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Giornata Mondiale Alimentazione. Il focus è l’agricoltura familiare. Sono 2 miliardi le persone con carenze di micronutrienti

di Viola Rita

Nonostante i risultati già ottenuti in termini di riduzione della popolazione che non ha un accesso adeguato al cibo e della mortalità infantile associata, sono 805 milioni le persone al mondo a rischio di fame. Il tema della manifestazione promossa dalla FAO pone al centro l’agricoltura familiare come strumento chiave per ridurre l’incidenza del problema. Da non sottovalutare l’impatto ambientale del sistema e lo spreco alimentare globale

16 OTT - “Agricoltura familiare: alimentare il mondo, proteggere il pianeta”: questo è il tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2014, che si celebra ogni anno il 16 ottobre, organizzata e promossa dalla FAO. Questa manifestazione è stata istituita 35 anni fa, nel 1979 e da allora coinvolge tutti i paesi nella lotta globale contro il problema della fame.
Il tema di quest’anno prende spunto dal fatto che si ritiene che chi pratica l’agricoltura a livello familiare fornisca la chiave di volta per porre fine al problema della fame.
 
I numeri del problema
Un problema che colpisce circa 805 milioni di persone al mondo, mentre il 26% dei bambini subisce un arresto della crescita a causa della malnutrizione e due miliardi di persone hanno una o più carenze di micronutrienti, secondo le stime.
Il 60% delle persone che soffrono la fame sono donne ed ogni anno 5 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni muoiono a causa di problemi legati alla malnutrizione. Inoltre, nei paesi poveri, circa 4 bambini su 10 denutriti subiscono danni al corpo o al cervello a causa delle carenze alimentari.

Degli 805 milioni di persone colpiti dalla fame, oltre il 70% di chi non ha un accesso sicuro al  cibo vive in aree rurali in Asia, Africa, America Latina e zone del Vicino Oriente. Molti di loro inoltre sono coltivatori e piccoli proprietari terrieri.
Ma dunque perché proprio loro sono soggetti al problema? Si tratta di una questione complessa, che meriterebbe una riflessione approfondita, anche perché, si legge sulla pagina della Giornata Mondiale, mettere a fuoco le loro necessità potrebbe ridurre significativamente il problema globale della fame. Molti di questi piccoli agricoltori non hanno accesso a semi di buona qualità, adeguata conservazione delle loro colture, hanno problemi di trasporto, di funzionamento dei mercati, di finanziamento e di sostegno.
Un dato interessante, inoltre, ci dice che oltre il 98% dei coltivatori praticano l’agricoltura a livello familiare e negli Stati Uniti forniscono l’84% di tutto ciò che viene prodotto, per un totale di 230 miliardi di dollari. 

I risultati raggiunti e le sfide per il futuro
Alcuni step sono stati raggiunti, ad esempio 40 paesi hanno già ottenuto un dimezzamento della proporzione della popolazione a rischio fame, obiettivo in programma entro il 2015. Inoltre, nel corso degli ultimi 20 anni, la probabilità di un bambino di morire prima dei cinque anni è stata quasi ridurre della metà, il che significa che circa 17mila bambini vengono sottratti a questo problema ogni giorno. I tassi che individuano la povertà estrema sono stati tagliati a metà dal 1990.

Questi risultati mostrano come sia possibile compiere grandi passi, concentrandosi sul problema. Il diritto al cibo è un diritto fondamentale di ogni individuo. L'obiettivo è quello di ridurre a 0 il problema della fame ed il messaggio è "Zero fame. E' realistico". Inoltre, si legge sull’EFSA Focal Point Newsletter, nell’editoriale "Alimentare il mondo, proteggere il pianeta", di Roberta Masella, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità, uno dei problemi del sistema attuale riguarda “l’impatto ambientale troppo elevato, perché consuma un terzo dell’energia e il 70% dell’acqua dolce del pianeta”, spiega Masella, oltre al fatto che “la Fao stima che ogni anno vengano buttate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo equivalenti al 10% del fabbisogno calorico dell’umanità”, prosegue la ricercatrice, secondo la quale "è anche necessario rendere più sostenibile l'agricoltura che contribuisce in modo rilevante alle emissioni di gas serra e prevedere una crescita della produzione basata sulla conservazione delle risorse naturali, nonchè un uso più oculato di pesticidi, fertilizzanti ed acqua".
Nell’obiettivo di migliorare le condizioni globali di accesso al cibo, il tema di quest’anno richiama l’attenzione di tutti sull’importanza dell’agricoltura familiare, da sviluppare e proteggere. In tal senso, inoltre, l’Onu ha designato il 2014 come ‘Anno Internazionale dell’agricoltura familiare’, “un segnale forte e chiaro”, conclude Masella, “di riconoscimento delle aziende agricole familiari come principali determinanti della disponibilità mondiale di alimenti”.
 
Viola Rita
 
* Roberta Masella, "Alimentare il mondo, proteggere il pianeta"; EFSA Focal Point Newsletter, volume 2, n. 10, ottobre 2014, pag. 2

16 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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