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La dieta anti-cancro esiste e svela un meccanismo anti-metastasi. Il segreto? Meno calorie

di Maria Rita Montebelli

Uno studio appena pubblicato su Breast cancer research and treatment’ suggerisce che la restrizione calorica potrebbe ridurre la comparsa di metastasi nei tumori della mammella ‘tripli negativi’, creando una sorta di barricata intorno al tumore. Un effetto in gran parte legato alla riduzione di alcuni microRNA intracellulari.

26 MAG - Una serie di evidenze scientifiche, già disponibili da tempo, indica la restrizione calorica come elisir di lunga vita. Meno calorie si assumono con i pasti insomma, maggiori sono le chance di vivere più a lungo. Ma adesso, un nuovo filone di ricerca suggerisce che tagliare le calorie protegge anche dalla diffusione locale e dalle metastasi, in caso di cancro della mammella. Almeno negli animali da esperimento. La ricerca, pubblicata su ‘Breast cancer research and treatment’ è stata condotta su topine affette da tumore mammario e tenute a restrizione calorica (veniva tagliato il 30% delle calorie consumate abitualmente, quando gli animali avevano accesso libero al cibo).
 
Questa dieta forzata induceva una riduzione delle concentrazioni intracellulari di alcuni microRNA che, secondo gli autori della ricerca, rappresenterebbe il meccanismo patogenetico alla base di questo effetto anti-tumorale. Nicole Simone, professore associato del dipartimento di Oncologia e Radioterapia della Thomas Jefferson University Radiation Oncology e colleghi, ritengono infatti che la dieta ipocalorica attivi un particolare programma epigenetico, in grado di proteggere dalla diffusione del tumore. In particolare i ricercatori americani hanno scoperto che nelle cellule tumorali ‘affamate’, a ridursi è la concentrazione dei microRNA 17 e 20 (miR 17/20), che di norma sono invece abbondantemente espressi nei carcinomi tripli negativi metastatizzati.
 
Le pazienti affette da tumore della mammella vanno soggette ad un aumento ponderale pari a circa 5 Kg nel primo anno di trattamento, o perché costrette ad assumere steroidi per contrastare gli effetti indesiderati della chemioterapia o - in quelle con recettori ormonali positivi - come effetto collaterale della terapia anti-ormonale. Sono ormai diversi gli studi che dimostrano come un aumento di peso rappresenti un problema per le pazienti oncologiche, perché tra l’altro, rende meno efficaci i trattamenti oncologici. Per questo è così importante avere un occhio di riguardo per il metabolismo, nel corso di queste terapie.
 
E mentre l’aumento di peso, favorisce la comparsa delle metastasi, la restrizione calorica al contrario sembra potenziare gli effetti della radioterapia. “La restrizione calorica – spiega Nicole Simone – promuove delle alterazioni epigenetiche a livello del tessuto mammario, che rafforzano la matrice extracellulare; questo crea una sorta di ‘gabbia’ intorno al tumore, che impedisce alle cellule tumorali di ‘fuggire’ e diffondersi in giro per il corpo”.
 
L’individuazione di questi microRNA e la comprensione dei loro effetti fornisce dunque un modo per diagnosticare i tumori a maggior rischio di metastatizzazione, ma offre anche un nuovo target terapeutico. La messa a punto di farmaci capaci di ridurre il mir 17, ad esempio, potrebbe consentire di rafforzare la matrice extracellulare, esattamente come la dieta ipocalorica. Ma questa ipotesi si basa su uno studio animale; adesso andrà validata nell’uomo. E il gruppo della Jefferson ha infatti iniziato ad arruolare pazienti per il trial CaReFOR (Calorie Restriction for Oncology Research) per esplorare questa possibilità; nello studio verranno arruolate pazienti con tumore della mammella sottoposte a radioterapia, che riceveranno un counselling nutrizionale, mirato alla perdita di peso.
 
Maria Rita Montebelli

26 maggio 2014
© Riproduzione riservata

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