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Blocco del traffico. Cnr: “Doveroso ma inutile”


Per Nicola Pirrone, direttore dell'Istituto di inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, servirebbero interventi strutturali a cominciare dal potenziamento dei mezzi pubblici (“Bisogna mettere il cittadino nelle condizioni di lasciare la macchina a casa") fino all'adozione di sistemi innovativi a basso impatto ambientale per il riscaldamento domestico.

03 GIU - "I provvedimenti legislativi adottati negli ultimi 20 anni in ambito europeo e nazionale in materia di inquinamento atmosferico hanno consentito di migliorare in modo significativo la qualità dell'aria nelle nostre aree urbane. Considerate le peculiarità delle sorgenti di emissioni presenti nelle aree urbane, tra cui il traffico veicolare e il riscaldamento domestico, e le particolari condizioni meteorologiche molte aree urbane, tali misure potrebbero però non bastare per il raggiungimento dei target di qualità dell'aria previsti per legge". Questo il parere di Nicola Pirrone, direttore dell'Istituto di inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, che ritiene necessari piani di interventi strutturale sulla mobilità delle merci e delle persone.

"È nelle grandi città – spiega in una nota del Cnr - che il problema del contrasto all'inquinamento si rileva maggiormente", spiega Pirrone, ricordando che "le più penalizzate sono quelle caratterizzate si dalla congestione del traffico, ma anche da condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli. La quantità di smog dipende certamente dalle fonti inquinanti - auto, impianti industriali, riscaldamento - ma la presenza o meno delle polveri sottili in atmosfera (pm 10) è condizionata dal vento, dalle precipitazioni e dalla collocazione geografica, per cui per esempio la Pianura Padana è penalizzata rispetto all'area costiera, più ventilata".

Provvedimenti di carattere emergenziale, come le domeniche a piedi e il blocco del traffico, dunque, tamponano il problema senza risolverlo. "Sono solo misure di carattere amministrativo, obbligatorie in ottemperanza alla direttiva europea che regolamenta l'esposizione dei cittadini alle sostanze inquinanti e impone di non superare i limiti stabiliti per un certo numero di giorni all'anno", continua Pirrone. "Ma è l'esposizione media annuale che ha un reale impatto sulla salute dei cittadini, non i picchi occasionali. Gli amministratori bloccano il traffico per risolvere un problema contingente determinato da una particolare congiuntura meteorologica, ma il pm10 viene emesso da sorgenti primarie sulle quali si dovrebbe incidere in modo strutturale e duraturo".

Servirebbero quindi interventi a lungo termine. "In primo luogo il potenziamento dei mezzi pubblici, che devono garantire un servizio efficiente, l'estensione delle aree pedonali e l'incentivazione del trasporto elettrico, sia pubblico sia privato nonché l'adozione di sistemi innovativi a basso impatto ambientale per il riscaldamento domestico" sottolinea il direttore dell'Iia-Cnr. "Bisogna mettere il cittadino nella condizione di poter lasciare la macchina a casa: solo allora si può sperare in un cambiamento della qualità dell'aria. La situazione è leggermente migliorata con l'aumento degli standard delle auto e dei sistemi di riscaldamento, ma c'è ancora molto da fare".
 

03 giugno 2014
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