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Fondazione Graziottin: vaccinazione Hpv per tutte le donne fino ai 45 anni


La proposta è stata lanciata da Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano e presidente della omonima Fondazione Graziottin, nell’ambito dell’86° Congresso di Ginecologia e Ostetricia chiuso ieri a Milano.

18 NOV - “Donne, vaccinatevi”. A ribadire ancora una volta l’importanza della prevenzione, primaria e secondaria, delle patologie causate dal papillomavirus umano (Hpv) è Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano e presidente della Fondazione Graziottin.

“Contrarre il Papillomavirus umano – ha affermato Graziottin – può significare per la donna ammalarsi di cancro del collo dell’utero, tumore della vulva e della vagina, lesioni precancerose e condilomi genitali. Papillomavirus umano può comportare sofferenza fisica e soprattutto psicologica non solo per la donna, ma per la coppia. Grazie alla prevenzione oggi possiamo dire che ogni donna può evitare a se stessa questo rischio”.
Ma se la campagna vaccinale istituzionale è stata finora prevalentemente rivolta alle giovani, Graziottin sottolinea l’importanza di diffondere il ricorso al vaccino anche tra le donne adulte. Basti pensare che “numerosi studi internazionali riportano un aumento (negli ultimi 20 anni) dei tumori vulvari in donne di età inferiore ai 50 anni”. Per quest’ultima patologia non esiste, di fatto, alcun sistema di screening organizzato e di solito si assiste ad una diagnosi tardiva con conseguente intervento terapeutico molto invasivo. “La vaccinazione rappresenta dunque l’unica arma a disposizione per proteggersi”.

Queste, in particolare, le mosse vincenti che l’esperta suggerisce a tutte le donne:
1. usare regolarmente il profilattico, in ogni rapporto, in ogni tipo di rapporto,e fin dall’inizio del medesimo, il che riduce la probabilità di contrarre l’HPV.
2. proteggendosi con la vaccinazione, che grazie agli anticorpi indotti dal vaccino impedisce al virus di colpire
3.sottoporsi regolarmente a controlli di screening con il pap-test ed eventuali ulteriori esami, quando indicati: per la diagnosi precoce di eventuali lesioni causate dal virus già entrato nel corpo.

In Italia ogni anno si verificano oltre 3.500 casi di cancro del collo dell’utero e 120.000 casi di condilomatosi genitale nelle donne.

Oggi sono a disposizione due vaccini, entrambi altamente efficaci e con un ottimo profilo di tollerabilità. Un vaccino bivalente efficace verso i tipi di HPV 16 e 18, indicato nella prevenzione di lesioni precancerose della cervice uterina e del cancro del collo dell’utero nelle donne dai 10 ai 25 anni.
Un vaccino quadrivalente, efficace verso i tipi di HPV 6, 11, 16 e 18, indicato per la prevenzione del cancro del collo dell’utero, delle lesioni precancerose del collo dell’utero, della vulva e della vagina e anche dei condilomi (verruche genitali) in donne dai 9 ai 45 anni (età fino alla quale è già stata documentata l‘efficacia del quadrivalente)  e nei maschi dai 9 ai 15 anni.
Il vaccino quadrivalente è altresì efficace anche in chi ha già sviluppato un’infezione da HPV e che, cosa più importante, ha subito un trattamento terapeutico. Scientificamente si parla di ‘efficacia sui casi di recidiva’ “perché contrarre l’HPV – spiega Graziottin - non è un rischio che si corre una volta sola nella vita. Vaccinarsi, invece, significa mettersi al sicuro perché si riduce il rischio (fino al 65%) di ammalarsi di nuovo”.
In conclusione, secondo Graziottin emerge che da un lato resta evidente l’importanza che i medici consiglino la vaccinazione, non solo alle giovanissime ma a tutte le donne, dall’altro sensibilizzare la popolazione stessa a prendersi cura di se stessi attraverso una doppia prevenzione primaria: uso del profilattico e  vaccinazione, e una prevenzione secondaria, qual è lo screening con il pap-test”.
 

18 novembre 2010
© Riproduzione riservata

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