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Cancro al seno: con anastrozolo un decennio libere dal tumore


Il follow-up a 10 anni dello studio ATAC ha evidenziato per anastrozolo un'efficacia protratta fino a cinque anni dal termine del trattamento.
Attualmente il cancro al seno colpisce circa 1,4 milioni di donne in tutto il mondo.

21 DIC - Sono stati pubblicati su Lancet Oncology i dati di follow-up a 10 anni dello studio ATAC (Arimidex, Tamoxifen, Alone or in Combination), uno degli studi di più lunga durata e ampiezza sulla terapia adiuvante iniziale con un inibitore dell’aromatasi nelle donne in post-menopausa con carcinoma mammario precoce.I risultati hanno evidenziato anche nel lungo termine, l’efficacia e il profilo di sicurezza favorevole di anastrozolo rispetto a tamoxifene, anche oltre il termine del trattamento. Lo studio ha dimostrato, inoltre, l’effetto immediato dei benefici di anastrozolo rispetto a tamoxifene e la sua efficacia protratta fino a cinque anni dal termine del trattamento.
Nel dettaglio, lo studio ha evidenziato nelle pazienti positive al recettore ormonale (2618 nel gruppo in trattamento con anastrozolo, 2598 in quello con tamoxifene) miglioramenti superiore con anastrozolo rispetto a tamoxifene per l’endpoint primario della sopravvivenza libera da malattia con 735 eventi (28,1%) rilevati con anastrozolo rispetto a 824 eventi (31,7%) con tamoxifene.Anastrozolo si è dimostrato superiore anche in relazione al tempo alla recidiva con 456 eventi (17,4%) rilevati con anastrozolo, rispetto ai 558 (21,5%) con tamoxifene.
I dati hanno inoltre dimostrato che i tassi di mortalità a seguito di recidiva sono rimasti inferiori con anastrozolo rispetto a tamixofene, con rispettivamente 284 eventi (10,8%) contro 320 (12,3%). È stata osservata però una scarsa differenza nella mortalità complessiva.Nessun miglioramento è stato invece osservato nelle pazienti negative per il recettore ormonale né in quelle con stato non noto per il recettore ormonale.
“I dati a 120 mesi dello studio ATAC rappresentano un nuovo significativo traguardo per l’ormonoterapia del carcinoma mammario. Per la prima volta, nella terapia adiuvante di questa patologia, si dimostra che il beneficio ottenuto nei 5 anni con anastrozolo si mantiene e aumenta in ampiezza anche nei 5 anni successivi, senza impatti negativi in termini di sicurezza. Nessun altro studio ha dimostrato un effetto ‘carry-over’ così evidente”, ha affermato Raffaele Sabia, Vice-President Medical di AstraZeneca Italia che ha aggiunto: “È con orgoglio che comunichiamo alla comunità scientifica questo importante risultato, un’ulteriore conferma per l’ormonoterapia nella quale AstraZeneca (allora ICI) è stata pioniere con il tamoxifene. Da oltre 30 anni, AstraZeneca ha svolto un ruolo chiave nella ricerca sul cancro; i nostri scienziati hanno ricercato e sviluppato una gamma di farmaci ormonoterapici che hanno dato significativi contributi al trattamento del carcinoma mammario, sia nella fase precoce sia in quella metastatica”.Attualmente il carcinoma mammario colpisce circa 1,4 milioni di donne in tutto il mondo ed esiste il rischio a lungo termine (almeno per i successivi 15 anni) di ricomparsa del carcinoma mammario precoce. L'obiettivo del trattamento di questa patologia è quello di prevenire la recidiva nel breve e nel lungo termine, in quanto, nel momento della ricomparsa e della diffusione del carcinoma, la terapia risulta spesso essere solamente un palliativo.

21 dicembre 2010
© Riproduzione riservata

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