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Osteoporosi. Oltre l'80% delle donne over 65 ne sono colpite. E' allarme "pandemia silenziosa"


In Italia circa 18000 pazienti all’anno diventano disabili per una frattura di femore da osteoporosi. Le fratture da osteoporosi sono destinate ad aumentare e la prevenzione potrebbe far risparmiare 400 euro a malato. Questi i dati emersi dalla ricerca realizzata da Fondazione per l’Osteoporosi Piemonte e Città della Salute e della Scienza di Torino.

25 MAR - Prendendo come riferimento i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, relativi ai criteri diagnostici per la diagnosi di osteoporosi utilizzando la tecnica densitometrica DXA, risulta che nella popolazione femminile over 65, oltre il 33% è colpito da osteoporosi e circa il 47% da osteopenia e che circa il 17% delle donne è andato incontro ad almeno una frattura non traumatica: questi dati emergono dalla ricerca realizzata da Fondazione per l’Osteoporosi Piemonte e Città della Salute e della Scienza di Torino, pubblicato sulla rivista internazionale “Calcified Tissue International”. Lo studio sottolinea l’esistenza di una grave pandemia silenziosa, destinata a diventare anche un alto costo sanitario.

La ricerca, durata 4 anni, è stata realizzata con il contributo della Compagnia di San Paolo: i ricercatori dell’Università di Torino, indagando in un’altra direzione, si sono ritrovati a individuare la diffusione di osteoporosi/osteopenia e il relativo rischio di fratture nella popolazione italiana sana, che non presenta fattori di rischio a priori. Il risultato è che oltre 3/4 delle donne sottoposte a densitometria presenta una riduzione della densità ossea secondo i criteri dell’Oms e non ne è consapevole, mentre meno di un quinto presenta una massa ossea normale.

La ricerca condotta a Torino misura l’incidenza della malattia sulla popolazione generale e fa emergere la necessità di sottoporre con attenzione le donne a screening nel periodo post-menopausa tenendo in considerazione anche i fattori di rischio specifici. Le cifre emerse dalla ricerca tracciano indirettamente uno scenario oneroso per il servizio sanitario nazionale; i costi sostenuti dal sistema sanitario nazionale per le fratture di femore da osteoporosi ammontano a 6.8 bilioni di Euro ogni 5 anni. Poiché una terapia adeguata è in grado di ridurre il rischio di fratture del 50-70%, la diagnosi precoce e la corretta terapia potrebbe far risparmiare circa 400 Euro a persona al Ssn.

“Il dato che emerge è sorprendente – ha commentato la Presidente della Fondazione per l’Osteoporosi Piemonte Cavaliere del Lavoro Claudia Matta - soprattutto perché rivela con certezza che molte donne non sono consapevoli di essere a rischio. La sensibilizzazione sulla malattia è quindi fondamentale. È questa la mission della nostra Fondazione: fare informazione per richiamare l’attenzione sulla malattia e stimolare la prevenzione precoce. L’osteoporosi ha infatti un’enorme rilevanza sociale ed economica, perché comporta un alto rischio di fratture che, tra gli anziani, sono tra le maggiori cause di mortalità. Inoltre, il 50% delle persone con frattura di femore subisce una forte riduzione della propria autosufficienza e, in circa il 20% dei casi, richiede un’ospedalizzazione a lungo termine, con oneri economici per il sistema sanitario. E non sono solo le donne a esserne colpite”.

Il coordinatore della ricerca Giancarlo Isaia, Direttore della Struttura Complessa Geriatria e Malattie metaboliche dell'osso della Città della Salute e della Scienza di Torino e Presidente della Siommms (Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro) ha aggiunto: ”Lo studio, effettuato con la tecnica DXA, considerata il gold standard nella diagnosi dell’osteoporosi, rappresenta il primo approccio al problema della prevalenza della malattia in Italia: in precedenza i dati disponibili erano stati ricavati da indagini eseguite con tecnica ultrasonografica che presenta non secondari problemi tecnici di esecuzione. Da segnalare che le pazienti arruolate sono state scelte in modo randomizzato e tratte dagli elenchi dei Medici di Medicina Generale: mi pare importante sottolineare la collaborazione offerta dai colleghi nella corretta individuazione delle Pazienti che ha consentito di esaminare una popolazione del tutto omogenea con la popolazione generale. Lo studio – ha concluso - ha anche consentito di validare un nostro precedente lavoro relativamente ai criteri in base ai quali prescrivere la densitometria ossea con un più favorevole rapporto costi/benefici, considerando che non è assolutamente razionale prescrivere l’esame indiscriminatamente a tutte le donne in menopausa. In generale il problema dell’Osteoporosi è in Italia ampiamente sottovalutato e di conseguenza, pur potendo disporre di farmaci estremamente efficaci nel prevenirne le conseguenze fratturative, molti Pazienti non hanno accesso ai trattamenti. La conseguenza è di constatare la presenza di numerose fratture, soprattutto di femore e di vertebre, che avrebbero potuto essere prevenute in presenza di una seria e diffusa campagna di prevenzione: auspico che i risultati da noi ottenuti possano contribuire ad una più efficace sensibilizzazione al problema”. 

25 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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