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Tratti nordici e profilo orientale nel Dna degli italiani. Discendiamo anche da migranti dell’estremo Nord e della Siberia


Ricercatori dell’Università Cattolica di Roma protagonisti di un maxi-studio di genetica e antropologia che ha conquistato la copertina della rivista Nature. Lo studio rivela che gli Europei sono “figli” non di due ma di tre onde migratorie primitive, la terza ondata di genti venute dal Nord e dalla Siberia. Le popolazioni europee attuali derivano quindi da tre gruppi familiari ancestrali.

26 SET - Siamo anche un po’ orientali: uno studio internazionale che ha visto coinvolti in prima fila anche ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico Gemelli di Roma, coordinato da genetisti della Harvard University, ha svelato che nel Dna degli italiani – e anche di altri popoli dell’Europa Meridionale, vi è un po’ di Estremo Oriente, in quanto il nostro popolo ha beneficiato di una terza ondata migratoria di genti venute dalla Siberia e dal Nord Europa, avvenuta migliaia di anni fa.
Pubblicato sulla rivista Nature, lo studio si è basato sul confronto del Dna di individui moderni (anche italiani) e Dna fossile rinvenuto in alcuni resti archeologici risalenti a differenti età.
Lo studio ha visto protagonista per l’Italia l’Università Cattolica di Roma, con la partecipazione di Francesca Brisighelli della Sezione di Medicina Legale-Istituto di Sanità Pubblica, diretta da Vincenzo Pascali, e di Cristian Capelli, docente di Zoologia alla Oxford University e dottore di ricerca della Cattolica di Roma.
“Noi abbiamo contribuito al lavoro con dei campioni di Dna di individui del Sud Italia – ha spiegato Brisighelli - in particolare Calabria e Sicilia. Così abbiamo ritrovato nel nostro Dna la presenza di tracce di popoli antichi venuti dall’Europa Settentrionale e dalla Siberia”.
 
La ricerca
Lo studio ha previsto lo screening di campioni di DNA antico estratti da resti ossei di 7000-8000 anni fa (provenienti da Lussemburgo e Svezia, e dalla Germania), da confrontare con il dato genomico di popolazioni europee moderne. In totale sono stati analizzati più di 2.400 genomi umani provenienti da circa 200 popolazioni europee: “il nostro contributo – ha spiegato Brisighelli - ha riguardato proprio la produzione del dato genomico moderno ricavato da un numero di campioni distribuiti su tutta la Penisola Italiana. La nostra Penisola, viste le caratteristiche geomorfologiche e la posizione di centralità nel bacino Mediterraneo, è stata da sempre meta di gruppi di popolazioni provenienti dall’Africa, dal Medio Oriente e dal resto d’Europa. In seguito alla Rivoluzione Neolitica, avvenuta circa 11.000 anni fa nella Mezzaluna Fertile, una crescita e successiva espansione demografica interessò tutta l’Europa. In Italia, la Puglia, la Calabria e la Sicilia orientale vennero coinvolte in tale processo fin dall’inizio, come testimoniato dai primi resti archeologici databili intorno a 9.000 anni fa, e nel resto d’Italia ​​più tardi, intorno a 6.500 anni fa, secondo modelli e processi ampiamente descritti nelle pubblicazioni degli ultimi 10 anni del nostro gruppo di ricerca”.
 
I risultati ottenuti hanno così permesso di arrivare alla conclusione che gli europei hanno geni di tre popolazioni umane ancestrali e non due, come si ritenuto finora. Le popolazioni europee attuali derivano perciò da tre gruppi familiari ancestrali: da un lato, le popolazioni di cacciatori-raccoglitori giunte dall’Africa più 40.000 anni fa; uno secondo grande gruppo di agricoltori provenienti dall’Oriente Medio che migrarono in Europa in tempi più recenti; e un terzo gruppo - il cui contributo alle origini europee era stato finora ignorato - che probabilmente abitava i territori dell’Europa Settentrionale e la Siberia, circa 24.000 anni fa. Questo terzo gruppo giunse probabilmente in Europa centrale dopo i primi agricoltori, e collegherebbe inoltre la popolazione europea con le popolazioni di nativi americani.
 
Tutti le popolazioni Europee attuali presentano quindi il contributo dei tre gruppi ancestrali descritti, ma con proporzioni diverse. Gli Europei del Nord Europa presentano un’ascendenza maggioritaria di cacciatori-raccoglitori, mentre gli europei meridionali una maggiore ascendenza degli agricoltori neolitici. La componente euro-asiatica settentrionale è proporzionalmente la più piccola componente rilevabile in Europa, non supera mai il 20%, ma la si ritrova in quasi tutti i gruppi europei esaminati dallo studio. Probabilmente perciò, dopo la Rivoluzione neolitica nell'Eurasia Occidentale deve essersi verificata una profonda trasformazione demografica.
 
Il nuovo gruppo che si aggiunge ai due già noti è dunque quello proveniente dal Nord Europa e dalla Siberia, insomma un gruppo Euroasiatico del Nord.
“Gli europei, quindi, scoprono oggi di possedere nel proprio DNA una firma genetica euroasiatica, determinata da una profonda trasformazione demografica avvenuta in epoche lontane nel cuore dell’Europa - ha concluso Brisighelli - . Con la scoperta di questa terza popolazione ancestrale si aprono nuovi orizzonti di studio in ambito archeologico sulle culture preistoriche che possono essere state associate all’arrivo di questi popoli del Nord-Est, e negli studi futuri si cercherà, con l’aiuto della genetica, di riscoprire e riscrivere le origini antropologiche europee”. 

26 settembre 2014
© Riproduzione riservata

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