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Calcoli renali. Ecco come prevenire le recidive: tanta acqua, anche di rubinetto, e poca cioccolata

di Maria Rita Montebelli

Le nuove raccomandazioni dell’American College of Physicians. Prima regola: bere molto e l’acqua di rubinetto va benissimo. Nella dieta vanno limitati i cibi ricchi di ossalato, le purine (cioccolata, barbabietole, nocciole, rabarbaro, spinaci, fragole, tè, crusca di frumento), mantenendo invece una normale assunzione di calcioe le proteine animali. Se non basta si può ricorrere ad alcuni farmaci.

04 NOV - Le persone che hanno sofferto di litiasi renale dovrebbero aumentare l’assunzione di liquidi, in modo da produrre almeno due litri di urine al giorno, per prevenire le recidive. E’ l’indicazione contenuta nelle nuove linee guida pratiche evidence-based dell’American College of Physicians (ACP) pubblicate su Annals of Internal Medicine. Le raccomandazioni si basano sugli studi pubblicati in letteratura sull’argomento dal 1948 al marzo 2014.

“Aumentare l’assunzione di liquidi durante la giornata - sostiene David Fleming, presidente dell’ACP - può dimezzare il rischio di recidive di calcoli renali, senza incorrere in effetti indesiderati. Ma attenzione: le persone che già di base bevono una quantità sufficiente di liquidi o quelle per le quali è controindicato assumere troppi liquidi, non devono aumentarne l’assunzione”.

Per tutti gli altri che possono aumentare l’introito di liquidi, va benissimo l’acqua di rubinetto. Non esistono infatti, secondo gli internisti americani, prove scientifiche inconfutabili a favore della superiorità dell’acqua minerale, di qualsiasi marca, rispetto alla semplice acqua di rubinetto. Esistono invece prove che ridurre il consumo di soft drink acidificati con acido fosforico (come le ‘cola’), riduce il rischio di una recidiva di calcoli. Al contrario, le bibite gassate alla frutta, spesso acidificate con acido citrico, hanno semaforo verde sul fronte nefrolitiasi.

La prima raccomandazione dei medici americani per scongiurare una recidiva di nefrolitiasi è dunque di aumentare l’assunzione di liquidi; ma se questo da solo non dovesse funzionare, si può ricorrere – nei pazienti con almeno due pregressi episodi di litiasi - all’assunzione di un farmaco (in monoterapia), da secegliere tra diuretici tiazidici, allopurinolo o citrato, che aiutano a ridurre la formazione di calcoli di calcio (la forma più comune). Non si può dire che uno sia superiore all’altro, in quanto non esistono studi di confronto diretto.

Sul fronte della dieta, il consiglio è di ridurre il consumo di cibi ricchi di ossalato (cioccolata, barbabietole, nocciole, rabarbaro, spinaci, fragole, tè, crusca di frumento), di proteine animali e di purine, mantenendo invece una normale assunzione di calcio.

A soffrire di nefrolitiasi, almeno una volta nell’arco della vita, sono il 13% degli uomini e il 7% delle donne americane; senza trattamento, almeno la metà di loro presenterà una recidiva nell’arco dei successivi cinque anni.

Maria Rita Montebelli

04 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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