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Alcolismo. Ideata al Gemelli “terapia soft” per sconfiggere la dipendenza anche nei casi gravi


Invece di azzerare subito il consumo di alcol, strategia che spesso scoraggia gli alcolisti perché troppo faticosa da sostenere, le quantità concesse si riducono per gradi. Il paziente viene seguito con la “terapia della parola” e con la somministrazione di un farmaco anti-alcol.

20 MAR - Ideata dagli psichiatri del Policlinico universitario A. Gemelli di Roma, presso il Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze – Sub-Unità Alcologica, una “terapia soft” combinata, psicologica e farmacologica, per combattere e vincere l’alcolismo per gradi: si tratta di una terapia più “soft” in cui la “bottiglia” viene tolta gradualmente per invogliare anche gli alcolisti più spaventati dall’astensione completa immediata. Denominato “trattamento riabilitativo integrato di supporto psicosociale”, si tratta di un approccio in cui alla terapia farmacologica anti-alcol (con Nalmefene, un farmaco che aiuta l’alcolista a ridurre il consumo alcolico) si affianca alla psicoterapia, che contribuisce alla riduzione del consumo di alcolici, in vista del raggiungimento di un’astensione completa dalla “bottiglia”.

“Si tratta di un approccio del tutto nuovo e senza eguali - ha spiegato Luigi Janiri, Responsabile della Sub-Unità Alcologica del Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze del Gemelli, diretto da Pietro Bria - messo a punto da noi sulla base delle ultime ricerche nel campo dell’alcolismo”. Il paziente, in tal modo, verrà accompagnato verso una maggiore consapevolezza sia del disturbo sia di uno stato di salute psico-fisico migliore, grazie alla riduzione del consumo alcolico, accrescendo la motivazione al cambiamento.
Al servizio si potrà accedere previa prenotazione telefonica, chiamando il numero 06.3015.4122 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 14.00; in alternativa si può chiedere appuntamento mandando un'e-mail al seguente indirizzo: segreteriadh@lapromessa.it

È una novità assoluta nel campo del trattamento dell’alcolismo: “Nello specifico – aggiungeha aggiunto Janiri - non ci risulta che altri ospedali italiani abbiano dei gruppi di trattamento psicosociale volti alla riduzione del consumo alcolico come step terapeutico intermedio in vista della completa astensione. Il farmaco Nalmefene è stato immesso in commercio solo nel settembre 2013 e quindi ancora non sono stati organizzati interventi integrati così complessi che comprendano l’assunzione del farmaco congiuntamente a una terapia psicosociale di gruppo”.

L’idea è di somministrare il farmaco e allo stesso tempo di inserire il paziente in gruppi di trattamento psicosociale mirati all’aderenza al trattamento e alla riduzione progressiva del consumo di alcol in vista del raggiungimento di un’astensione completa. Si rivolge in particolare a quegli alcolisti la cui dipendenza è moderata e che non sono in grado di raggiungere un’astensione completa sin dall’inizio del trattamento.
In altri termini, con questo approccio “soft” si potrebbero “recuperare” gli alcolisti che non riescono a iniziare una terapia perché scoraggiati dall’astensione alcolica completa sin dalle prime fasi del trattamento o che hanno perso il controllo sul bere e desiderano provare a recuperarlo.
Nel Lazio il 15,6% delle persone risulta consumatore di alcol a rischio, cioè che consuma un quantitativo maggiore di 4 unità alcoliche/die (48 gr di alcol al giorno, equivalente a ca. 500 ml di vino/die e un litro e 320 ml di birra/die).

L’obiettivo finale del trattamento integrato con l’intervento psicologico e con il Nalmefene è far aderire al trattamento riabilitativo quelle persone che, sottovalutando i rischi dell’abuso alcolico sfuggono alla considerazione di se stesse come portatrici di un grave problema clinico soggettivo, ma anche sociale.

20 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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