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Tumore al polmone. Il Radon è la seconda causa: l’ISS attiva un sito web dedicato

di Viola Rita

Nasce “Il radon e il Piano Nazionale Radon”, un sito web dove trovare informazioni sugli effetti del radon e sulle campagne per ridurne i rischi. La piattaforma si struttura in 10 sezioni, un sommario e una sezione di collegamenti.  Il tutto all’interno del Piano Nazionale Radon

20 DIC - Il radon è un gas radioattivo tra i principali responsabili del tumore polmonare. Oggi nasce “Il radon e il Piano Nazionale Radon”, un sito web che ha l’obiettivo di fornire le più importanti informazioni su questo gas e sulle attività per ridurre i rischi connessi alla sua esposizione. Il sito è stato realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nell’ambito del Piano Nazionale Radon (PNR), un progetto - promosso nel 2002 e parzialmente finanziato dal Ministero della Salute - per la riduzione del rischio di tumore polmonare in Italia. Le sue attività confermano la direttiva europea sulla radioprotezione che renderà obbligatorio per ogni Paese (incluso l’Italia) dotarsi di un PNR e aggiornarlo periodicamente.
 
Il radon è un elemento chimico proveniente principalmente dal suolo e presente in tutti gli edifici (le nostre abitazioni), con concentrazione anche molto diversa da un edificio all’altro. Secondo l’OMS, è la seconda causa di tumore al polmone, dopo il fumo di sigaretta: l’esposizione ad esso in Italia è responsabile di circa 3.300 casi di questa malattia (la stima oscilla da un minimo di 1.100 a un massimo di 5.900 in relazione alle incertezze delle stime di rischio). Queste stime sono state valutate dall’ISS sulla base dei più recenti studi epidemiologici, a partire dai dati della concentrazione di radon rappresentativi dell’esposizione della popolazione italiana nelle abitazioni e della mortalità per tumore polmonare. 
Il sito nasce proprio per diffondere queste ed altre informazioni: dalle proprietà del radon e gli effetti sulla salute alle modalità di misurazione e alle concentrazioni, fino alla situazione attuale e alle strategie per combattere questo problema. Gli argomenti del sito si trovano all’interno di 10 sezioni principali, strutturate con una sintesi iniziale dei contenuti, un testo ed eventuali documenti allegati. Vi sono inoltre altre due sezioni accessorie: un ‘Sommario’ che fornisce un panorama sintetico di ogni sezione del sito ed una sezione Link che contiene collegamenti a siti web sul radon realizzati da organizzazioni internazionali, enti pubblici, nazionali e regionali, ed enti di altri Paesi.Non mancano, inoltre, informazioni aggiornate sui convegni e le iniziative dedicate al tema.
 
A partire dalla fine degli anni ’80 sono state effettuate campagne di misura della concentrazione di radon indoor (dentro le abitazioni), sia a livello nazionale che regionale, finalizzate a stimare l’esposizione della popolazione al radon.
In ogni Regione, il valore di concentrazione di radon all’interno di singole abitazioni, scuole e luoghi di lavoro varia da pochi Becquerel per metro cubo (Bq/m3 – il Becquerel è l’unità di misura dell’attività di un radionuclide, in questo caso il radon) fino a migliaia di Bq/m3.
Anche in presenza di mappe - più o meno dettagliate - della concentrazione di radon misurata in tali campagne (disponibili per diverse Regioni), per conoscere la situazione nella propria abitazione il modo più affidabile, semplice ed economico è fare una misura con dispositivi e protocolli adeguati. I dati sulle attività svolte in Italia sono raccolti nell’Archivio Nazionale Radon: in una prima fase sono stati raccolti solo dati relativi alle attività svolte dagli enti pubblici preposti; complessivamente sono state svolte 94 campagne di misura, di cui 5 nazionali, coinvolgendo un totale di circa 38.000 abitazioni, 8.500 scuole e 12.000 luoghi di lavoro. In totale, inoltre, sono state svolte azioni di risanamento in oltre 300 edifici (di cui circa 160 scuole, circa 80 abitazioni e circa 60 luoghi di lavoro).
Il sito verrà aggiornato in relazione alle nuove attività in ambito nazionale e internazionale, che cresceranno notevolmente a seguito dei numerosi obblighi previsti in materia dalla nuova direttiva. E’ possibile inviare commenti e suggerimenti all’indirizzo di email: radon@iss.it.
 
Viola Rita

20 dicembre 2013
© Riproduzione riservata

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