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Depressione. In futuro diagnosi da test del sangue? Ecco lo studio

di Viola Rita

Rilevato un importante ruolo della ricaptazione neuronale della serotonina nell'attivazione della rete cerebrale nella depressione ‘default mode network’. Lo studio su 48 soggetti, mediante fMRI e altre analisi, è pubblicato su Plos One. Lucas Pezawas (MedUni Vienna): “In linea di principio, in un futuro non troppo lontano potrebbe arrivare diagnosi da un esame del sangue”

07 MAG - Individuare segni della depressione da un semplice test del sangue. Potrebbe diventare realtà in un futuro non troppo lontano, secondo i ricercatori della Medical University di Vienna. I ricercatori hanno dimostrato, in un primo studio su un gruppo di 48 soggetti, che, per ora in linea del tutto di principio, un’analisi del sangue, basata su importanti parametri legati alla serotonina, potrebbe essere in grado di evidenziare segnali della malattia. Lo studio, intitolato Platelet Serotonin Transporter Function Predicts Default-Mode Network Activity, è pubblicato su Plos One.
 
In generale, il trasportatore della serotonina (SERT) è una proteina, nella membrana cellulare, che facilita appunto il trasporto del neurotrasmettitore serotonina (il cosiddetto ‘ormone della felicità’). Nel cervello, il SERT regola i network della depressione neurale. Condizioni depressive sono spesso causate da una mancanza di serotonina e così, anche a livello farmacologico, questa proteina rappresenta la chiave di azione per la terapia. Studi recenti, inoltre, hanno mostrato come il trasportatore della serotonina agisca nello stesso modo in cui agisce nel cervello, riferiscono i ricercatori della Medical University di Vienna.
 
Nello studio odierno, gli scienziati hanno preso in considerazione 48 soggetti sani, utilizzando l’imaging del cervello, effettuato mediante risonanza magnetica funzionale, e poi altre indagini, al fine di dimostrare la presenza di uno stretto rapporto tra la velocità della ricaptazione della serotonina nelle piastrine e la funzione di una vera e propria rete cerebrale che mostri la depressione. Questa rete è chiamata ‘default mode network’ (DMN), perché è attiva soprattutto quando si è a riposo ed è fortemente ‘autoreferenziale’: risultati recenti hanno dimostrato che questo network viene di fatto soppresso durante processi complessi in cui è coinvolto il pensiero e in cui i livelli di concentrazione sono elevati, riferiscono gli esperti; a tal proposito è interessante notare che i pazienti con depressione hanno difficoltà a sopprimere questo network, con la conseguente presenza di pensieri negativi e scarsa concentrazione.

Nei risultati dello studio, in generale si legge che gli aumenti del parametro di velocità nelle piastrine citato (massima velocità della  ricaptazione della serotonina 5-HT) predicono in maniera significativa una soppressione del DMN in persone sane indipendentemente dalla variazione del gene trasportatore della serotonina SLC6A4.
Nelle conclusioni dello studio, poi, si legge che questo parametro “predice modificazioni nell’attivazione del default mode network (DMN). Dati i precedenti report sull’accoppiamento tra piastrina-velocità sinaptosomale, i risultati inoltre suggeriscono un importante ruolo della ricaptazione neuronale 5-HT nella regolazione del DMN”.
 
"Questo è il primo studio che è stato in grado di predire l'attività del principale network della depressione nel cervello attraverso un esame del sangue”, ha spiegato Lukas Pezawas del Department of Biological Psychiatry, Department of Psychiatry and Psychotherapy dell’Università MedUni di Vienna. “Mentre i test del sangue per le malattie mentali finora sono stati considerati inattuabili, questo studio mostra chiaramente che un esame del sangue è possibile, in linea di principio, per la diagnosi della depressione e che potrebbe diventare realtà in un futuro non troppo lontano”.
 
Viola Rita

07 maggio 2014
© Riproduzione riservata

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