilitazione e protesica”. Nella scelta dell’IIT come primo partner, ha aggiunto il direttore generale, “ci ha convinto la sua progettualità multidisciplinare, che mette in campo elementi di biomeccanica, meccatronica robotica e neuroscienze, con un’attenzione molto forte alla sensorizzazione e all’interazione uomo-macchina”.
 
Lucibello ha anche precisato che “con la rimodulazione dei programmi di ricerca del Centro Inail di Vigorso di Budrio abbiamo previsto un investimento triennale complessivo di circa 12 milioni di euro, convinti che la vecchia programmazione non rispondesse più alla necessità di un ancoraggio alle più avanzate realtà tecnologiche”. Si tratta di “un cambio di rotta” che nasce dalla volontà di “non disperdere le risorse in mille iniziative, destinate ad avere scarsa efficacia per i nostri assistiti, privilegiando invece progetti che possono produrre risultati importanti sia per i pazienti sia per il sistema industriale e produttivo”.
 
Per Simone Ungaro, direttore generale dell’IIT, “quello promosso insieme all’Inail non è soltanto un progetto di collaborazione in termini scientifici, ma un’iniziativa di innovazione tecnologica che, come risultato finale, avrà due prodotti che dovranno essere utilizzati direttamente sui pazienti. L’idea di fondo è che queste tecnologie possano essere applicate anche in ambito industriale, fungendo quindi da impulso all’economia nel settore della riabilitazione. Questo aspetto rappresenta uno degli elementi fondanti dell’Istituto italiano di tecnologia: produrre scienza e conoscenza rendendole, però, immediatamente applicabili al mercato, con ricadute positive sul sistema produttivo”.

13 dicembre 2013
© Riproduzione riservata

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