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Liberalizzazioni. Liberi farmacisti contro il sistema delisting: “Troppo potere alle imprese”


L'Agenzia Italiana del Farmaco deve regolare l'accesso ai farmaci e stabilire se un principio attivo ha o meno l'obbligo della ricetta. “Ma questo compito – denuncia il Movimento nazionale liberi farmacisti - spesso e volentieri viene svolto dai produttori con elevati costi sia per il cittadino che per il Ssn”.

23 APR - Non è piaciuto al Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) il recente delisting di farmaci operato dall'Aifa, ovvero il passaggio di farmaci con obbligo di ricetta a senza obbligo di ricetta. “Ha posto in evidenza diverse contraddizioni del sistema che aumentano i costi dei farmaci sia per i cittadini che per il Ssn”, denuncia il Mnlf portando l’esempio del pantoprazolo, un antiacido: “Se rimborsato dal S.S.N. ha l'obbligo della ricetta e un costo di 5/6 euro in meno di quello omologo che non ha l'obbligo di ricetta medica. (es. Pantecta 20 mg 14 compresse, RICETTA - DOSANLOC 20 mg 14 compresse SENZA RICETTA). Due farmaci, uno stesso principio attivo, lo stesso dosaggio e numero di compresse (14) che se rimborsati possono essere venduti solo con la ricetta medica, mentre se sono farmaci d'automedicazione (SOP) possono essere venduti senza ricetta, ma con un costo quasi doppio”.

Perché questo è possibile? “Per un'assurda norma – afferma il Movimento -, probabilmente frutto di accordi, stabilisce che qualsiasi switch, passaggio del farmaco dal regime di dispensazione con obbligo di ricetta a senza ricetta medica, automaticamente fa perdere la rimborsabilità alla specialità medicinale”.

Non solo. “La logica – denuncia il Mnlf - vorrebbe è che tutte le preparazioni con uguale dosaggio, concentrazione e quantità seguissero lo stesso destino. Invece no, la logica non alberga nella sanità italiana, tutte le altre specialità medicinali in tutto e per tutto uguali alla specialità senza ricetta possono essere vendute solo se prescritte dal medico. Questo perché – prosegue il Mnlf - non è l'Aifa a stabilire quale regime di dispensazione affidare in base alla concentrazione di quel principio attivo, ma l'azienda produttrice all'atto della registrazione e se quell'azienda non chiede di cambiarlo non ci sono santi che tengano: non si cambia”.

Per il Movimento siano di fronte ad “anomalie” che “costano sia al cittadino perché non c'è vera concorrenza nei prezzi e costano al SSn perché alcuni farmaci a basso costo potrebbero essere acquistati direttamente”. Secondo uno studio dello scorso anno (Studio condotto da Claudio Jommi e Monica Otto dell’Osservatorio Farmaci del CERGAS Bocconi), rilanciato dal Mnlf, il risparmio per il Ssn se venisse operata una diversa politica di switch dei farmaci sarebbe di 774 milioni di euro in valore (Prezzo al pubblico).

Per invertire la rotta, “i Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane chiedono al Ministero della Salute e al Governo di adottare i seguenti provvedimenti: cancellare l'automatismo per cui quando un farmaco cambia regime di dispensazione viene automaticamente escluso dal rimborso del S.S.N.; stabilire che sia l'AIFA e non le ditte produttrici a decidere se in base ad un dato principio attivo con una determinato dosaggio e forma farmaceutica, quel medicinale debba essere ceduto con o senza obbligo di prescrizione; introdurre il principio per cui se una specialità commercializzata in Italia è senza ricetta anche tutte le altre con uguale composizione automaticamente lo siano; guardare all'esperienza di altri Paesi Europei e ai regimi di dispensazione attuati nella maggioranza di essi”.

“L'immobilismo in questo settore e la cessione di poteri regolatori – conclude il Movimento nazionale liberi farmacisti - provoca un dispendio di energie economiche per il S.S.N. e maggiori costi per i cittadini con una conseguente scarsa competitività sui prezzi. Inoltre, un maggiore esercizio del potere regolatore dell'AIFA permetterebbe alla stessa d'indicare ai farmacisti delle vere e proprie linee guida su ogni principio attivo contribuendo così ad una maggiore tutela della salute pubblica anche nell'automedicazione”.

23 aprile 2014
© Riproduzione riservata

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