Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 20 APRILE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Combattere l’Ebola a colpi di antropologia

di Maria Rita Montebelli

La battaglia contro questa virosi mortale non può prescindere dal contenimento delle cause dell’infezione laddove si è sviluppata. Sotto accusa, la caccia e il consumo di carne di pipistrello. Una ricerca inglese ha cercato di valutare la percezione del rischio inerente a questa pratica, in una popolazione del Ghana. Per costruire un piano di intervento mirato.

11 OTT - L’infezione da virus Ebola, al pari di altre emergenti, sarebbe scaturita dall’interazione dell’uomo con gli animali selvatici. Sotto accusa in particolare è il consumo della cosiddetta ‘bushmeat’, la carne di animali selvatici di alcune regioni africane. Un team di ricercatori dell’Università di Cambridge e della Zoological Society di Londra hanno intervistato circa seicento persone di una regione del Ghana, per capire cosa spinga a consumare carne di pipistrello e il grado di percezione del rischio associato a tale pratica. La ricerca è stata pubblicata su EcoHealth.
 
La fonte del contagio sarebbe il pipistrello della frutta paglierino (Eidolon helvum) un grosso animale diffusamente consumato in Ghana, anche se potenzialmente portatore di zoonosi, cioè di malattie trasmissibili dagli animali all’uomo. Andare a caccia di questi animali, macellarne la carni e consumarle espone al rischio di contagio e i pipistrelli, tra tutti gli animali del bush, sono quelli che albergano il maggior numero di virus zoonotici.
Per capire chi siano i consumatori di queste carni e la loro percezione del rischio i ricercatori inglesi hanno intervistato circa 600 persone tra cacciatori, venditori e consumatori di carne di pipistrello. I cacciatori utilizzano vari metodi per catturare i pipistrelli, dalle armi da fuoco, alle reti; tutti indistintamente vengono a contatto con il sangue dei pipistrelli o sono morsi o graffiati dagli animali. Nessun cacciatore usa alcun mezzo di protezione , quali i guanti.

I pipistrelli vengono cucinati in vari modi; più spesso sono affumicati e usati nelle zuppe. È considerato dai cacciatori un cibo ordinario e una buona fonte di proteine; dalla gente di città, una leccornia, come testimoniano anche gli alti prezzi di mercato. Ma in questa nazione il consumo della carne di pipistrello non è associata a credenze religiose o a pratiche sciamaniche.
In generale i cacciatori sono maschi e le venditrici femmine e questo potrebbe comportare un diverso rischio di genere nel contrarre le zoonosi veicolate da questi animali. La gente che vive in città e quella più acculturata, difficilmente prende parte alla caccia al pipistrello; ma nelle famiglie benestanti è più frequente il consumo di questa leccornia locale.
 
Alla domanda se l’introduzione dei divieti di caccia e relative multe fosse un provvedimento sufficiente a far desistere la gente dalla caccia al pipistrello, gli intervistati hanno risposto in modo negativo perché vendere carne di pipistrello rimane una buona fonte di reddito e comunque pochi cacciatori sembrano al corrente dei divieti di caccia esistenti in Ghana. Un maggior deterrente sembra essere l’informazione su possibili rischi per la salute e questo sì, potrebbe motivare la gente a desistere da queste pratiche.
 
“Comprendere sia i fattori di rischio reali che quelli percepiti è vitale – afferma il professor James Wood, direttore del programma di ricerca dell’Università di Cambridge – qualora dovesse verificarsi una zoonosi veicolata dai pipistrelli in Ghana, queste informazioni si rivelerebbero preziose nell’ andare a target sui gruppi a maggior rischio e nel pianificare delle misure di controllo della malattia”.
 
Purtroppo potrebbe non essere facile minimizzare i rischio di una zoonosi veicolata dai pipistrelli. La caccia ai pipistrelli è infatti un’occupazione stagionale, che può essere intrapresa in qualsiasi momento, a piacere; al contrario, allevare degli animali domestici - una possibile alternativa - richiede dedizione e impegno giornaliero per tutto l’anno.
 
“Le multe non serviranno comunque a molto – sostiene il dottor Marcus Rowcliffe della Zoological Society - Più importante, per dissuadere la popolazione da queste pratiche, sembra il ruolo dell’informazione sul rischio inerente al consumo di queste carni ma anche sul ruolo svolto dai pipistrelli nell’impollinazione e nella dispersione dei semi. Lavorare con le comunità locali, al fine di proporre loro delle soluzioni efficaci e sostenibili in linea con i loro bisogni economici, deve rappresentare un impegno a lungo termine”.
 
Maria Rita Montebelli

11 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy